Il mio viaggio continua…

Viaggiavo e sorridevo.
Ai capelli qualche boccolo, la pelle dorata e secca di salsedine.
Del mare.
Poggiavo i piedi sul sedile, tenevo le gambe piegate in uno stretto abbraccio.
Era il mio.
Più stringevo, più liberavo.
L’asfalto bollente correva veloce.

Ero felice.

La strada era al contrario e il cielo infinito.
Come fosse ieri ricordo che, ogni volta che guardavo su, faticavo con il respiro.
Erano giorni strani, pieni di tutto e di niente.
Ricordo come fosse ieri.
Ero talmente bella da farmi mancare il fiato.

Ehi cos’hai capito…

Ero bella dentro, ero un fiume in piena, forte e potente.
Nessuna barriera, nessun limite.
C’era solo quella strada e, su di lei, ho imparato a respirare.

Diritta e infinita.

Migliaia di secchi chilometri, il deserto, l’oceano e ancora il deserto.
Era verde.
Secco ma verde.
Avrei chiesto la velocità al suono, avrei voluto vedere la fine

ma non è mai arrivata.
Nemmeno quando mi sono fermata.

Quella strada continua, cambiano i colori e i paesaggi.
Migliaia di secchi chilometri, il deserto, l’oceano e poi ancora il deserto.

È verde.

Secco ma verde.

Il deserto della mia anima

che rinasce.

Erica, anzi Atmosferica.

Mi credi se ti dico che…

A Venezia l’acqua nei canali è tornata limpida e l’aria è pulita anche tra i pensieri.

Mi credi se ti dico che…

È buona da mangiare? Fresca da bere, da sorseggiare. 

Che bello respirare, che bello osservare e avere il tempo di studiare tutto ciò che sta dentro e che sta fuori.

Non avevo mai notato quella crepa nel muro e…il vicino ha cambiato divano, che strano.

La realtà, silenziosa.

La seconda vita sotto la nostra vita, quella che accade senza chiedere permesso, senza richiamare sempre la nostra attenzione.

Eppure succede…

Mi credi se ti dico che…siamo sempre concentrati su altro?

Ho tra le mani, davanti agli occhi, una fotografia scattata in un giorno di vacanza come quando è agosto e troviamo rifugio in una stanza.

Il caldo che soffoca ma che fa pensare, il vento che annaffia una giornata di sole.

Mi affaccio alla finestra e faccio una riflessione.

Ne avevamo bisogno.

Il colore non era più acceso, il suono stava diventando rumore, il tempo troppo breve, la stanchezza uno stato mentale.

La compagnia era forzatura o fastidio, era un “Vado perché altrimenti non la vedo più!”, la solitudine era sola, la sofferenza priva di stimolo. 

Una notte non bastava per ricaricare le batterie, per programmare e per chiarire.

Una notte non bastava per pensare perché la mente stava sveglia sperando solo di sognare.

Il giorno era troppo vicino.

Il cuore era troppo lontano.

La comunicazione era arrivata ai minimi storici, non c’era nemmeno bisogno di ignorarsi perché la vita stessa portava a separarsi.

Sempre più forte, sempre più invadente.

Far finta di niente.

Allora forse apprezzo tutto questo.

Ho il tempo di guardarmi allo specchio, la voglia di restare sveglia, in un abbraccio, per qualche momento…

Ho il desiderio di ascoltare e di contare le dolci rughe sul viso di mia madre.

Ho la fortuna di guardare il cielo, di ascoltare i suoni della natura e di una città silenziosa che non deve aver paura.

La luna. Il tramonto. Che meraviglia il mondo.

Ho ritrovato tre sorelle, le mie amiche, le chiacchiere tra anime gemelle.

Guardo la fiamma del camino, brucia di tempo e pace. Sento la sua voce.

Si sente osservata, sa di essere bella, cresce di tanti colori, è orgogliosa

monella.

Sento la risata di un bambino, sta giocando a freccette con il padre.

Sento lui che canta, lei che incazzata lo interrompe.

