Ciao Perth.

Cara Perth, questo è un Ciao e non un addio. Tra un paio di settimane saremo di nuovo da te, nonostante tu non mi sia mai piaciuta fino in fondo, ti voglio ringraziare.

Non ti ho mai sentita mia e mi hai accolto con un grande silenzio. Forse hai fatto apposta, mi hai fatto uno scherzo. Mi aspettavo molto più rumore da te, molto più forte, ma quello della mia anima lo superava di netto.

Un mese e mezzo a parlarti, un lungo periodo a farti domande. Devo dire che a tuo modo mi sei stata vicina, mi hai coccolata e mi hai perlomeno ascoltata.

Nonostante tu non sia il mio prototipo di città, è stato piacevole stare in tua compagnia. Sei stata a tuo modo profonda ma non rispecchi le caratteristiche che ricerco e non hai delle qualità per me fondamentali.

Ti dico arrivederci con i miei due nuovi amici. Sì, posso ringraziarti per avermi fatto incontrare loro, quello sì.

Grazie!

Mi hai fatto anche divertire, mi hai portata a ballare. Siamo uscite a cena e mi hai offerto qualche aperitivo.

Grazie Perth, ma ora devo andare…

🙂

Penso che Vando mi potrà offrire di più, anche in mezzo al niente. Anche se non ci saranno tutti quei grattaceli per i quali tanto ti vanti, Lui mi regalerà più emozioni.

Forse non mi porterà in bei locali, non mi offrirà comodità e grandi spazi ma penso che una birretta su una spiaggia in sua compagnia, varrà più di qualsiasi offerta tu mi possa fare.

È un arrivederci Cara Perth. Spero di tornare a festeggiare con te il mio compleanno. Il 14 gennaio.

Ti farebbe piacere?

Potresti organizzarmi una festa e riunire tutti i miei nuovi amici. Inglesi, brasiliani, francesi, australiani e italiani.

Eddddaaai, che ti costa?

Fammelo un regalo!

Ora devo salutarti. Grazie di tutto e miraccomando fai la brava!

Erica, anzi Atmosferica.

Meno Uno.

Tra canzoni, poesie e pensieri mi sono persa.

Forse volete tutti un po’ di news sostanziose sulla mia vita qui e sui miei piani.

Forse volete sapere del lavoro. Bene, dopo quattro settimane, ho dato le mie dimissioni. Ovviamente lo dico in tono scherzoso. Ogni datore di lavoro, soprattutto i gestori di bar e ristoranti, qui sono abituati ad avere come dipendenti folli viaggiatori che vanno e vengono. Siamo in tanti a cercare un’occupazione giusto per guadagnare qualche spicciolo per poi partire di nuovo, ad essere in continuo ascolto verso quelli che sono i nostri sogni di viaggio e a voler essere protagonisti delle nostre avventure proprio come ce le immaginiamo. Ho quindi avvisato Eric, il grande boss, dicendogli che la mia partenza si stava avvicinando. Mi ha guardato con i suoi occhi azzurri e la sua risposta è stata: “Ok, no problem! Enjoy Australia!”

Ho lavorato come cameriera, hanno subito avuto fiducia in me tanto che mi facevano anche riscuotere il conto alla cassa. Ho avuto le mie piccole soddisfazioni, qualche mancia da chi mi aveva preso in simpatia e sosteneva che il mio servizio fosse stato EXCELLENT.

WOW! Thank you!

Ho servito i clienti sempre con un grande sorriso, è stata indubbiamente una nuova esperienza che mi ha formata e ho imparato come si lavora qui in grandi locali molto affollati. Il metodo di lavoro è totalmente diverso da quello seguito in Italia e il clima nei momenti di stress anche. Anche sotto pressione, nessuno perde il buon umore.

Ciao Fast Eddy’s, ci rivediamo nella prossima vita.


A casa con Lewis tutto procede bene. Siamo diventati amici e mi dispiace molto dover abbandonare questa mia prima casetta sulla costa ovest con vista mozzafiato. Tanti tramonti rimarranno nelle mie memorie fotografiche, le chiacchiere sul balcone al calar della sera e qualche notte insonne a causa dei miei troppi pensieri. Chissà quale sarà il mio prossimo alloggio e chissà soprattutto di che tipo sarà! Non sapere dove dormirò da domani non mi preoccupa. So che insieme ai miei compagni di viaggio, sarà divertente.

