Zero aspettative. Zero scimmie.

Non avere troppe aspettative, è il modo migliore per godere di ogni bellezza.

Un incontro casuale, che sia con la natura o con una persona mai vista prima, se privo di aspettativa può trasformarsi in una grande sorpresa indimenticabile.

Può lasciare il segno.

Ogni novità, solo per il fatto che non ci è dato conoscerla prima di quel momento, è di per sè qualcosa di straordinario.

Non ordinario.

Quei pellicani sono stati per me una sorpresa straordinaria.


Abbiamo campeggiato per tre giorni a Denham, una piccola località situata sulla frastagliata penisola di Shark Bay. Non vi nascondo che un’intera giornata l’ho voluta trascorrere nel dolce far niente, nel relax più totale immersa nelle mie scritture che tanto sto amando.
Ieri il programma è stato quello di spendere l’intera giornata nel famoso resort di Monkey Mia.

No, di scimmie nemmeno l’ombra.

ZERO

SCIMMIE

🙂

Questa piccola oasi è famosa in tutto il mondo ed è meta di numerosi turisti. Si affaccia nel bacino che si crea tra la penisola di Shark Bay e la costa. In questa parte protetta, tra le insenature della costa peninsulare, trovano il loro habitat naturale delfini, tartarughe, pellicani e razze.

Non avevo aspettative.

Arrivati a Monkey Mia, situata a 26 chilometri a nord-est rispetto a Denham, abbiamo pagato l’ingresso 10 dollari a testa per l’intera giornata e parcheggiato il povero Vando in una grande area di terra battuta. Purtroppo per lui, non c’era mezzo metro quadrato d’ombra.

“Bene, andiamo a vedere un pò…”, mi sono detta.

All’entrata, per arrivare dall’altra parte era obbligatorio il passaggio all’interno di un piccolo negozio. Classico dei musei e dei centri turistici, vendeva piccoli oggetti, gadget e porta fortuna.

Ho passato il tutto senza interessarmi molto, ero curiosa di vedere cosa si nascondeva dietro quella casetta in legno di media grandezza che mi separava dal mare.

Sulla spiaggia di sabbia fina, un gruppetto di pellicani si rilassava. Sono rimasta colpita. Mi sono avvicinata. C’era quello che stava in piedi e si guardava intorno con aria attenta, l’altro che se ne stava accovacciato a riposo con gli occhi chiusi formando una palla ovale di pelo, quello che stava seduto ma con occhi vispi mi guardava.

Avevano grandi becchi, lunghi! Sproporzionati rispetto al corpo! Ho visto che uno di loro lo apriva credo per sbadigliare. Mi ha fatto impressione e per imitarlo ho simulato l’apertura con le mie braccia un po’ come quando si canta ai bimbi la canzoncina de “Il coccodrillo come fà…”

Ridevo…

AHAHAHAHAHAH 🙂

Ho visto anche una tartaruga. Nuotava placida sotto il molo di legno sul quale mi sono seduta con i piedi a penzoloni. Si muoveva senza muoversi, come se fosse trainata da un filo invisibile. La dolcezza con cui nuotano le tartarughe è davvero impressionante. Scivolano nell’acqua senza il minimo sforzo.

Non avevo aspettative.

I delfini non li ho visti, le razze nemmeno.

È stato bellissimo, straordinario.

Niente di ordinario.

Erica, anzi Atmosferica.


Ps: guardate il cielo nella foto. Nuvole di un grigio molto scuro, avrebbero voluto nascondere l’alto azzurro intenso e il sole.

Avrebbero voluto…

Shell Beach.

Era una spiaggia di conchiglie salate. Piccole e bianche, a punta o rotonde.
Erano milioni, miliardi o forse infinite.

Una distesa candida che facevo fatica a credere fosse reale.

Shell Beach, la spiaggia delle conchiglie.

Il sole batteva a picco sopra la mia testa, erano le due del pomeriggio, il momento più caldo della giornata, ma volevo resistere.
Protezione sulla faccia e, come al solito, litri di acqua.
Generalmente le temperature calde e insopportabili si alternano ai 30 gradi ventilati ma non era quello il caso.

Dicevo che quella spiaggia, in mezzo al niente, si bastava. Non aveva bisogno di null’altro per sembrare una meraviglia senza confini.

Per arrivare alla riva, una serie di dune, mi facevano perdere per un momento la visuale del mare. Quando sembrava fosse l’ultima, ne arrivava un’altra.

Su e giù, su e giù.

Sole troppo caldo. Sì, mi stava cuocendo.

Volevo bagnarmi la testa, dovevo mettermi una protezione ancora più alta.

