Fermerei il tempo per avere la calma di spiegarti come mi sento. Ora.
Tra dieci minuti già mi sentirò diversa perché il tempo passa, l’energia fluisce e nulla si può fermare.
Voglio descriverti cosa sento quando esco da una lezione di Yoga. Sento la pancia vuota, la testa libera, mi sento leggera e aperta. Capisco solo ora quelli che dicevano che trovavano la loro dimensione in questa disciplina, quelli che ne parlavano coinvolti e motivati, quelli che io guardavo con aria titubante.
Parevano su un altro pianeta.
Sì perché ho sempre reputato lo Yoga una pratica stupida e statica. Anche io l’ho sempre visto come uno sport che più che stimolare i muscoli, stimolasse il sonno.
Ho scoperto, invece, che i protagonisti sono proprio i muscoli che lavorando cercano equilibrio tra energia e forza.
L’equilibrio devi cercarlo tu in realtà, devi mettere il tuo corpo nella condizione di adagiarsi, di fermarsi, nonostante le posizioni siano tutt’altro che semplici e la gravità ti tira costantemente verso il basso. Lì poi, con il respiro e la concentrazione devi restare in quel punto. Dipende tutto da te.
Una nuova passione?
Può darsi.
Sicuramente la vita mi ha offerto la possibilità di capire lo Yoga, in un momento in cui tutto era fermo.
Io ero in movimento ma tutto il resto fermo. Immobile.
Pensieri pesanti, respiro poco sciolto e corpo sempre in tensione. Piattezza emotiva, un momento difficile e duro, la città schiacciava ogni spinta e la forza veniva a mancare.
Ho provato ad avvicinarmi a lui, mi chiamava e ho accettato il suo invito. Ero pronta e l’ho capito.
Mi ha fatto comprendere che è importante ascoltare il proprio corpo, mi ha fatto sudare, mi ha fatto espellere tossine ed energie negative, mi ha liberato l’anima e mi ha fatto venire ancor di più, la voglia di coltivare la più bella relazione d’amore. Quella con me stessa.
Muovo il mio corpo, libero le tensioni, mi concentro sul presente e sul respiro. Inspirazione ed espirazione, sono fondamentali. A volte anche con la bocca aperta. Quanto è bello buttare fuori tutto, così, con un respiro. Non che abbia imparato del tutto eh… Ancora adesso qualche volta mi dimentico di respirare.
Apnea.
Mi sono innamorata di me stessa e sono felice di trovare libertà e rinascita in una disciplina che potrò coltivare nel futuro dove vorrò, quando e con chi.
Ricordero per sempre, però, come e dove tutto ciò è avvenuto. Una magia che mi ha salvato, una chiamata che ho sentito chiara.
Sto bene grazie al mio corpo e al mio istinto. Sto bene grazie ad una scoperta che non è una città, non è una persona o un oggetto prezioso.
Sto bene grazie alla vita, al mio mondo e alla mia continua crescita interiore.
Sydney, in questo caso, è un contorno gustoso e anch’esso mai provato prima. Forse anche lei aiuta a rendere tutto speciale, anzi… Sicuramente.
Non sono i grattacieli possenti e non è lo spettacolo che vedo ogni sera dal balcone di casa. Non sono delle scarpe nuove che nel giro di pochi mesi saranno consumate e non è l’autunno in arrivo che presto finirà. Non sono le foglie che ancora non cadono o il freddo che freddo non è e forse non sarà mai.
È Sydney e io sono una viaggiatrice in sosta. È senz’altro il mare che sento urlare tra un respiro e l’altro, è quel posto che ogni volta che ci vado mi sembra magico. Ancor più della volta prima. Il mare con la luce e con il buio. Il mare e basta.
È la vita che è una grande opportunità ed è il mondo che va ascoltato perché ha molto da dire.
Erica, anzi Atmosferica.