Questi giorni prima della partenza mi hanno resa ancora più convinta della mia decisione. Sono felice di partire con Mattia e Francesca. Lui è davvero forte, ci facciamo un sacco di risate per stupidate e per quel che riguarda i suoi gusti musicali è davvero UN GIUSTO. Ci scambiamo sguardi di intesa ed è diventato il primo giudice dei miei articoli. Ogni giorno attendo il suo voto, da 1 a 10. Fino ad ora sono arrivata a toccare un otto e mezzo pieno. È severo l’Ingegnere! Francesca con quei suoi riccioloni sbarazzini è davvero un sole. Ricercherò sempre la sua risata contagiosa e la sua comprensione da Donna a Donna. Mi piace parlare con lei e confidarmi, è dolce e anche con lei l’intesa è molto forte.


Nella foto vedete Perth illuminata, fotografata in una delle mie passeggiate di rientro a casa. Sulla destra vedete la Perth Arena contornata di luci e il palazzo di mezza misura al centro dell’immagine è Casa Mia! Sì! Vi ho fatto vedere anche la mia reggia! Io sono lassù, al tredicesimo piano e vedo tutto dall’alto. Ma proprio tutto!

Ho scrutato il mondo dai piani alti e ho capito tante cose. Una di queste è sicuramente la voglia di viaggiare.

I want to travel!


Si parte amici, domani si parte! Oggi dobbiamo ultimare l’arredamento del Van e fare un planning per domani. La mattina saremo impegnati a Perth per le ultime commissioni prepartenza ma nel primo pomeriggio ci metteremo a bordo del nostro mezzo e ci faremo guidare verso Lancelin.

Le dune di Lancelin si trovano a 127 chilometri a nord rispetto alla città. Un paradiso di sabbia bianca e lucente, sta lì a ridosso dell’oceano indiano.

Insieme a noi, potrete godere dello spettacolo.

Erica, anzi Atmosferica.

Parole in circolo.

È il titolo di una canzone.
La canzone del momento.
Del mio momento.

Penso succeda anche a te.
Non ti capita mai di ascoltare quella canzone in cui ti ritrovi e il ritmo ti entra dentro sintonizzandosi sulla stessa frequenza della tua anima?

Quella diventa la canzone del TUO periodo.
Ogni momento è buono per ascoltarla oppure è proprio lei che in momenti particolari ti viene a cercare, raggiunge i tuoi sensi. All’improvviso la senti alla radio, qualcuno la sta ascoltando, la senti in televisione o un amico corre da te dicendoti:

“Devo farti ascoltare una canzone troppo bella!”

E puntualmente è quella.
Cazzo è quella. La TUA canzone.
MA comunque non lo dici, lo tieni per te.

È anche vero, però, che le canzoni degli altri non debbano a tutti i costi trasmettere qualcosa anche a noi. Le emozioni sono talmente soggettive che non si può pretendere di regalare una nostra canzone a qualcuno che inevitabilmente non potrebbe capirne il valore, il significato, il nostro segreto.

Ognuno nella musica si ricerca, si ascolta e prova a ritrovarsi.
La cosa figa è che è per tutti.

Per non parlare dei gusti!
Ho sentito dire che le canzoni italiane valgono meno di zero, se è troppo lenta mette la depressione, se è troppo ritmata mette l’ansia.

Insomma…

…il mio invito oggi è:

cerca di abbandonare per un momento le tue preferenze e frequenze musicali e leggi il testo della canzone del MIO periodo.

Sarà solo una riflessione, oppure nella tua mente risuonerà la melodia perché in qualche modo è anche del TUO periodo. Non posso riproporti il videoclip perché non è ancora disponibile essendo un album nuovissimo. Ti avevo già parlato di Marco Mengoni, lui è molto presente nei MIEI periodi.

Apriti a nuovi suggerimenti, esci dai tuoi schemi, proponi nuove canzoni e sii disposto ad ascoltarne delle altre da te da sempre etichettate come
“SPAZZATURA PER LE MIE ORECCHIE”.

Quando uscirà il video non esiterò ad avvisarti. Per il momento puoi solo acquistare il brano per sentirti vicino a me!

Erica, anzi Atmosferica.


Aggiornamento del 23/12/2016:
Sono seduta alla scrivania, sono al lavoro, in Italia.
L'Australia è nel mio cuore e questa canzone è ancora del MIO periodo.
Ecco il link:
https://www.youtube.com/watch?v=RTUykrwkqbk

🙂


 

Credo che ognuno abbia il suo modo di star bene

in questo mondo che ci ha intossicato l’anima.

E devi crederci per coltivare un sogno

su questa terra spaventosamente arida.