“Mattia? Mettiamo la 100?”

Erica resisti.

Finalmente alla riva, abbiamo scoperto l’orizzonte. L’acqua era cristallina, molto bassa e calda. Per più di cento metri, potevi camminare verso l’infinito senza che il livello superasse la metà del polpaccio. Per questo motivo era calda.

Era calma. Onde inesistenti. Caratteristica predominante delle spiagge qui nei dintorni.

Francesca ha iniziato a camminare, la vedevo allontanarsi e farsi sempre più piccola. Io ho trovato un punto di pace a pochi metri dalla riva. Mi sono sdraiata a pancia in giù e non ero completamente sommersa.

A parte qualche voce di turisti francesi, tutto era in pace. Non guardavo verso l’orizzonte, ero parallela rispetto a lui e Mattia era a pochi metri da me. Per qualche minuto seduto, per altri sdraiato.

Silenzio.

Mi sono raccontata delle storielle sulla vita, giocando con le piccole conchiglie incastonate nella sabbia. Mi sono rilassata e non sentivo più il caldo. Stavo bene.

Francesca tornava. Camminava, camminava, ma non arrivava mai. Si stava avvicinando a noi ma era sempre lontana.

Scavando con la mano, ho scoperto la sabbia sotto le conchiglie. Era color creta, un grigio scuro, nettamente in contrasto con il bianco brillante.

Stringevo manciate di conchiglie tra le mani e le portavo fuori dall’acqua. Le guardavo, le scrutavo e ad ogni manciata, speravo di addocchiarne una diversa, speciale.

Non sapevo quanto tempo fosse passato, forse mezz’ora, forse dieci minuti. Per l’ennesima volta ero piena, sazia di acqua e natura.

Sale e conchiglie.

Storie e racconti.

Iniziavo a pensare di averne abbastanza quando Mattia mi dice:

“Io sarei a posto…”

“Anche io…”

Avevamo ascoltato il silenzio.

Avevamo imparato abbastanza.

Erica, anzi Atmosferica.

Attivate l’Amore.

Una mattinata tranquilla, riflessiva e meditativa, mi ha chiesto di riflettere sull’Amore.

Ho deciso così di isolarmi, trovare un piccolo angolo di pace, dove abbandonarmi alla quantità di Amore, Verità e Purezza che questo cammino mi sta continuamente regalando.

Guardo con Amore posti meravigliosi, paesaggi incantevoli dai colori impensabili. Scatto fotografie, respiro profondamente a pieni polmoni, mi prendo il tempo necessario per godere di una bella sensazione o del sapore dell’acqua salata.

Rido. Rido tantissimo.

Spesso senza un chiaro motivo.

Ma rido. Lascio fluire ogni energia.

L’Amore mi sta aiutando a raccontare parole silenziose che gridano con forza la loro voglia di vivere.

Di uscire.

Oggi mi sento così.

Profonda e calma.

Mi sto fermando, ho bisogno del mio tempo e del mio spazio. Momenti di solitudine sento siano la giusta compagnia.

Vi invito a leggere lentamente:

Per mantenere attivo il flusso dell’Amore, oggi, trova il tempo di concentrarti ogni volta si presenti l’occasione, sui differenti profumi dell’Amore nel tuo Cuore. Quando li noti, il semplice atto di mettere attenzione all’Amore, aiuta a renderlo un’intima parte di te.

I profumi dell’Amore, includono, come segue: apprezzamento, gratitudine, diletto, affetto, idillio e attrazione personale.

Se apprezzi quanto deliziosa sia la mattinata, prenditi un momento per sentirlo e dì a te stesso: ” Questo è Amore!”.

Quando ti rallegri per una telefonata di un amico o per il sapore di un pranzo delizioso, dì a te stesso: “Questo è Amore. Queste non sono cose da niente!”

L’Amore è per sua natura gentile e molte esperienze sono infuse d’Amore anche se siamo entrati nell’abitudine di rendere l’Amore un’emozione grande e forte…

…può anche esserlo ma, provare gratitudine per una parola cortese, è altrettanto tenero quanto un idillio.

Quando cominci a notare questi profumi d’Amore, la tua consapevolezza si espande naturalmente, quindi, diventa più facile fare quei gesti di amorevole gentilezza e compassione che sono espressione del tuo vero “SÈ”.

Tutto comincia nella consapevolezza

specialmente l’Amore universale

di cui è imbevuta

l’intera creazione.

Namastè.

Deep Chopra – “Il potere delle energie vitali”


Camminavo sul pontile in legno di Hamelin Pool.

L’ennesimo paradiso.

Una piscina naturale dal dolce nome.

