Sto scoprendo una Brisbane imbarazzante.
Intendo dire che con la sua bellezza è in grado di farmi arrossire, mi lascia di stucco e senza parole. Neanche il più affascinante uomo ci riesce ultimamente, invece lei mi ha spiazzata continuamente, più volte.
La giornata di ieri è stata pazzesca.
Greta è riuscita ad organizzare una gita memorabile al Noosa National Park. Due ore di macchina verso nord, un gruppo tosto di simpatici ragazzi e tanta voglia di assaporare l’inizio del fine settimana e arancioni sfumature nel cielo.
Un sogno ad occhi aperti quel posto, una passeggiata sulla striscia di cemento che attraversava il bosco ci ha portati alla spiaggia. Si respirava una potente energia naturale condita da profumo di pollo allo spiedo comprato per il pic-nic in riva al mare. Qualche croccante chicco d’uva, una banana non troppo matura ed avocado spalmato sul pane fresco.
Il mare era abbastanza calmo, la compagnia era italiana e il sole caldo.
Qui è ancora caldo.
Ho fatto il bagno.
Di nuovo.
Vedevo la voglia di scattare fotografie combattendo con la memoria piena del telefono, voglia di ridere e ascoltare storie. Sentivo risate fragorose e mi è piaciuto raccontare, cantare e riposare. Tutti eravamo lì ma tutti avevamo la nostra avventura, ognuno la sua. La vita ci aveva uniti per un momento ed era giusto condividerlo a pieno. Amicizie in comune, avventure australiane e Brisbane, Sydney, Perth, Melbourne e il deserto, l’arrivo e il ritorno, ostelli ed esperienze in famiglia, la voglia di Italia o quella persistente di Australia.
Belle storie, ognuna ovviamente singolare.
Perché il viaggio è sinonimo anche di incontri e non solo di nuovi paesaggi. Come mi ha detto Matteo, un ragazzo conosciuto a Bondi Beach in un pomeriggio spensierato, viaggiare non è bello solo perché vedi posti nuovi ma soprattutto perché lungo la via si incontrano volti mai visti. A volte speciali. A volte banali.
Persone che potrebbero cambiarti la vita o comunque il corso delle cose.
Succede, quindi, che in quel caso il viaggio diventa una storia e non importa lo sfondo del racconto.
Non importa in che posto sei del mondo ma solo l’anima che ha incrociato il tuo cammino per quel breve ma lungo secondo.
Verso l’ora del tramonto, una tappa alle piscine naturali era d’obbligo. Toccavo il cielo con un dito, ero stanca e asciutta di sole, ma ero felice.
Dovevi vedere che spettacolo.
Non riuscivo a distogliere gli occhi dal cielo come ad aspettare un esplicito messaggio, non potevo perdermelo e nessuno doveva impedirmelo.
Una strana quiete, un’aria libera, ossigeno fresco e scogliera rossa.
Pace vera.
Oggi invece la magia della città.
In poche ore abbiamo camminato per chilometri e anche osservato Brisbane dal fiume all’ora del tramonto. Ho sentito subito un’atmosfera diversa da quella di Sydney, qui la città è più accomodante, ti coccola senza ancora conoscerti e senza farti sentire persa.
Un fiume ti accompagna attraverso formando leggere curve, i grattacieli sono tanti e pieni ma ben distribuiti lungo le rive del corso d’acqua.
Sydney è più compatta, sì.
Brisbane è rilassata.
Le luci sono ovunque colorate e sono rimasta piacevolmente stupita da piccole sorprese nascoste qua e là. La ruota illuminata, un piccolo tempio Nepalese ai suoi piedi e la scritta BRISBANE che avevo visto solo in fotografia. La cattedrale è suggestiva e i nomi delle vie inaspettati. Roma Street.
Che strano.
Ho sentito un po’ di arte. Ho guardato una città pensata e non solo riempita e poi innalzata. Da South Bank stasera era straordinaria, davvero. È bella e forse l’avrei scelta se l’avessi vista prima. L’avrei scelta per me e per la mia scrittura, per la mia ricerca e scoperta. Forse mi avrebbe dato altri messaggi ma sto comunque cercando di ascoltarli tutti, anche in poche ore, anche in pochi giorni.
Erica, anzi Atmosferica.