Io l’ho vista sai, la vita degli illusi,

con le loro dosi di avidità e superbia

che per combatterli, ti giuro, basta poco:

devi interdirli con un po’ di gentilezza.

 

Un’alluvione mi ha forgiato nel carattere

però il sorriso dei miei mi ha fatto crescere.

Se qualche volta ho anche perso la testa

però l’amore mi ha cambiato l’esistenza.

Quante cose fai che ti perdi in un attimo?

Quanti amici hai che se chiami rispondono?

Quanti sbagli fai prima di ammettere che hai torto?

Quanti gesti fai per cambiare in meglio il mondo?

 

Credo che ognuno abbia una strada da percorrere

ma può succedere che non ci sia un arrivo.

E quanti piedi che s’incroceranno andando,

ma solo un paio avranno il tuo stesso cammino.

Ne conosco gente che sta ancora in viaggio

e non si è mai chiesta in fondo quale sia la meta…

sarà che forse dentro sono un po’ Re Magio

e cerco anche in cielo una stella cometa.

 

Una passione mi ha cambiato nella testa

ma sono un sognatore con i piedi a terra.

Cerco di trarre da ogni storia un’esperienza

e di sorridere battendo la tristezza.

 

Libero, libero, libero, mi sento libero.

Canto di tutto quello che mi ha dato un brivido.

Odio e ti amo e poi amo e ti odio.

Finché ti sento nell’anima non c’è pericolo.

Dicono che è un’altra ottica, se resti in bilico.

Dicono che più si complica più il fato è ciclico.

Dicono, dicono, dicono parole in circolo…

parole in circolo.

 

Marco mengoni – “Parole in circolo” dall’album “Le cose che non ho”

 

 

Un Van per Natale.


Happy Christmas cari amici lettori.

Mentre scrivo mi lascio cullare da una musica brasiliana. Non avrei mai pensato di festeggiare il Natale nell’altro emisfero, lontano dalla mia famiglia e dalle persone che ogni anno sento vicine. Pensa un pò la vita quanto è strana.

Malinconia?

No lo sto vivendo molto bene. Ieri sera abbiamo fatto una grande festa a ritmo latino. Ci siamo trovati tutti a casa di Paolo e i suoi coinquilini brasiliani. Franci e Mattia erano dei ballerini e il calore BRASILEIRO riscaldava e riempiva di gioia l’atmosfera.

Abbiamo anche festeggiato il nostro regalo di Natale! Finalmente abbiamo un mezzo che ci porterà a sognare! È stato davvero emozionante ritirarlo…

…eravamo agitati.

Alla guida Mattia era super gasato, tre italiani a bordo di un Van. Mai circolati in Australia, tutto al contrario, io continuavo a ridere, loro anche.

Sentivo la carica di gioia provenire dal sedile posteriore, Franci era troppo contenta! Matti contrastava la sua euforia mantenendo una concentrazione da Ingegnere.

Doveva essere assoluta!

In strada non si scherza.

Siamo partiti subito alla volta dell’Ikea dove, dopo un parcheggio degno di nota, abbiamo preso le misure di tutti gli spazi da riempire. Contenitori di plastica, stendino  da campeggio, tavolino pieghevole, bicchieri di plastica e sacche da appendere con ganci, materasso, ciotoline colorate.

Il tema dell’arredamento sarà A COLORI! Tutto ciò che è colorato, va bene per il nostro Van.

Ho voluto immortalare con un video la nostra partenza. Vi volevamo rendere partecipi della nostra prima vera soddisfazione. Si percepisce il clima divertente tra noi, equilibrato e variegato.

Eccolo!

Nella foto lo vedete. Se questa foto potesse parlare, direbbe che il Mitico Mitsubishi, stava lì. Tra un mondo bianco e nero e una fantasia colorata. Tra la città e paesaggi infiniti. Tra quello che era fino a ieri e quella che finalmente tra pochi giorni sarà.

TUTTO SI COLORERÀ.

Da oggi tutto cambierà.

Di nuovo Buon Natale, vi abbraccio.

Erica, anzi Atmosferica.


“Avanzate fiduciosi in direzione dei vostri sogni, sforzatevi di vivere la vita come l’avete immaginata! Dentro di voi c’è una grande sete di avventura!”

Persona molto speciale per Mattia.

Selvaggia.

Tutto ciò che prima di partire mi identificava esteriormente, ora è solo un lontano ricordo. Chi mi conosce bene potrebbe notare in me un cambiamento apparente mentre chi mi conosce bene bene, saprebbe sicuramente decifrarlo e trovare riscontro in una trasformazione interiore.