Nel tragitto da Kalbarri a Shark Bay, è stata una tappa meritevole.

Ora…

Attivate l’Amore e potrete percepire il silenzio delle mie parole.

Erica, anzi atmosferica.

Pink Lake.

Non potete nemmeno immaginare cosa è esploso dentro me, quando si è aperta davanti ai miei occhi quella distesa di acqua rosa. Non riuscivo a credere che potesse esistere davvero un lago naturale di quel colore. Sembrava finto, sembrava davvero di guardare un quadro.

Un quadro dai colori surreali, dipinto in un momento di sana pazzia.

Stavamo viaggiando da un’ora abbondante. Ripartiti da Geraldton in mattinata eravamo diretti a Kalbarri. La notte di capodanno l’abbiamo trascorsa al Foreshore Backpackers, un ostello che offre bellissime vedute sul mare, dove un gruppo di ragazzi viaggiatori, ci ha fatto compagnia nell’attesa della mezzanotte. È stato carino, sicuramente memorabile! Due passi di danza nell’unico locale del posto e qualche risata giusta.

Il giorno precedente, arrivati in ostello, una comunicazione scritta con gesso bianco compariva sulla lavagnetta posizionata giusto fuori dalla reception:

“Ore 19.30 cena di capodanno. Noi vi offriamo la pizza, voi portate da bere!”

Fantastico! Il destino ci aveva portato nel posto giusto. Loro ci offrivano la cena, noi abbiamo recuperato qualche birra Corona in un piccolo negozio trovato aperto per miracolo.

🙂

Eravamo tutti in viaggio, ci trovavamo lì di passaggio o magari per una vacanza di qualche giorno come il surfista calabrese che vive a Sydney da quattro anni. Era lì a godersi per qualche giorno il vento e le spiagge della costa ovest. Poi, c’era chi, come noi, era diretto alla scoperta del nord e chi, invece, sarebbe ripartito il giorno dopo procedendo verso Perth.

Questo è stato il nostro capodanno!

Dicevamo…

Siamo ripartiti quindi per Kalbarri, la sosta intermedia sarebbe stata Port Gregory, la casa naturale del tanto famigerato Pink Lake.

La prima parte di viaggio è stata davvero difficile. Il caldo era soffocante e sentire il sole battere sulla pelle era snervante. Mi coprivo con un telo da mare ma sudavo. Quaranta gradi, aria calda. L’acqua non dissetava molto ma continuavo a bere per non rischiare. Acqua. Acqua. Acqua. Ero seduta di fianco a Mattia, con la coda dell’occhio vigilavo, controllavo che andasse tutto bene. Ogni tanto gli chiedevo gestualmente come stesse procedendo:

Domanda: POLLICE IN SU (?)

Risposta: POLLICE IN SU (!)

Ok, tutto regolare.

Francesca era seduta dietro, per distrarsi dalla temperatura vulcanica ascoltava musica nelle cuffie e osservava il paesaggio scattando qualche fotografia.

Vando correva.

Ad un certo punto vedo un cartello che diceva:

“Port Gregory 5 km”

Ok, c’eravamo quasi, mancava poco.

All’improvviso, lo vedo.

Senza preavviso.

Non avevamo fatto cinque chilometri ma molti meno!

Forse uno.

La strada ha iniziato a costeggiare il LAGO ROSA, uno spettacolo della natura. In alcuni punti il colore era più intenso, in altri volgeva al bianco e mi sembrava latte. Sì latte. Le rive semi-rocciose dal colore rossastro creavano un perfetto accostamento. Strano ma azzeccato.

Come quando decidi cosa indossare prima di un importante appuntamento, e pensando ai vari colori del tuo guardaroba, non ti verrebbe mai in mente di vestire una maglietta di un rosa acceso e un pantalone rosso mattone.

Beh, decidi di provare comunque perchè alla fine dei conti quelli sono i due indumenti con cui ti sentiresti più a tuo agio. I tuoi preferiti.

Ti guardi allo specchio e rimani così.

Stranito.

“Caspita, non avrei mai pensato, ma sto una favola!”

Ho guardato Mattia. Senza dire niente.

Lui mi guarda e con una mimica facciale mi ha voluto semplicemente far capire che non credeva ai suoi occhi.

Franci invece esclamava: “Ma in che posto siamo???”

Ci siamo fermati al lato della strada, il caldo era scomparso, un venticello fresco faceva svolazzare la mia gonnellina gialla e non vedevo la fine del lago.

Era davvero gigantesco.

Senza parole.

Senza fiato.

