Wave Rock.

Dalla foto potete intuire anche voi, quanto la natura si sia superata anche questa volta.

Mi sentivo sommersa dalle rocce, quelle striature di più colori davano l’idea del movimento, dell’onda. Ho provato a salire camminando sulla pendenza, trovandomi puntualmente a dover indietreggiare.

Mattia ha preso la rincorsa, riuscendo a salire di un paio di metri. Gli ho fatto una foto nella bocca dell’onda.

Lui la voleva da lì.

Io invece, mi sono arresa alla sua forza. La guardavo e mi lasciavo travolgere. Era possente e ho provato anche quella sensazione di impotenza che provo quando la forza dell’oceano mi vuole trascinare.

È difficile descrivere tanta stranezza.

Davanti alla potenza devi arrenderti, guardare, lasciarti assuefare e non pretendere di controllare, gestire o comandare.

Non c’è ragione da cercare.

Non puoi sempre pensare di immaginare e di prevedere i passi dell’universo. L’immaginazione va ad attingere comunque da realtà già viste e vissute. Non crea mai nulla di totalmente nuovo.

La natura può decidere di incurvarsi a formare un’onda anche se non si tratta di acqua, può colorarsi di rosa e formare un lago, può riunire miliardi di conchiglie in una sola spiaggia.

Tu devi stare a guardare.

Sì, e devi farlo in silenzio.

Wave Rock è un sito naturale in mezzo a innumerevoli chilometri quadrati di steppa. Continuando il breve percorso segnalato con delle frecce in legno, siamo arrivati in cima a quell’ammasso di roccia rossa e da lassù si poteva godere di una vista stupenda.

Mi sentivo un po’ il Re Leone quando guarda la savana dall’alto. Era impressionante come da lì potessi avere una visuale completa di tutto ciò che c’era intorno.

Mi sentivo una Regina.

“Ma qui non ci sono i leoni?”

…ho chiesto a Mattia.

“No, solo canguri!”

Mi ha risposto.

Mi sono fatta una risata andando oltre il reale, volevo a tutti i costi pensare che in quella distesa di erba bruciata, vi potessero vivere anche tigri, leoni, ghepardi e zebre.

E poi…

Io di canguri VIVI non ne ho ancora visti.

Sono ancora libera di lasciar galoppare la mia fantasia, popolando questa terra con decine e decine di animali qui mai vissuti.

La vista da lassù potete immaginarla come un quadro che raffigura una distesa di diversi colori chiari e scuri, verde, marrone, giallo, arancione e bianco. Ogni sezione di colore, su quel dipinto, ha una forma geometrica ed è separata da linee nette.

Finisce un colore, ne inizia un altro.

Al centro dei campi, costruzioni cubiche di fieno mi facevano capire che qualcuno si era preso cura del terreno. Lo notavo anche dal segno lasciato dai trattori, lunghe strisce a colori alterni.

Marrone chiaro,

marrone scuro,

marrone chiaro,

marrone scuro.

Erano ben identificabili le aree appena state soggette ad incendi. Erano tante. In quel caso erano bianche, con tronchi neri spezzati e rami senza vita disidratati.
Alcuni alberi però, forse i più giovani, avevano resistito. Avevano avuto più forza. Non avevano più la corteccia a proteggerli ma solo lo strato subito sottostante. Facevano impressione perchè quella nuova corteccia in fase di rinascita, brillava. Era di color bronzeo e con i raggi del sole rifletteva una luce particolare, luccicante.

Avevamo sentito qualche giorno fa di incendi divampati in queste zone. Le temperature sono alte e la siccità la senti sotto la pelle.

Mi ha fatto effetto vedere che il fuoco si sia spinto velocemente fino al ciglio bloccando sicuramente la viabilità dell’unica strada. Quando ci immaginiamo un incendio, lo vediamo comunque circoscritto ad un area, ad un bosco.

Qui no.