Sento battiti di mani e vedo tanti, tantissimi panni stesi.

Vedo i balconi illuminati, la gente annoiata che unita festeggia.

Metto le mani in pasta e sorrido, gioco con del pongo trascorrendo quel tempo che poi rimpiango.

Inizialmente torna a disturbare la fretta e poi mi dico, “per una volta aspetta!”

Mi credi se ti dico che…Questa è la volta di cui tutti dobbiamo godere, questa è l’occasione per ricucire.

È un momento fermo diverso da una vacanza perché non c’è egoismo, non c’è noia che non sia bella.

È il momento per disegnare un futuro più chiaro, per colorare un rapporto diventato bianco-nero, per dirsi quello che è vero.

Te ne prego. Fallo nel modo più sincero.

Quando tutto questo sarà finito, non dimentichiamolo. Teniamoci per mano e impariamo la vita di nuovo.

Come fossimo bambini.

Il tempo sarà diverso e ogni cielo nuvoloso, sarà comunque terso.

Ci sarà la fortuna di avere un lavoro, senza pensare che un mondo senza…sarebbe d’oro.

Ti saluto dal mio divano, quello grande e morbido dove trovo una mano.

E credimi per l’ultima volta se ti dico che…

Che sia la mia, che sia la tua, una mano c’è sempre e questo mi basta…

per andare oltre…

Erica, anzi Atmosferica.

P.S. Mi credi se ti dico che…sono ancora qui?

Vorrei essere una stella.


Sii curioso ed imprevedibile.
Non permettere mai a nessuno di poter calcolare le tue mosse e le tue idee.

Sii deciso nel compiere una scelta e nel portarla a termine. Non permettere mai a nessuno di pensarti inadeguato, non all’altezza, poco determinato.

Sii anche determinante nel risultato, mettici passione e coraggio, forza e motivazione.

Non permettere mai ai tuoi sogni di credersi più grandi di te, non sentirti mai esagerato nel pretendere il meglio dal tuo futuro.

Sii sempre pronto e tieni gli occhi aperti. La qualsiasi occasione potrebbe camminare sotto ai tuoi occhi in qualsiasi istante.

Sii grato alla vita ogni giorno, sii felice e sorridi sempre. Non aver paura di esprimere la tua opinione ma cerca di farlo con i dovuti modi.

Studia il tuo modo di fare e la tua persona, impara da te e dagli altri. Correggi gli errori, amati e ringraziati.

Sii gentile ed educato ma non farti mettere i piedi in testa da nessuno. Loro non sanno chi c’è dentro di te, loro non sanno da dove vieni, loro non sanno che cosa è accaduto.

Sii predisposto al cambiamento e abbi la forza di lanciarti nel vuoto. Non sempre si cade, qualche volta si può spiccare il volo.

Io questo l’ho provato, l’ho testato, ho volato.

Te lo giuro.

Cerca di giorno in giorno un nuovo spunto, un nuovo trampolino di lancio. Che siano due occhi o una mano, che sia una storia o una parola.

Fai della tua vita un’opera d’arte o una sala giochi, un lunapark pieno di giostre, saltimbanchi, luci e voci.

La sera nel letto fai respiri profondi, pensa al cielo infinito e alle stelle disperse. Stanno lassù senza nome come a dire:

“Siamo ugualmente belle”.


Io la stella la farei di professione, starei ferma ad emanare luce.

Da lassù vedrei cose che vuoi umani non potreste vedere, canterei ninnananne e farei da lume alle cene romantiche.

Con piacere.

Mi poserei sulla spalla di colui che piange, salterei giù dal cielo per fare promesse.

Mi ci sento davvero a volte, quando mi dicono di non smettere mai di splendere.

Di stelle ce ne sono tante ma farei la grande fatica di accenderle tutte quante.

Su e giù per l’universo, ininterrottamente.

Perchè le stelle son sogni e non potrei lasciarle spente.

Buonanotte.

Erica, anzi Atmosferica.

Sorry but…I’m leaving.