Mi piaceva avere uno stile particolare in ogni situazione, mi veniva naturale e non impiegavo ore a scegliere i vestiti davanti all’armadio. Amavo avere l’orecchino giusto e le unghie sempre in ordine, perfette.

Il rossetto rosso nelle uscite serali non mancava mai e soprattutto ultimamente, mi sentivo in gran forma sventolando i miei boccoli biondi come trofei.

I tacchi li ho sempre sfoggiati solo quando credevo che la mia altezza non sarebbe bastata. Dovevo essere più alta. Dovevo farmi notare.

Qui non è così.

Erica vuole natura e naturalezza. A parte qualche occasione speciale, quelle tre magliette e shorts di jeans, si alternano. L’infradito va per la maggiore ma se proprio devo indossare scarpe, Adidas.

Nell’armadio mille vestitini mai indossati. Quasi quasi farei un pacco e li spedirei a casa. Credo di avere un’essenza prevalentemente “Fighetta” che però in questa esperienza è stata accantonata. Conservata in un cassetto che andrò ad aprire a tempo debito.

I capelli crescono sempre più, li lego con un elastico ogni volta che sento caldo. Sono abbastanza selvaggi, disordinati ma comunque con un senso.

La mia amica ALICE sarà FELICE.

La mia fissa per smalto perfetto su piedi e mani sta passando in secondo piano. L’abbronzatura risalta le mie lentiggini e un filo di mascara mi basta per vedermi bella e valorizzare i miei occhi chiari.

Ora non esco di casa senza il mio zaino rosso. All’interno una sciarpa, un maglione, telo da mare, occhiali da sole, passaporto e acqua.

Così, molto selvaggia 🙂 .

Non avrei mai pensato di vedermi così davanti a uno specchio.

Eppure sto bene. È il giusto stile per affrontare questa Australia. Pochi grilli per la testa e via andare!

La figata è che questa trasformazione è appena iniziata e sono troppo curiosa di vedere dove mi porterà.

La “Fighetta” al naturale.

Selvaggia.

Ci sta!


Ieri, tornata a casa dopo un pomeriggio infernale con Mattia e Francesca sotto il sole che riscaldava il nostro candido viso con i suoi 41°C, mi sono guardata allo specchio.

Ero accaldata e rossa paonazza. Sentivo il calore trasudare dalla pelle e i capelli che avevo bagnato alla fontana, erano già asciutti.

Sì esatto, c’era quel tipo di caldo da ‘bagno nella fontana del parco’.

Io e Mattia ci siamo completamente annaffiati.

Dicevo…arrivata a casa, volevo fresco e togliere dai piedi le scarpe.

Volevo togliere le scarpe.

Dovevo togliere le scarpe.

Le Adidas nere e bianche.

(Non sapete i chilometri che sto facendo con quelle scarpe. Come minimo quando tornerò a casa le appenderò al chiodo, come fanno le ballerine di danza classica con le punte.)

Camminavamo, camminavamo, ci guardavamo, senza dire troppe parole e poi camminavamo. Ultime pratiche per l’acquisto del nostro mitico Van Mitsubishi: passaggio di proprietà, assicurazione contro terzi e assistenza stradale in caso di guasto.

Ad ogni modo…

Se veramente Babbo Natale esiste, oggi sarà nostro.

Inizieremo quindi ad arredare il nostro salotto, capire come disporre ciò di cui abbiamo bisogno nella nostra nuova casa e compreremo l’indispensabile. Non il superfluo.

Un divano con penisola, un prezioso lampadario, una cucina in acciaio inox, un televisore al plasma e un dondolo da mettere in giardino.

Sky • Connessione Wi-Fi • Impianto Dolby Surround • PlayStation 4

AHAHAHA.

No.

Scherzo.

🙂

Prima tappa sarà Ikea. Faremo una lista dettagliata e utilizzeremo la nostra cassa comune da dove attingeremo denaro ogni qualvolta avremo bisogno di mantenere il nostro viaggio e il nostro super mezzo.

Sono molto agitata e non vedo l’ora di sentirmi libera su quel camioncino bianco. L’idea di scappare da questa città mi gasa e non vi potete immaginare la curiosità che ci assale ogni volta in cui pensiamo alle tappe che ci stiamo prefissando.

Siamo insofferenti.

Abbiamo sete.

Vogliamo esplorare!

AIUTO!! QUANTO MANCA???

Ok amici, devo uscire. Non voglio lasciarvi sempre con il fiato sospeso ma giuro che devo andare dal meccanico con Matti e Franci.

Sarà l’ultima volta.

