Inizia il terzo mese in Australia.
Mi piacerebbe fare il classico bilancio di fine mese, un resoconto. Vorrei tirare le somme per la seconda volta, insieme a voi.
La cosa strana è che anche oggi sto viaggiando verso Perth. Due mesi fa atterravo esattamente in queste ore e non potevo immaginarmi niente.
Un salto nel buio.
Sono curiosa di vedere l’effetto che mi farà vedere la città da lontano. Quei grattacieli che tanto non mi piacevano, dopo questo viaggio potrebbero darmi sensazioni diverse.
Forse mi farà bene trascorrere qualche giorno a Perth, forse non vedrò l’ora di ripartire di nuovo.
Due mesi di continua trasformazione e viaggio ininterrotto. Dentro e fuori. Verso nord e ora verso sud.
Una lunga corsa su questa striscia di cemento che separa distese infinite di natura, una continua scoperta di ciò che mi appartiene e che non pensavo potesse mai essere parte integrante di me.
Ho conosciuto un’Erica più simpatica del solito, più ansiosa del previsto e molto avventuriera. La taciturna Atmosferica e quella molto espansiva.
Per il resto solo grandi conferme. Confermo la mia solarità e il mio entusiasmo. Calma e sangue freddo. Sono sempre io, vitale, gioiosa, sempre sorridente e molto riflessiva.
Due mesi di lontananza da Casa. Inizialmente mi mancava, ora ancora di più. Guardando tutto da lontano, vedo tutto più nitido. Ho sempre più chiaro chi sono e chi voglio essere.
In questa vita vorrei fare grandi cose, ho dei piccoli progetti e idee sempre pronte a stupirmi.
Voglio comunicare e vivere di questo. Voglio regalare quello che ogni giorno sento abbondare nel mio cuore, nella mia anima. Voglio donare sorrisi e storie.
Non vorrei smettere mai di farlo.
Voglio vivere a pieno questa esperienza che ricorderò per il resto della vita. Un giorno, quando sarò grande, la racconterò con le farfalle nello stomaco ed emozione. Mi sto espandendo, mi sto moltiplicando e qui c’è tanto spazio.
L’Australia è grande.
Posso crescere a dismisura.
Momenti di silenzio mi stimolano. Penso a cose che potrei fare che mai, e dico mai, avrei sognato di pensare.
Ricordo, una settimana fa, mi sono vista che parlavo a ragazzi giovani. Uno degli impegni che potrei prendermi, potrebbe essere quello di andare a trasmettere motivazione ai più piccoli, vorrei che tutti abbiano il coraggio di sperimentare, di uscire dagli schemi imposti dalla società o magari da un’educazione ferrea. I giovani devono viaggiare prima di avviarsi pretendendo di conoscersi.
Non serve essere ricchi per potersi permettere una ricchezza interiore.
Chiunque può perseguire i propri obiettivi, come meglio crede. È giusto considerare più strade.
Questo lo devo comunicare. La sento un pò come una vocazione.
Un’altra idea è quella di mettere insieme, un giorno, alcuni dei miei articoli, forse tutti o forse quelli per me più importanti.
Potrei scrivere un libro.
Perchè no.
Vorrei anche fare tesoro delle magnifiche fotografie che ritraggono spettacoli colorati. Sì, potrei chiedere a chi ha il talento della pittura, di realizzare dei quadri. Poi vorrei raggrupparli in una grande sala, e vederli tutti esposti in una mostra.
Che ne pensate?
Queste idee sbocciate nella mia testa, si svilupperanno. So che se me ne prenderò cura, potrò farle crescere e annusarne il profumo una volta fiorite.
La cosa certa è che quello che sto scrivendo rimarrà. È scritto e rimane qui per chiunque voglia leggere. Mi sono presa questo impegno senza fatica, sto liberando la mia passione.
Finalmente.
L’idea di lavorare nel grande mondo della comunicazione, organizzare eventi e continuare una strada coerente con le mie precedenti esperienze lavorative. Quella è sempre viva dentro me.
Quando riesci ad uscire dai confini di ciò che consideri normalità, puoi riscoprirti o ancora di più, puoi conoscerti davvero. Puoi anche convincerti che davvero sei quel che credevi oppure puoi trovarti costretto a ripartire da zero.
Due mesi. Qualche settimana di ambientazione, un mese di lavoro come cameriera, l’inglese è migliorato, venti giorni di viaggio e ora, per la seconda volta ritorno a Perth.
E ora?
Scopriamolo insieme.
Erica, anzi Atmosferica.
Quel gabbiano bianco stava lì. Le folate di vento non lo spostavano di un millimetro. Lui voleva stare su quelle pietre ad osservare l’infinito.