La città di Sydney si sta rivelando uno specchio.
Sono qui da pochi giorni, poco più di una settimana e ancora non ho finito di specchiarmi, di capire chi sono diventata e la trasformazione che mi ha attraversato in questo viaggio. Sto decifrando i cambiamenti sulla mia faccia, nelle mie espressioni e nel mio modo di osservare, nel mio modo di camminare. Già prima che partissi, la mia spiccata attenzione per i particolari, rendeva il mio spirito di osservazione intenso, non comune. Ora è ancor più concentrato tanto da farmi sentire a volte come in un’altra dimensione.
Mi piace guardare e guardarmi, mi piace vedere come alte costruzioni simmetriche si riflettono nelle pareti specchiate delle vicine. Mi sento un po’ così. Vedo del mio in altri, parlare con le persone mi aiuta continuamente a percepire ogni sfumatura della mia trasformazione e giorno dopo giorno scopro qualcosa di me, in Sydney.
Sto tirando le somme di quel che è stato, prima di buttarmi in una nuova sfida che sicuramente mi renderà ancora diversa da quel che sono, da quel che sono diventata. Sono sincera nel dirvi che è difficile. Non è semplice stare al passo e andare a scavare ogni giorno per fare i conti con pensieri nascosti. Non è facile mettere a tacere altri che pretendono ascolto e insistono in testa come martelli pneumatici.
Ringrazio il giorno in cui ho deciso di scrivere. Se non avessi comunicato ogni giorno qualcosa, probabilmente sarei scoppiata. Non sarei arrivata fino a qui senza prima aver elaborato e confessato ogni mio piccolo o grande messaggio.
Dicevo che riesco a percepire altre dimensioni. Mi capita di sedermi su una panchina per osservare, per capire. È proprio lì che sto bene. Mi rilasso e mi sento quasi trasparente. Vedo la gente passare e faccio pensieri su di loro, su chi potrebbero essere. Guardo così Sydney e la sua vita, facendo mio ogni stimolo positivo che posso catturare da figure erranti o statiche come questi grandi palazzi.
Mi sto specchiando, mi sto analizzando e chiedo scusa se sto avendo bisogno di tempo. Abbiate pazienza.
Il tizio che mangia un pezzo di focaccia troppo velocemente, mi fa pensare a quando non mi gusto il cibo per la fretta di finire. La donna che cammina a passo spedito con tailleur e scarpa elegante, mi fa pensare che vorrei diventare così. Una donna elegante. Il giovanotto che canticchia stonato con la musica nelle orecchie, mi fa pensare che la vita è anche quello, può sembrare stonata fuori ma essere una splendida melodia dentro. La mamma e la figlia che mangiano un gelato gustoso passeggiando per negozi, mi fanno pensare alla mia, mi manca. L’artista di strada che sta in ginocchio sull’asfalto dando vita ad un’opera d’arte di gessi colorati, mi fa pensare che la vita è anche questo, un bellissimo quadro dipinto con fatica.
Tutto è uno specchio, Sydney è uno specchio.
Erica, anzi Atmosferica.