Giuro che non ce ne andremo da lì se non con le chiappe sulle quattro ruote.

Brum Brum. Scaldate i motori!

Erica, anzi Atmosferica.

Hope – Speranza

La speranza ha da sempre caratterizzato ogni mia singola azione. Ho sempre sperato con ottimismo perché forse è l’unico modo per fare delle scelte con determinazione, intraprendere una strada invece che un’altra, decidere di seguire un consiglio o fare di testa propria.

La vita ti pone sempre davanti a bivi che puntualmente si rivelano incognite a cui viene difficile rispondere. Come se le carte fossero entrambe coperte e, su due piedi, ti trovi a dover decidere quale girare con la consapevolezza che non potrai mai più vedere che faccia nascondeva quell’altra.

Ho sempre seguito l’istinto e il sesto senso nel fare scelte di speranza, perché sì, secondo me lì tutto si concentra. Nell’immaginare sempre una verde realtà che colora ogni destino che sia scritto o meno.

Mi trovo qui, in Australia con la speranza che possa essere l’esperienza più significativa, piena e densa di insegnamenti che potessi mai scegliere per me. Ho la speranza che tutto questo mi porterà ad essere una grande persona, un’anima ancor più buona ma consapevole che la cattiveria può condire ogni giornata.

Ho la speranza di non deludere mai i miei genitori, di essere sempre un esempio per le mie sorelle minori e sempre un appoggio per quella maggiore.

Spero un giorno di poter raccontare quello che di più bello ho visto scorrere davanti ai miei occhi, perché ero lì e potevo osservarlo fino ad assaporarne le più sottili sfumature. Spero anche di essere di aiuto e di compagnia a quel qualcuno che non è in grado di fare scelte o di prendere coraggio per svoltare la propria vita.

Con lo stesso verde, spero che qualcuno leggerà la mie parole estrapolando la propria verità portandola a sé come uno stimolo pieno di energia.

Cambiamento.

Partenza.

Consapevolezza.

Arrivo.

Voglio vivere nella speranza che questa vita mi farà un bel dono. Non importa se il giorno di Natale non troverò nulla sotto l’albero, non sentirò il gelo dell’inverno e non potrò scartare i regali come ogni anno, la mattina, insieme alla mia famiglia.

Spero solo che questo Natale sia pieno per tutti di vita e di speranza.

Perché finché c’è vita, c’è speranza.

Erica, anzi Atmosferica.

Grazie Papà.

Oggi voglio parlarvi di Papà Elio. Già dopo le prime parole mi si stringe la bocca dello stomaco ma lascerò scrivere le mie mani, e tutto verrà naturale.

Un grande Papà, lavoratore e sempre presente anche con i suoi lunghi silenzi. Le sue poche parole mi hanno sempre indicato la strada, lasciandomi ogni volta la libertà di scegliere pur sentendomi guidata.

Nel momento del bisogno però, ha sempre saputo regalarmi quel che silenziosamente gli chiedevo. Dalla sua profondità ho appreso molti insegnamenti e tante delle storie che mi ha raccontato, saranno per me esemplari, per il resto della vita.

Cresciuto in una grande famiglia, era il più piccolo di sei fratelli. Quattro donne e due maschietti. Sin dalla nascita, un ambiente famigliare prevalentemente femminile e numeroso ha sempre caratterizzato la sua realtà rendendolo un uomo protettivo e sempre estremamente comprensivo.

Siamo assai simili. Due capricorni testardi ma pieni di amore e dolcezza. Mi ritrovo molto in lui e voi non lo sapete, ma il dono della scrittura l’ho assolutamente ereditato. È anche grazie alla mia partenza che molte porte si sono aperte e alcuni nodi sciolti, sono sicura di averlo reso un padre orgoglioso e sono certa di averlo sorpreso regalandogli attraverso i miei scritti, delle grandi emozioni.

Tanti pensieri che non sono mai riuscita a dire a parole, ora possono fluire senza ostacoli e senza paura, consapevole che dichiarare amore debba essere la prima ragione di vita.

Vi suggerisco quindi di trovare il modo per far sapere a chi amate tutto quello che avete dentro. Ogni giorno è prezioso e assumerebbe un valore inestimabile se solo riusciste a esprimere quello che siete e sentite per voi stessi, per la vostra famiglia, per il vostro Papà.

L’amore che lega i miei genitori, ha creato un grande impero. Quattro figlie, ognuna con i propri sogni e desideri, bisogni ed esigenze, caratteri diversi ma con la stessa linea guida.

Il loro grande amore.