Nel Western Australia è possibile ammirare numerosi laghi rosa. Per noi questo è il secondo. Il primo ha deliziato il nostro tour in bicicletta sull’isola di Rottnest. Quel lago, però, non mi aveva lasciata a bocca aperta come questo di Port Gregory. Era di un rosa meno intenso e ne potevo delineare i contorni, era più piccolo.

La colorazione di questi laghi è dovuta alla presenza di particolari alghe, come la Dunaliella salina, responsabili dei pigmenti colorati. Credo che anche a voi risulti strano immaginare ad un’alga rosa.
Ma dovete farlo.

Superate i vostri limiti, è il momento!

Vedremo altri laghi rosa?

Lo scopriremo strada facendo ma direi che posso ritenermi già fortunata.

Oggi siamo diretti a Denham dove campeggeremo per due notti. I prossimi tre giorni si prospettano super intensi di emozioni.

Sono curiosissima! Questo viaggio sembra conservare continue sorprese.

Nonostante la scarsa connessione sono felice di riuscire a comunicare sempre con voi, ho bisogno di scrivervi, ho bisogno di farvi scoprire queste meraviglie.

Pensiero guida: “Non ti scordare mai l’importanza di vivere dando libero sfogo all’energia. Non mancare mai di cogliere la bellezza di tutte le cose viventi. Questo giorno, anzi, questo preciso momento che stiamo condividendo, è un regalo. Sii vitale, ilare e curioso. Resta fedele alla tua missione di servizio disinteressato agli altri. A tutto il resto penserà l’universo.

“Il Monaco che vendette la sua Ferrari” – Robin S. Sharma

Erica, anzi Atmosferica.


TANTI AUGURI PAPÀ

Gennaio.

Tralasciando l’inizio del nuovo anno che quello è ovvio e scontato, vi parlo di Gennaio come il mese a me caro.
Nei trentun giorni che lo formano, nascevano tante vite per me essenziali o senza le quali non sarebbe nata la mia passione, la voglia insaziabile di raccontare.

Il 2 Gennaio 1956 nasceva Elio, il mio Papà.

Il 14 Gennaio 1991 nascevo io, Atmosferica.

Il 27 Gennaio 1966 nasceva Eleonora, la mia Mamma.

Già il mio mese, mi faceva sentire accolta tra le loro braccia. Nascevo io, un piccolo esserino dai capelli NERI color carbone, che poi sarebbero presto diventati chiarissimi. Ricordo ancora quando mamma Eleonora mi ha raccontato che dopo il primo taglio di capelli, sono diventata bionda.
Ero una piccola biondina con il codino a fontanella e con gli occhi del colore del mare.
Appena nata urlavo e piangevo mostrando a loro sin da subito la mia voglia di esplodere e di comunicare.

Il 10 Gennaio 1991 è nata Alice, una grande amica. Un amore incondizionato mi lega a lei dagli anni delle superiori. Mi ha sempre riscaldata con la sua voce, quando canta i brividi sono garantiti. Un’anima buona, profonda e sempre aperta. È vicina a me in tutto, a volte sembra lontana ma come chi vi parla di una vera amicizia, vi dico che l’amore vero non si allontana mai.

Alice, quanto mi manca.

Gennaio è inverno e inverso ma in verità vi dico che assaporarlo d’estate ha un altro gusto. Questo emisfero quest’anno, mi regalerà un compleanno caldo, estivo, chissà dove e con chi.

Lo gusterò, Gennaio. Lo proverò bollente, mi scotterà e mi lascerà un segno indelebile per il resto della vita.

Festeggerò i miei 25 anni in Australia.

Gennaio, il mese prima di Febbraio.

Benvenuto.

The Pinnacles Desert.

Se volete un commento alla giornata di ieri, posso iniziare con il dire WOW!

In viaggio, Vando avanzava come un soldato combattendo con le correnti di vento. Mattia alla guida manteneva un andamento tranquillo e non superava mai i limiti consentiti. L’Ingegnere è super preciso, ad ogni segnaletica che impone la velocità massima, la lancetta nel cruscotto si riassetta precisa. Non uno in più.

Lasciata alle nostre spalle Lancelin, dopo una ventina di chilometri, abbiamo anche provato l’ebrezza del posto di blocco. In mezzo al niente, su una strada infinita, uno squadrone di poliziotti dirottava le macchine al lato sinistro della strada. Un controllo categorico, preciso. Hanno chiesto a Mattia la patente e di soffiare cortesemente per tre secondi in un piccolo tubicino di plastica.

Quando non hai nulla fuori regola, un controllino ogni tanto ti fa anche piacere.

“Bravi ragazzi, fermateli tutti! Complimenti vivissimi per l’organizzazione.”

