Un mese. Il 12 novembre spiccavo il volo.
Un mese intenso, se non si dovessero contare i giorni per formare settimane, mesi e anni, forse il titolo sarebbe:
“Una vita.”
Una vita non si può sapere quanto potrebbe durare. Esistono vite di un giorno, altre che vedono crescere una serie di generazioni. Una vita, non importa quanto lunga sia.
Basta che sia VITA.
30 giorni di vita, di scoperta e di conoscenza. Inevitabilmente prima di luoghi nuovi, la scoperta scorre nelle tue vene e ripulisce il tuo sangue. La conoscenza penetra nel cuore, nello stomaco, prima di concentrarsi su qualsiasi altra persona o posto mai visto. Quando guardi l’oceano le emozioni le regali solo a te stesso, alla parte più profonda. Ti sei portato in un paradiso stupendo che ti spinge su, sempre più verso l’alto.
Un mese qui. Da sola. Credo di essere la compagna di viaggio numero uno al mondo. Ascolto il mio corpo, sto imparando a conoscere le mie sensazioni, i piccoli dolori e mi sono sempre accompagnata dove era giusto andare. La mia voce interiore parla sempre, non tace un solo secondo! Parla decisa, a volte mi provoca e mi mette alla prova. Vuole farmi innervosire, piangere e ridere. Sa anche esercitare una notevole pressione quando vuole, ma è sempre la mia voce. SONO IO.
Ho compreso le mie tristezze, assecondato le mie indecisioni, perdonato piccoli sbagli e valorizzato le piccole cose. Ho guardato negli occhi le persone, ieri sera un artista di strada ha quasi rubato i miei.
Occhi.
Vedo chi mi vede, sento chi mi sente e cattura la mia essenza.
Ho capito che non tutti possono vederti, capita che quando vorresti che ti vedano, non è il momento giusto per loro. Ogni persona è nel proprio percorso, nel proprio mondo, più o meno consapevolmente. Alcuni ci riflettono un po’ su, altri vivono senza porsi domande. C’è chi si lascia trainare, chi invece cammina lentamente sulle proprie gambe con lo sguardo vispo e l’anima pronta ad assorbire.
Poi c’è chi corre.
VIETATO CORRERE!
Un mese.
Mi sono sentita buona, felice, libera e triste. Insofferente, giocherellona, contagiosa, riflessiva e profonda. Ho agito con generosità, ho avuto fiducia e coraggio. Ho regalato sorrisi, sguardi profondi, pazze risate e comprensione. Ho cantato, parlato ed esercitato una nuova lingua. Ho incontrato persone, diverse culture e tante storie. Le ho ascoltate. Ho sentito malinconia, la mancanza e l’amore in tante forme. Ho chiesto, domandato, ricevuto risposte.
Mi sono analizzata, scavata, non sempre capìta.
Accento tonico sulla “i”, voce del verbo “capire” non “capitare”.
Un mese. Una scoperta. Una vita.
Erica, anzi Atmosferica.
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