Ringrazio dal profondo del mio cuore Papà e Mamma. Ogni volta che penso a loro mi viene un po’ di malinconia e sicuramente il fatto che sia così lontana, mi rende più vulnerabile, la mancanza è forte.

Ritornando al dono della scrittura, vorrei dirvi che da quando sono partita, ho scoperto in Papà Elio uno scrittore talentuoso. La mia lontananza da casa ha fatto scattare una molla in lui che mi permette di sentirlo ancor più vicino di quando ero sotto al suo stesso tetto.

Mi ha colpita, emozionata e lasciata senza parole. Mi ha scritto messaggi, pensieri e anche una poesia.

Quando l’ho letta il mio cuore ballava dalla gioia.

Non ho bisogno di aggiungere altro.

Buona lettura.


DON’T CRY

Ti capiterà

di guardare due occhi
e leggerne i pensieri,
sentire una parola
e percepire il suo vero valore, toccare una mano con gli occhi chiusi
e sapere dove ti potrà portare,
sentire il tuo cuore che si stringe e si espande perchè è vivo.
Desiderare di voltarti a guardare
ma senza rallentare la tua corsa.
Un sole accecante asciugherà le tue lacrime.

Il buio si popolerà di pensieri
come se viaggiassero contromano a piena velocità, ma ascolterai solo il tuo respiro.
Sei un fiore che sboccia
e l’aria è piena del tuo profumo.

_____

Mentre scrivevo pensavo a una canzone di Neil Young che alla tua età ho ascoltato fino a consumare il disco senza capirne una sola parola, forse già esistevi.

https://www.youtube.com/watch?v=_VrTSF-v8Vs


 Grazie Papà.

Erica, anzi La Tua Bambina.

Rottnest Island.

Ed eccoci che oggi mi presento con un articolo bello sostanzioso. Devo assolutamente parlarvi della giornata trascorsa sulla piccola isola della quale, con il sedere in sella di una bicicletta, ho potuto godere ogni spettacolo.

La giornata è partita abbastanza presto. Treno per Freemantle (ricordate?) e dopo una ricca colazione, traghetto fino a destinazione. Circa 25 minuti di tragitto in mare, giornata splendida, Mattia aveva paura di soffrire le onde tanto che lui ha pensato bene di non ingerire niente prima di arrivare a “Rotto” e Francesca era curiosa e in trepidazione.

Quelle immagini che scorrevano sullo schermo davanti a noi, facevano venire la voglia di prendere un Jet privato e arrivare sull’Isola prima di tutti e tutto. Altro che traghetto.

Non vedevamo l’ora!

Un posto da sogno.

Noleggiate le biciclette e i caschi (obbligatori) al costo di 30 dollari (più 50 di cauzione), siamo partiti per le stradine deserte ma ben battute che ci avrebbero fatto fare il giro. La partenza non è stata affatto entusiasmante. Eravamo perennemente assediati da manciate di mosche che ci infastidivano, si appiccicavano ovunque ma soprattutto in faccia, vicino alla bocca.

Con una mano tenevo il manubrio e con l’altra sventagliavo via le mosche. Non era semplice nei punti di leggera salita e non riuscivo a godere del panorama paradisiaco.

Mentre prendevo fiato, ho ingerito una mosca.

Tutte proteine?

Ok, ma che schifo!

Quelle stavano rovinando tutto.

Ci siamo fermati dove un paio di fotografie erano d’obbligo e poi con calma abbiamo ripreso la via. Dopo un’oretta e mezza di pedalata nervosa, abbiamo deciso di fermarci in una caletta da sogno. Il mare era calmo, cristallino. In lontananza le onde sbattevano contro la barriera corallina e senza violenza proseguivano fino a riva. L’acqua era gelida ma un toccasana, il sole picchiava sopra le nostre teste e la sabbia era bianca, fina.

Lo abbiamo realizzato all’improvviso.

Le mosche non c’erano più.

Francesca le mosche non ci sono più.

Mattia le mosche non ci sono più!

Ci siamo rilassati nella pace delle onde leggere e ci siamo lasciati coccolare dalla morbida sabbia. Ora sì, tutto era perfetto. Ciò che vedevo trovava piena corrispondenza nella sensazione del mio corpo.

Meraviglia.

Dopo un paio di ore abbiamo ripreso a pedalare. Avevamo decisamente ricaricato le pile e le mosche erano solo un lontano ricordo. Probabilmente erano attirate dall’odore della crema solare, forse da qualche particolare colore dei nostri vestiti, oppure le ore più calde della giornata le rendono così, appiccicose.

17 chilometri di fantasia, no… di fantastica realtà.