Il “The Pinnacles Desert” ci attendeva. Quando abbiamo visto il cartello, ho attivato tutti i sensi che nel relax del viaggio avevo per un momento disattivato. Mancavano 3.5 chilometri, Erica sveglia.

Pagato l’ingresso 12 dollari, c’era la possibilità di seguire un percorso a piedi, oppure di visitare il piccolo deserto colorato a bordo di Vando.

La maggioranza ha votato per la seconda opzione.

Vando era felice.

Una distesa di sabbia color ocra, si stendeva ampia e quasi pianeggiante. Per un attimo ho pensato alla Provenza. Migliaia di grandi pietre, stavano incastonate verticalmente come se qualcuno le avesse posizionate per formare chissà quale strana composizione. Erano tantissime, alte, basse, piatte o di spessore. A momenti pensavo che fossero state disposte in ordine di altezza, in altri le vedevo formare un cerchio oppure una fila indiana.

Vando seguiva un percorso di sabbia battuta delineato da piccole pietruzze e anche lui poteva vedere i giochi di luci e ombre che rendevano il paesaggio giallo, a volte marroncino oppure arancione. Le nuvole creavano questo effetto spettacolare e si muovevano velocemente giusto per rendere la visita ancora più affascinante.

Un percorso di circa 3 chilometri, suggestivo, emozionante. Siamo entrati gasati e curiosi, canticchiando canzoni italiane.

Siamo usciti in silenzio.

Colpiti ed estasiati.

“Un posto davvero strano” ha detto Mattia.

Macinando chilometri, il paesaggio si fa sempre più rosso. Proseguendo verso nord, cambiano le tinte delle rocce e il colore degli alberi.

Ora siamo a Green Head. Un altro campeggio per un’altra notte. Si cena prima del tramonto perché senza luce, qui, non si può fare altro che godersi la quiete e il cielo stellato. Francesca ogni tanto ricorda a me e a Mattia di alzare lo sguardo verso l’alto. Le stelle sono grandi, luminose e sembrano vicine anche se il cielo sembra molto più lontano del solito e più grande.

Siamo pronti ora a ripartire, altri 150 chilometri circa ci porteranno a Geraldton.

Stasera festeggeremo l’inizio del nuovo anno. Non ho la minima idea di dove alloggeremo, non vi so dire se qualcuno farà un brindisi con noi o se potrò augurare un 2016 ricco di belle sorprese a qualche anima buona in viaggio come me.

Posso dirvi che allo scattare della mezzanotte, guarderò il cielo e sarò felice.

Erica, anzi Atmosferica.

Take your time.

Non avere fretta.

Abbi sempre la fermezza di goderti ogni momento anche quello apparentemente più noioso. Dalla noia nasce creatività, nascono nuovi sogni e ispirazione. Abbi la forza di fermarti e di tenerti immobile, non pensare che ci sia qualcuno o qualcosa ad aspettarti. Niente aspetta ed ognuno va per la propria via. La cosa che devi fare è vivere lentamente, passo dopo passo ogni scoperta sarà meravigliosa se priva di aspettative.

Impara a vivere il presente. Non proiettarti nel futuro, tu sei Adesso e Ora.

Gli imprevisti faranno parte del gioco, ma tu GIOCA! Non prenderti mai sul serio, take your time e non avere fretta.

Tanti episodi ti guideranno in strade del tutto nuove, sconosciute ed inaspettate. Finirai con il fare sempre ciò che non ti eri prefissato e la vita sarà una continua piacevole scoperta.

Non pensare agli altri, pensa a te stesso. Prima di tutto esisti Tu.

Ho proposto ai miei compagni di viaggio di leggere insieme “Il monaco che vendette la sua Ferrari”, quel libro di cui vi avevo già parlato. Fino ad ora rimane il migliore che io abbia mai letto.

Quando abbiamo tempo, voglia e la giusta connessione, ne leggo un capitolo a voce alta. Cerco di dare l’intonazione giusta e di rendere l’ascolto piacevole.

Ieri, al calare della sera, ho letto qualche pagina e loro ascoltavano in silenzio, appassionati. Eravamo sdraiati, uno di fianco all’altro e Vando ci coccolava. Franci teneva gli occhi chiusi, Mattia era talmente attento che non sentivo nemmeno il suo respiro. L’idea di offrire loro la lettura mi gratifica, sono certa che non lo dimenticheranno e che darà a loro interessanti spunti di riflessione come li ha dati a me.

Poi in mezzo a tutta questa meraviglia ha un altro sapore.

È tutta un’altra storia.