Ho appena comunicato al lavoro che tra tre settimane lascerò l’Australia. Ho bisogno di scrivere perché sento il cuore esplodere. Ultimamente mi sento in famiglia. Hai presente quel gruppo ristretto di persone da cui ti senti capita e un po’ coccolata quando tutto il resto manca? Ecco, loro per me sono questo. Una boccata di ossigeno, una battuta divertente, un insegnamento e un posto sicuro in cui stare.

Non so con quale forza io sia riuscita a dire: “I’m leaving Australia in three weeks.”

Cuore in gola.

Mi si è gelato il sangue quando ho sentito uscire dalla mia bocca queste poche parole. Ho sentito un nodo nello stomaco e le guance rosse. La vocina interiore tifava per me e per la sincerità prima di ogni cosa, io la ascoltavo e mi lasciavo caricare dalla sua energia. Io in quel momento non ne avevo molta.

Mi sento così anche ora che sono a casa, sul mio letto. Il piano di sotto del letto a castello. Sono senza forze.
Quando certi pensieri escono fuori attraverso la voce, quando un segreto viene confidato, quando ciò che sembra assillare la mente viene liberato, allora è lì che scatta la Vera Consapevolezza.
L’ordine.
La Verità.

Luce ma soprattutto Leggerezza.

Ho visto negli occhi di Dario, il manager francese, una specie di delusione. L’espressione del suo viso ha incassato una brutta notizia, una di quelle che non si sarebbe aspettato nel breve termine. Sono certa che stia provando dispiacere perché so di aver regalato allegria e risate contagiose, ho dimostrato senso di responsabilità e fatto capire che di me ci si può fidare.

È proprio vero che quando sai di aver imparato abbastanza bene ciò che devi fare, te ne devi andare. È quando ti senti voluta bene che devi partire. Questa è la vita, questa è l’Australia. È vero, non è che DEVI fare tutto ciò ma Lei ti fa capire che VUOI.
Una terra tanto grande che non ti lascia molto tempo. Ti dà delle scadenze. Ti fa crescere in fretta ma poi ti trascina via verso altri obiettivi, verso altre mete, altre temperature, altri paesaggi e altre persone. Ti spinge verso un’altra strada. L’ennesima.

È stato bello capitare al “Table Sixty”, è stato divertente condividere bicchieri rotti e sguardi complici. Il destino mi ha portato lì ed è stato bello ringraziare la vita perché mi sono sentita ascoltata e accontentata un’altra volta.
Chiedi a lei e lei ti darà.
Quanto è vero.

Lo so, sto parlando come se dovessi andare via domani ma mi sento così. Sento la fine vicina e voglio dare al mio team di lavoro il merito di essere stato la parte più divertente e stimolante della mia permanenza a Sydney.

I giorni qui saranno ancora tanti. C’è ancora Maggio da finire e Giugno da cominciare. Questa settimana sarà piena di botte emozionali da non sottovalutare, appunto per questo dovevo liberarmi oggi di questo peso.

Non rimandare a domani quel che puoi fare oggi…per sentirti meglio, aggiungerei.

Il mio lavoro a Sydney.

Lo ricorderò per tutta la vita.

La mia testa frulla senza sosta e il cuore batte forte. Oggi mi sento di nuovo in trasformazione, cambiamento, viaggio. La mente non si ferma e le domande sono tante, troppe! Lavorerò al coffee-bar fino al 27 Maggio e mi terrò gli ultimi giorni prima della partenza per mettere a fuoco la mia prossima avventura. Dovrò avere tempo per i saluti, i pianti e i bagagli.

Non è mica finita qui.

No, non ti anticipo niente. Ho già detto molto.

No.

Pretendi troppo.

Smettila.

Trattieni le tue curiosità.

Ad ogni modo sono convinta che il grande manager dal grande cuore sia felice per me. Oltre che dispiaciuto.
Sono certa che domani avrà già un’altra faccia.

Felice.

Spero.

Deve!

Sarà contento di vedermi tornare a volare.

Io adesso mi sento fatta per questo e lui lo deve capire.

Erica, anzi Atmosferica.