I colori prevalenti del blu, verde e marrone erano splittati in migliaia di tonalità ciascuno. Ogni poco la voglia di scattare era forte, le piccole salite abbastanza lunghe e in pendenza erano seguite da piacevoli discese in cui tirare il fiato e respirare a pieni polmoni.

Tra una pedalata e l’altra, potevi notare tra gli alberi e i cespugli sul ciglio della strada piccoli gruppi di Quokka. Sono marsupiali della grandezza di un grosso gatto domestico, non sono per niente intimoriti dall’uomo e spesso sono loro ad avvicinarsi. Il fatto che sia una specie protetta in via di estinzione, rende Rottnest Island una delle mete più adatte per incontrare questi piccoli animali erbivori e per questo motivo molto turistica.

Dopo i chilometri di meraviglia, eravamo pianamente soddisfatti della pedalata. Me la sono goduta. Ci siamo anche lasciati scaldare dal ritmo di un po’ di musica, e negli ultimi chilometri penso sia stata indispensabile per affrontare le ultime salite.

Quando le mie gambe volevano cedere, le facevo ballare. Quando la mia testa si voleva fermare, la facevo cantare.

🙂

Ero stanca.

Grazie mamma per avermi comprato le casse bluetooth JBL.

Riconsegnate le biciclette, ci siamo rilassati sul prato, all’ombra di un grande albero. Un piccolo Quokka è anche venuto a salutarmi anche se poi non si è rivelato molto amichevole. Vi ripropongo volentieri il video.

Fatevi una risata.

Al ritorno la barca ballava, eccome se ballava!!

Mattia manteneva la concentrazione sul rap di Fedez e provava ad immaginarsi in un altro posto, magari su un aereo. Non lo so dove stava provando ad andare nella sua testa.

Ogni tanto lo guardavo e gli facevo “Pollice in su” per capire se stesse bene.

Lui rispondeva con “Pollice in su” quindi stava bene.

So solo che il traghetto ballava tanto. Molto.

Volete sapere quando ho capito che stava cercando di teletrasportarsi in un’altra dimensione?

Quando ha esclamato:

“Ma quanto balla? Sembra di stare in barca!”

Tra me e Francesca un’occhiata d’intesa ci ha fatto scoppiare in una FRAGOROSA risata.

È stata una bellissima giornata.

Erica, anzi Atmosferica.


PS: le foto le trovate sulla pagina Facebook 🙂 .

Su le mani!

Finalmente una bella giornata libera dal lavoro e subito non abbiamo perso tempo per organizzarci e andare al MARE. Eravamo cinque matti alla ricerca di quella potenza della natura che ti sbatte in faccia la vita e ti fa venire la voglia di alzarti da terra e salire su, verso il cielo.

Dopo una settimana di città, lavoro, città, hamburger e fish&chips, hotdog, spaghetti alla bolognese (ve li lascio inmaginare), cheesecakes e milkshakes di mille gusti, l’unica cosa che volevo era vedere una spiaggia deserta. Liberare la mente e godermi la quiete.

Era una bellissima giornata, il vento molto forte, direzione Scarborough Beach. Dalla stazione dei bus, situata nel centro della città, sono circa 25 minuti di viaggio ma la comodità dei mezzi qui è davvero estrema. Super puntuali, puliti e spaziosi.

Arrivati a destinazione subito siamo andati alla ricerca di un punto riparato dal vento.

Non illudetevi.

Non c’era.

La spiaggia era deserta, sì ma era impossibile starci per più di tre minuti. Lo scatto di qualche foto, è bastato per arrivare alla conclusione che lì non potevamo stare. La sabbia leggera alzata dal vento pungeva le gambe,la sentivi anche tra i denti, le folate toglievano un pò il respiro ma ragazzi, che sensazione magnifica!

Benissimo, da veri viaggiatori le lamentele sono rimaste solo nelle nostre teste ma sono certa che tutti stavamo pensando la stessa cosa:

“Mezz’ora per venire qui e adesso non posso nemmeno appoggiare il sedere sulla spiaggia per non rischiare di volare via o al contrario di finire sotterrato nel giro di trenta secondi!”

Gli appassionati di kite se la godevano, se guardavi verso l’orizzonte vedevi le vele colorate degli amanti delle alte onde. Ogni volta che vedo le vele in cielo, penso che devono essere davvero spericolati e amanti del rischio i surfisti ma poi la verità è che mi piacerebbe provare. Deve essere una figata. Mille colori che seguivano il vento insieme ai gabbiani oppure i gabbiani si divertivano a giocare con i colori, chi lo sà.