Nonostante io l’abbia già letto pochi mesi prima della mia partenza, rileggerlo ora mi sta regalando tutt’altre sensazioni. In alcuni passaggi mi sembra di non averlo mai nemmeno sfogliato, rimango colpita da frasi che prima erano scrosciate via, senza fermarsi. Mi sembra nuovo.

Durante la lettura serale di ieri, mi ha colpito questa parte:

“Ad un tratto Julian mostrò una certa inquietudine, come se si sentisse a disagio: ‘John, prima d’ora non avevo mai aperto il cuore a nessuno. Ti chiedo scusa… è solo che tra quelle montagne ho provato un tale senso di purificazione, un così travolgente risveglio dello spirito nei confronti delle forze universali, che non posso fare a meno di far partecipi gli altri di quello che so.”

“Il monaco che vendette la sua Ferrari” – Robin S. Sharma

Questa citazione  mi ha rapita e riempita. Ho rivisto nelle “montagne” le Dune di Lancelin, ogni parola ha dato voce alla mia anima e stavo leggendo a loro, sto scrivendo a voi e “non posso fare a meno di far partecipi gli altri di quello che so”.

Mi sono un attimo inceppata con la lettura. Mi rendevo conto di essere distratta perché faticavo a dare l’intonazione giusta. Mi sono fermata e scusandomi ho detto ai ragazzi che dovevo prendere nota di qualche riga appena letta.

È proprio vero che ogni libro ha un diverso messaggio per te in ogni momento della tua vita. Anche a distanza di pochi mesi può regalarti altro.

Ancora una volta, prendetevi del tempo.

Take your time.

Questo libro vi regalerà bei silenzi.

Erica, anzi Atmosferica.

Lancelin.

Solo questa prima giornata di viaggio on the road, mi ha riempita talmente tanto che non oso immaginare quanto sarò piena alla fine di questa magica esperienza. Di tutto, assolutamente sazia di tutto.

Siamo partiti dalla città con molta calma verso l’ora di pranzo, il caldo era afoso e tra l’agitazione e l’adrenalina, si respirava tra noi un clima inspiegabile! Davvero non ve lo riesco a spiegare! Non vedevamo l’ora di accendere i motori e partire ma non volevamo farlo senza prima esserci assicurati di avere tutto l’indispensabile, senza prima aver posizionato al posto giusto oggetti, scatole e arredi che avrebbero potuto prendere il volo alla prima frenata di Vando.

Dopo pochi chilometri già si aprivano spazi verdi, spazi deserti e lunghe strade senza fine. Ho attivato al massimo i miei sensi, catturavo immagini, sensazioni e suoni. Stavo seduta sul sedile posteriore, arrivava poca aria e bevevo molta acqua. Sudavo ma stavo bene. Franci e Mattia davanti a me erano felici, lei canticchiava sorridendo, lui muoveva la testa a ritmo di musica.

Direzione Lancelin. Le Dune di Lancelin sono famose per lo spettacolo mozzafiato di sabbia fina e bianca che, grazie al vento, va a dare lineamenti delicati e morbidi al paesaggio.

Giunti a destinazione dopo un’ora e trenta circa, eravamo euforici. Avvicinati alla costa, abbiamo ritenuto opportuno goderci la spiaggia e il mare per il pomeriggio e poi, quando il sole sarebbe diventato meno caldo, saremmo andati a scoprire le dune, situate a poche centinaia di metri da noi.

Sono rimasta piacevolmente sorpresa dal mare. Le onde erano praticamente inesistenti, non c’era troppo vento e l’acqua era cristallina. Ho subito pensato che avevo bisogno di fare un bagno di quelli giusti e rifocillarmi dal caldo viaggio. Mi lasciavo cullare, galleggiavo in posizione stellare. Franci la vedevo, faceva lo stesso.

🙂

Eravamo estasiati da quello che vedevano i nostri occhi. Parecchie barchette erano ormeggiate nella baia e sulla destra un isolotto dava quel tocco in più.
Buttando l’occhio a sinistra, invece, le vele colorate dei surfisti mi hanno fatto subito pensare che il vento, da quella parte, fosse bello potente. Noi eravamo al riparo, da quella parte volavano.

Tra noi oggi è stata una giornata abbastanza silenziosa. Penso che ognuno sia in viaggio prima di tutto con la propria anima, le emozioni sono forti e metabolizzarle è impegnativo. Sono tanti i pensieri che mi frullano in testa e penso sia lo stesso per loro. Elencandone qualcuno posso dirvi che mi sento fortunata, libera e finalmente lontana dalla città. Mi manca la mamma, la mia famiglia e le mie amiche e vorrei che tutti potessero essere qui con me anche solo per un secondo. Sono curiosa, non vedo l’ora di andare alla scoperta del nuovo e tenerlo poi stretto stretto tra i miei ricordi di quando sarò più grande. Mi sento a contatto con la natura, con il vero. Poche cose sono necessarie e mi accorgo di quante piccolezze e stupidate sempre considerate di prima importanza, siano diventate secondarie.

