La vita è un viaggio.

Mi devi scusare ma nel momento in cui viaggiare diventa sinonimo di “incontrare”, il tempo per scrivere si riduce drasticamente. Vengo rapita da storie e volti, da altri viaggi.
Il ritiro spirituale continua a maturare conseguenze positive nelle mie giornate. Apprezzo ancor di più i miei momenti di silenzio, rido come una matta e mi lascio trasportare da situazioni curiose, dai discorsi di viaggiatori e persone con strambe storie.

Giulia è ripartita per la sua avventura di tre mesi nel sud-est asiatico, zaino in spalla e sorriso. L’ho vista andare via così, insieme ai suoi divertenti sketch e al suo stile etnico ed inimitabile. Giulia è voglia di crescere e di arrivare, voglia di ampliare conoscenze e di raggiungere degli obiettivi, realizzare sogni.
Giulia mi ha servito generosamente una sostanziosa dose di possibilità, libertà e racconti. Ha ulteriormente aperto i miei orizzonti parlandomi dei suoi viaggi e della voglia di farcela da sola, lontana dalla Sardegna e dalla sua piccola e stretta realtà.
Inghilterra, Messico, Irlanda, Germania, tre lingue, forse quattro, un sorriso luminoso, occhi dolci e la simpatia di una cabarettista.
Mamma mia! Quanta luce!
Quanto c’è da fare, quanto si può salire? Quanto si può volare?
Lei mi ha spinta più su, ha ampliato le mie ali.

Non so, ha aperto nuovi cieli.

Avevo proprio bisogno di questo, l’universo mi ha ascoltato. Avevo bisogno di capire quanto avevo camminato e quanto ancora ci sarebbe da camminare. Affiancarmi a Giulia per qualche giorno, mi ha permesso di accendere nuove lampadine, nuove possibilità per me e la mia vita, nuovi colori sulla mia tavolozza e nuove idee per la mia opera d’arte.
Le alternative sono tante e tutte molto invitanti ma al momento c’è la voglia di esplorare questa terra ancora per un po’, c’è la data di ritorno, c’è la voglia di farcela.

Quella del ritorno è un’immagine sfuocata che spesso mi chiede chiarezza.

Io non la ascolto.
Io non la chiarifico.
Non è il momento.

Mi perdo volentieri in quei contorni poco chiari, colori sovrapposti e soggetti non identificabili. Il mio ritorno deve essere un altro viaggio e un’altra scoperta.
Non sono più per una vita programmata, mi rendo conto ora. Questo un po’ mi fa paura ma ne sono tremendamente orgogliosa.

Ho incontrato anche lui, nato in Svizzera ma cresciuto a Toronto. Ho parlato con il suo accento americano, affascinante e divertente. Per Jeffrey non era un problema dialogare passando dall’inglese allo spagnolo, dal portoghese al francese. Non era difficile capire l’italiano, una lingua espressiva e dolce.
Diceva.
Insomma, anche con lui le porte del mondo si sono aperte, nuovi stimoli sono arrivati forti e chiari e io sono stata inondata dal profumo e dalla fragranza del Canada.

Dalle lingue di tutto il mondo.

Per non parlare poi di Fai.
Ventisette anni, nato a Singapore, maestro di Yoga in India, approdato a Koh Phangan alla ricerca di relax e qualche scuola in cui insegnare. Molto tranquillamente. La proposta di un’amica l’ha guidato fino al centro Kow Tahm dove, come me, ha attraversato il silenzio.
Pazzesco parlare con i suoi occhi a mandorla, venire a conoscenza del significato dei suoi tatuaggi e delle sue credenze. Una persona che è stata in grado di spiegarmi la musica psichedelica, dando profondità ad un suono che avrei percepito piatto, noioso e monotono.
Anche lui mi ha aperto dieci mondi e li voglio esplorare tutti.
Si può?

Certo che si può.

La mia carica elettrica mi spaventa ma d’altronde è la mia verità. Io sono questo e troverò il modo per lasciarmi risucchiare da questi vortici di vita dal cielo senza perdere l’orientamento. Voglio salire e voglio vedere, voglio capire e continuare ad incontrare persone che arricchiscono il viaggio, che aggiungono mattoni alla mia casa.
Al mio mondo.