Già dopo una mezz’ora ho sentito la bocca dello stomaco che si apriva, la testa più leggera e del vento me ne fregavo. Mi lasciavo coccolare e i miei compagni pure. Mi riparavo con lo zaino e ad un certo punto mi sono pure coperta con una sciarpa che furbamente avevo portato con me.

Abbiamo optato per il prato. A ridosso delle spiagge molto spesso ci sono delle aree verdi in alcuni casi anche attrezzate con palestre all’aperto e giochi per bambini. C’era tutto e poi c’eravamo noi, sdraiati su quel mantello tenuto con estrema precisione.

La musica dal telefono di Francesca non si sentiva molto quindi abbiamo cercato di amplificare il suono posizionandolo nella sua Converse bianca.

A mali estremi, estremi rimedi!

Non cambiava molto ma sicuramente si sentiva meglio. Alessia rideva e contribuiva alle risate. I due maschietti erano a un paio di metri da noi con le cuffie nelle orecchie e persi in chissà quale viaggio.

Gianpietro e Alessia, i due ragazzi che ieri si sono uniti al trio, ci invidiano un pò. È proprio vero che stiamo per fare un’esperienza che è un pò il sogno di tutti.

Chissà quante persone direbbero che il loro sogno sarebbe quello di girare l’Australia a bordo di un Van.

Con la “V” maiuscola.

È proprio per questo che siamo pronti anche per voi amici lettori. Ho intenzione di farvi vivere ogni tappa, ogni tramonto e perché no, anche le problematiche di viaggio che ci si presenteranno. Il tutto sarà possibile solo con un’adeguata connessione ma penso non ci saranno problemi.

Al momento vi tengo sulle spine. Appena avremo tra le mani il mezzo, sicuramente vi renderò partecipi delle nostre decisioni. Dovremo arredarlo e comprare l’indispensabile per macinare chilometri e chilometri.

..e chilometri ancora..


Oggi gita! Con Mattia e Francesca si va a Rottnest Island. L’isola si trova a circa quaranta minuti di traghetto dalla costa.

Parte tra poco!

A domani!

Erica, anzi Atmosferica.

Australia – Europa

Quando Jason mi ha mostrato questa foto, sono rimasta così…

Senza parole!

Da questa immagine si può comprendere la vastità di questo territorio e per chi non l’avesse ancora capito, è molto grande.

Davvero davvero grande.

Da Wikipedia, possiamo recuperare informazioni come l’estensione di 7 milioni e 700 mila km quadrati che superano di netto quella dell’Europa, di 3 milioni e 480 mila km quadrati.

Numeri davvero stratosferici, meglio Atmosferici, ma ben comprensibili se continuiamo a tenere sotto gli occhi l’immagine. L’Inghilterra si potrebbe incollare sul territorio australiano per circa 58 volte.

Amazing.

Per quel che riguarda la storia della grande placca tettonica, è una questione da affrontare singolarmente, senza fare nessun tipo di confronto con altri Stati o Continenti. Come ben sapete, la terra che prese poi il nome di Australia, si separò dal resto della massa terrestre molto, molto tempo fa e per un tempo estremamente lungo, è stata geologicamente dormiente.

La mancanza di rigenerazioni geologiche, ha portato l’Australia ad essere uno degli Stati più piani al mondo e con i terreni meno fertili del pianeta. I milioni di anni che hanno visto questa terra isolata dal resto, hanno fatto in modo che si sviluppassero specie di piante, animali e insetti che sembrano essere stati creati da Madre Natura ma solo dopo essersi bevuta un paio di bottiglie di vino.

🙂

Tra le sue creazioni, è compresa una notevole collezione di animali i quali rimbalzano invece che camminare, chissà come sarà l’emozione nel vederli saltellare. Insetti strani e velenosi si mischiano tra la popolazione, si nascondono sotto le pietre e si sotterrano nella sabbia, pungendo e facendo brutte sorprese.

Non sono pronta!

mmm.. Che brividi gli insetti!

Madre Natura ancora sostiene che questi animali, insieme agli squali, siano alcune delle sue opere migliori dopo il capolavoro dei dinosauri.

Io rimango della mia idea.

Grazie Madre Natura per tutta questa magnificenza ma forse eri un po’ nervosetta durante i giorni della creazione.

Qualcosina te lo potevi risparmiare.

Erica, anzi Atmosferica.


Ps: Iniziate pure a sognare, il Van è stato confermato come compagno di viaggio numero Quattro. Molto presto i dettagli.

CIAO!!!