Leggo sulla mia pelle “Atmosferica” e mi chiedo se sono ancora io, ripenso a quel giorno in cui mi sono sentita tanto grande e coraggiosa al punto di sentirmi parte del cielo, Atmosferica, colei che circonda e protegge, che sta alta e senza paura.
Tanto grande da sentire il mio nome far parte del cielo, sulla pelle.
Ripenso a quel giorno.
Vado così a scavare tra i ricordi e tra le sensazioni che correvano veloci e spavalde lungo la mia colonna vertebrale.
Non avevano paura di nulla, né della velocità, né della lontananza.
Ritorno a quel momento in cui la decisione di scrivere e condividere era prima di tutto l’esigenza di urlare al mondo quanto fossi orgogliosa di me stessa e, in secondo luogo, era il bisogno di scavare nella mia anima tenendo le fila di tutto quello che ne sarebbe stato.
Era novembre e io sentivo l’estate in arrivo.
Arrivava il freddo, quello potente.
Volavo verso il caldo, che riempie.
Atmosferica nasce dalla voglia di comunicare e di riflettere, nasce dal bisogno di mettere per iscritto lunghe riflessioni e attimi indelebili, sofferenze insofferenti, solitudini mai condivise e consapevolezze di pura gioia, la nostalgia di casa, l’imprevedibilità delle scelte e la sorpresa di un incontro.
Con me stessa.
Nasce per farmi scoprire quante cose stanno dentro senza mai uscire.
Nasce per farmi capire che esiste un modo per farle uscire, per stare bene.
Atmosferica è diventata sfacciata nel giro di poco ed è riuscita a urlare ogni segreto dell’anima, ogni scoperta profonda che capitava lungo la strada o che si palesava dopo troppa ricerca.
Con riservatezza.
La verità è che Erica è ancora in viaggio e non si è mai fermata e Atmosferica è in continua attesa di risposte ed equilibri, di continuità, di costanza, di una zona di comfort mai creata.
Appositamente.
Forse per cercare forza, energia nuova, stimoli e stima.
(Rompere gli equilibri sembra essere la mia passione. Ingiustificata. Da sempre.)
È molto difficile quindi avere costanza nella scrittura e nella confessione quando si è continuamente in viaggio, in cambiamento. Quando si corre verso l’ignoto chiamato “IL MEGLIO”.
Quando un giorno stai sul melo e quello dopo ti ritrovi sul pero.
Quando “IL MEGLIO” non esiste o forse è semplicemente troppo grande.
La trasformazione avviene velocemente, l’insoddisfazione porta a grandi corse verso cose ”migliori” e non rimane mai il tempo di fermarsi.
Ecco, Atmosferica è una maratoneta ancora in cerca della giusta tecnica per ottimizzare il risultato.
Sarebbe fantastico andare veloce, con il giusto respiro, minimizzando la perdita di energia e la mancanza di fiato.
La stanchezza sarebbe minore, le gambe leggere, la giornata più lunga e Atmosferica presente.
Sempre presente.
Tutto questo per dire che non mi sono mai fermata, non mi sono ancora data pace.
Sono in perenne ricerca, ho cambiato tre volte posto di lavoro da quando sono tornata.
Tornata?
Solo ora penso di avere la seria intenzione di fermarmi, riflettere, apprezzare quello che ho costruito in questi 27 anni, quello che ho raggiunto contando su me stessa senza mai stimarmi abbastanza, senza mai capire cosa realmente fosse “IL MEGLIO”.
Mi fermo ora a gustare i piccoli traguardi raggiunti cercando di accettare e frenare l’indole che mi porta a spingere sempre l’acceleratore della vita.
Vorrei parlarti più spesso, vorrei sentirmi connessa a te che, nonostante tutto, digiti “Atmosferica blog” su Google.
Lo vedo! Ti seguo, ti sento!
Leggo i termini di ricerca con cui entri in contatto con me e cerchi i miei scritti. Mi viene da pensare solo a cose belle, mi immagino un legame che sia positivo e ricco di comprensione anche se non ci conosciamo.
Magari mi hai trovato per caso.
Mi identifichi come quella del “Viaggio in Australia”, “Atmosferica e artisti di strada”, “Maddaloni Atmosferica”, “Il Monaco che vendette la sua Ferrari”, “Atmosferica deserto”, “Respira, ascolta e ama”, “Atmosferica spirituale”, “Raccogliere pere Australia :)”, “Partire e non tornare”, “Nostalgia Atmosferica blog”, “Vivere a Sydney”…e tanto, tanto, tanto altro.
Queste sono alcune delle parole e delle frasi che ti portano a me. Per la prima volta in questi giorni o dall’inizio di questo viaggio mai finito e infinito.
Sono felice di aver creato questo angolo di cielo.
Un posto per pochi, di cari pensieri, profondi, ma accessibili a tutti. Sinceri.
Sono contenta sia tutto qui da leggere e respirare, ricordare e rivivere. Sognare.
Oggi, come il 12 Novembre 2015.
Anche io spesso mi cerco.
Uso termini di ricerca a cui Google non trova risultato.
Mi cerco tra le parole della gente e tra le tue. Mi vedo. Mi ascolto, tra le mie.
Allora posso dire di esserci ancora e di averti scritto dall’angolo più vero.
Dal nostro angolo di cielo.
Grazie.
Erica, anzi Atmosferica.