Erica, anzi Atmosferica.

Perth, here I am.

Eccomi!

L’Australia mi ha accolta con un ‘Fremantle Doctor’ fantastico che mi ha fatto subito sentire l’odore dell’oceano. Per chi non lo sapesse è il nome di un vento che proviene proprio da Fremantle, una frazione della città più spostata verso la costa (a 10 km dalla città).

Quindi cari lettori, volete sapere com’è andato il viaggio? BENISSIMO. Il volo da Malpensa a Singapore è stato piacevolmente accompagnato dalla presenza di due compagni di viaggio davvero divertenti. Marco e Joelle hanno sicuramente alleggerito il peso del viaggio ed è stato strano trovarsi per caso tutti e tre proprio lì. Una volta scesi dall’aereo ci siamo salutati come se ci conoscessimo da una vita. È impressionante vedere come in 11 ore, senza telefoni e senza distrazioni, due persone si possano conoscere in moltissimi aspetti.

Davanti a me, sull’aereo avevo uno piccolo televisore per poter vedere film, documentari o cartoni. Io per la maggior parte del tempo, ho tenuto di fronte a me l’immagine del tragitto dell’aereo in tempo reale. L’ho fotografata per voi. Come potete vedere si vede dove la terra è illuminata dal sole, e dove invece è notte. Bene, nel momento in cui abbiamo attraversato quella linea del buio,è stato fantastico.. era l’alba ma anche il tramonto. Era mattina ma era sera, era strano solo da immaginare.

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Marco da Singapore proseguiva verso Melbourne, Joelle e il suo compagno di viaggio di cui non ricordo il nome, perché non ha avuto la fortuna di capitare seduto vicino a noi, arriveranno anche loro a Perth.

L’aeroporto di Singapore non sono riuscita a visitarlo e girarlo perché avevo solo un ora di scalo, ma…ragazzi…che tristezza! Dell’aeroporto di Singapore ricorderò sempre le facce tristi delle persone, l’umidità che ti bagna i vestiti, un caldo infernale e uno strano silenzio. Si, ok, erano le 6 della mattina ma non lo accetto comunque.

Il volo da Singapore a Perth, affrontato quindi in solitudine, è stato bellissimo. Tre sedili tutti per me, mi sono svegliata solo 5 minuti solo quando ho sentito l’odore di pollo e la hostess che mi solleticava i piedi per chiedermi se avessi fame.

Divorata la colazione-pranzo-cena-non lo so, mi sono rimessa a dormire con tanto di 3 cuscini e una bella coperta di pile. Volevo aggiungere inoltre che il servizio della Singapore Airlines è davvero ottimo. Si mangia bene e si viaggia alla grande.

Mi risveglio quando la hostess mi solletica di nuovo i piedi per dirmi di sedermi e di allacciare le cinture.

Stavamo atterrando.

Ho guardato fuori, vedevo distese di alberi..al contrario di quello che avrei immaginato di vedere ovvero deserto. Era tutto abbastanza verde piuttosto che beige/marroncino. È stato davvero emozionante! Ci ho messo un attimo a capire in che parte del mondo fossi finita, che ore fossero, il fuso, si, ok, qui sono le..in Italia sono le..

OH MY GOD. STO ATTERRANDO IN AUSTRALIA.

Il controllo di passaporto e valigia è stato super veloce. Sono stata fiutata da un cane anti-droga ma.. ero molto tranquilla 🙂

Una volta uscita nella pick up area, il mitico Jason mi ha ritirata. Simpatico, molto simpatico! Mi ha accolta con gentilezza, facendomi fare persino un giro della città, prima di venire a casa. From the top, ho fatto questa foto (copertina dell’articolo) che fino a ieri vedevo solo su google. AMAZING.

Bene amici, la casa è carina, il letto sembra comodo..ma di questo, chissenefrega! Sono curiosa di scoprire la città, l’oceano e le persone.

Più tardi, andrò a vedere l’oceano. SENSAZIONALE.

Vi farò sapere presto, as always.

Erica, anzi Atmosferica.