Dopo una breve siesta in compagnia di Vando parcheggiato all’ombra di un grande albero, abbiamo deciso di passare la notte a Lancelin. Un campeggio distava 500 metri da noi.

Il tempo di chiedere all’ingresso se ci fosse disponibilità e via…abbiamo pagato 40 dollari per lo spiazzo alla signorotta ed era fatta. Avevamo una casa!

I cinque minuti a piedi per raggiungere le dune, sono stati suggestivi. In lontananza vedevo queste colline dai lineamenti morbidi e non capivo quanto fossero distanti. Potevano essere mille metri come cento. Non ne capivo la grandezza e non avevo metri di paragone.

Credo di avere difficoltà ad esprimere a parole quello che vedevo e sentivo. Un mix di brividi e batticuore. Non vedevo l’ora di essere lì, ai piedi di quello spettacolo e salire su! Salire su fino al punto più alto. Sentire la sabbia sotto ai piedi e giocare tra i dislivelli.

Eravamo distanti l’uno dall’altro almeno una cinquantina di metri. Ognuno se la godeva in solitaria e in silenzio.

Vedevo Franci seduta sulla sabbia lassù, non capivo quanto distante fosse. Mattia, invece, correva verso un punto per lui fantastico per scattare una foto.

Io stavo lì, ho appoggiato lo zaino, mi sono levata le infradito e guardavo l’orizzonte. Lontano vedevo il mare, queste colline di sabbia fina erano davvero incredibili! Sembrava un pezzo di deserto, una fetta di paradiso, non ve lo so spiegare!

Rientrando in campeggio, di nuovo silenzio. Eravamo scossi, senza parole. Penso che questo posto sia stato magico per tutti e tre. Si sentiva solo il rumore dei nostri passi e del tallone che sbatteva sulla suola delle infradito.

Vando ci aspettava a braccia aperte. Quando lo vedo parcheggiato da lontano, mi emoziono e penso:

“Sto davvero per fare il giro dell’Australia su un Van. Lo sto già facendo!”.

Abbiamo fatto una doccia, ci siamo cucinati la pasta e abbiamo apparecchiato con tovagliette a righe nere e bianche il nostro tavolino rosso. La nostra candela, anch’essa rossa, riscaldava l’Atmosfera e tra noi continuavano i momenti di silenzio. Una musica di sottofondo ci coccolava e alle sette e trenta è calato il sole.

La giornata ci ha salutato con un tramonto rosa, arancione e giallo. Le nuvole bianche erano contornate da un rosa più intenso e si sentiva l’odore del mare.

Ciao Lancelin, grazie dei tuoi silenzi.

Erica, anzi Atmosferica.


Tutte le foto le carico quanto prima sulla pagina Facebook.

Ciao Perth.

Cara Perth, questo è un Ciao e non un addio. Tra un paio di settimane saremo di nuovo da te, nonostante tu non mi sia mai piaciuta fino in fondo, ti voglio ringraziare.

Non ti ho mai sentita mia e mi hai accolto con un grande silenzio. Forse hai fatto apposta, mi hai fatto uno scherzo. Mi aspettavo molto più rumore da te, molto più forte, ma quello della mia anima lo superava di netto.

Un mese e mezzo a parlarti, un lungo periodo a farti domande. Devo dire che a tuo modo mi sei stata vicina, mi hai coccolata e mi hai perlomeno ascoltata.

Nonostante tu non sia il mio prototipo di città, è stato piacevole stare in tua compagnia. Sei stata a tuo modo profonda ma non rispecchi le caratteristiche che ricerco e non hai delle qualità per me fondamentali.

Ti dico arrivederci con i miei due nuovi amici. Sì, posso ringraziarti per avermi fatto incontrare loro, quello sì.

Grazie!

Mi hai fatto anche divertire, mi hai portata a ballare. Siamo uscite a cena e mi hai offerto qualche aperitivo.

Grazie Perth, ma ora devo andare…

🙂

Penso che Vando mi potrà offrire di più, anche in mezzo al niente. Anche se non ci saranno tutti quei grattaceli per i quali tanto ti vanti, Lui mi regalerà più emozioni.

Forse non mi porterà in bei locali, non mi offrirà comodità e grandi spazi ma penso che una birretta su una spiaggia in sua compagnia, varrà più di qualsiasi offerta tu mi possa fare.

È un arrivederci Cara Perth. Spero di tornare a festeggiare con te il mio compleanno. Il 14 gennaio.

Ti farebbe piacere?

Potresti organizzarmi una festa e riunire tutti i miei nuovi amici. Inglesi, brasiliani, francesi, australiani e italiani.

Eddddaaai, che ti costa?

Fammelo un regalo!

Ora devo salutarti. Grazie di tutto e miraccomando fai la brava!

Erica, anzi Atmosferica.

Meno Uno.

Tra canzoni, poesie e pensieri mi sono persa.

Forse volete tutti un po’ di news sostanziose sulla mia vita qui e sui miei piani.

Forse volete sapere del lavoro. Bene, dopo quattro settimane, ho dato le mie dimissioni. Ovviamente lo dico in tono scherzoso. Ogni datore di lavoro, soprattutto i gestori di bar e ristoranti, qui sono abituati ad avere come dipendenti folli viaggiatori che vanno e vengono. Siamo in tanti a cercare un’occupazione giusto per guadagnare qualche spicciolo per poi partire di nuovo, ad essere in continuo ascolto verso quelli che sono i nostri sogni di viaggio e a voler essere protagonisti delle nostre avventure proprio come ce le immaginiamo. Ho quindi avvisato Eric, il grande boss, dicendogli che la mia partenza si stava avvicinando. Mi ha guardato con i suoi occhi azzurri e la sua risposta è stata: “Ok, no problem! Enjoy Australia!”

Ho lavorato come cameriera, hanno subito avuto fiducia in me tanto che mi facevano anche riscuotere il conto alla cassa. Ho avuto le mie piccole soddisfazioni, qualche mancia da chi mi aveva preso in simpatia e sosteneva che il mio servizio fosse stato EXCELLENT.

WOW! Thank you!

Ho servito i clienti sempre con un grande sorriso, è stata indubbiamente una nuova esperienza che mi ha formata e ho imparato come si lavora qui in grandi locali molto affollati. Il metodo di lavoro è totalmente diverso da quello seguito in Italia e il clima nei momenti di stress anche. Anche sotto pressione, nessuno perde il buon umore.

Ciao Fast Eddy’s, ci rivediamo nella prossima vita.


A casa con Lewis tutto procede bene. Siamo diventati amici e mi dispiace molto dover abbandonare questa mia prima casetta sulla costa ovest con vista mozzafiato. Tanti tramonti rimarranno nelle mie memorie fotografiche, le chiacchiere sul balcone al calar della sera e qualche notte insonne a causa dei miei troppi pensieri. Chissà quale sarà il mio prossimo alloggio e chissà soprattutto di che tipo sarà! Non sapere dove dormirò da domani non mi preoccupa. So che insieme ai miei compagni di viaggio, sarà divertente.

Questi giorni prima della partenza mi hanno resa ancora più convinta della mia decisione. Sono felice di partire con Mattia e Francesca. Lui è davvero forte, ci facciamo un sacco di risate per stupidate e per quel che riguarda i suoi gusti musicali è davvero UN GIUSTO. Ci scambiamo sguardi di intesa ed è diventato il primo giudice dei miei articoli. Ogni giorno attendo il suo voto, da 1 a 10. Fino ad ora sono arrivata a toccare un otto e mezzo pieno. È severo l’Ingegnere! Francesca con quei suoi riccioloni sbarazzini è davvero un sole. Ricercherò sempre la sua risata contagiosa e la sua comprensione da Donna a Donna. Mi piace parlare con lei e confidarmi, è dolce e anche con lei l’intesa è molto forte.


Nella foto vedete Perth illuminata, fotografata in una delle mie passeggiate di rientro a casa. Sulla destra vedete la Perth Arena contornata di luci e il palazzo di mezza misura al centro dell’immagine è Casa Mia! Sì! Vi ho fatto vedere anche la mia reggia! Io sono lassù, al tredicesimo piano e vedo tutto dall’alto. Ma proprio tutto!

Ho scrutato il mondo dai piani alti e ho capito tante cose. Una di queste è sicuramente la voglia di viaggiare.

I want to travel!


Si parte amici, domani si parte! Oggi dobbiamo ultimare l’arredamento del Van e fare un planning per domani. La mattina saremo impegnati a Perth per le ultime commissioni prepartenza ma nel primo pomeriggio ci metteremo a bordo del nostro mezzo e ci faremo guidare verso Lancelin.

Le dune di Lancelin si trovano a 127 chilometri a nord rispetto alla città. Un paradiso di sabbia bianca e lucente, sta lì a ridosso dell’oceano indiano.

Insieme a noi, potrete godere dello spettacolo.

Erica, anzi Atmosferica.