Quando inizia a bruciare, rischia di non fermarsi mai. Non ho idea di quanta acqua sia servita e quanti vigili del fuoco siano intervenuti per bloccare il divampare delle fiamme.

Ho l’idea solo di quel che ho visto.

Un’idea che poche ore fa, non avrei mai potuto pensare di avere.

Aprite la mente e siate pronti a viaggiare.

Erica, anzi Atmosferica.

McDonald’s.

Pensavate di vedere un’immagine che raffigurasse acqua cristallina, orizzonti infiniti e sabbia bianca?

Credevate per caso di godere per l’ultima volta della vista dei grattacieli di Perth?

Vi sbagliavate.

Oggi McDonald’s è la parola chiave.

In questi tre giorni trascorsi in città, di spiagge incantevoli non ne ho viste ovviamente. Sapete bene che il mare dista una decina di chilometri dal centro della città. Per raggiungerlo, conviene prendersi una giornata di relax e ci si arriva in una ventina di minuti con i mezzi.

Comunque, l’intenzione non era quella di vedere l’oceano. Abbiamo fatto il pieno nelle due settimane di viaggio sulla costa.

…E che pieno! Che mare! Che gioia!

Più si sale verso nord, più il vento si attenua e il mare diventa calmo e di un colore mozzafiato. Consiglio a chiunque sia a Perth, di non sottovalutare l’idea di esplorare la costa ovest. È piena di bellezze naturali e nel breve raggio di 1000 chilometri. Non si tratterebbe di un tragitto troppo lungo e faticoso.

Italiani! Anche voi… Se avete una ventina di giorni di ferie, tenete in considerazione il mio consiglio.

Vacanzina on the road sulla costa del Western Australia. Vi potrei suggerire in due parole una bella tabella di marcia: atterrate a Perth, state tre giorni in città anche per regolarvi con il fuso, noleggiate una macchina, salite lungo la costa per 4/5 giorni e poi… Giro di boa! Potete distribuirvi le tappe come meglio credete e sta a voi decidere se farle tutte all’andata, come abbiamo fatto noi, o se tenere qualcosa per il ritorno.

Mi sto dilungando ma è una questione che potrebbe interessare qualcuno.

Tornando a noi, vi stavo spiegando che abbiamo temporeggiato in città per tre giorni solo per fare delle commissioni. Ho salutato Jason con un GRANDE ARRIVEDERCI e per il resto, stare lì, è stato solo abbastanza traumatico.

Caldo infernale, ostello troppo grande, troppa confusione.

Non sono più abituata! AIUTO!

Pensando a quale poteva essere la cura per ogni stress causato dalla city, ieri sera è arrivata l’illuminazione:

ANDIAMO A SFONDARCI AL MCDONALD’S

Non me l’ero mai gustato tanto.
Alla cassa io e Mattia sembravamo due bambini impazienti. Non abbiamo badato a storie di diete e calorie.

Sentivamo solo lo stomaco brontolare e il fisico che chiedeva energia dopo quella giornata di caldo infernale.

Ce lo siamo goduto e non ci siamo fatti mancare il McFlurry al caramello per chiudere in bellezza.

Che bontà.

Una vera bomba.

Sì è conclusa così la giornata di ieri.


Ora siamo in viaggio.

Destinazione Wave Rock.

300 chilometri verso l’interno.

Rocce alte 20 metri a forma di onda oceanica ci faranno chiedere ancora una volta quanto sia divertente e bizzarra la natura.

Erica, anzi Atmosferica.

Ri-partiamo in due.

Buongiorno Amici.

Si aprirà da domani un altro capitolo di viaggio. Direi il terzo. Identifico il primo con l’arrivo e la permanenza a Perth, il secondo con il viaggio fino a Exmouth con Mattia e Francesca, e il terzo?

Domani si riparte, si ricomincia.

La voglia di esplorare e viaggiare, ci sta tirando verso sud. Partiremo da Perth in mattinata e dopo due tappe intermedie da turisti, procederemo alla ricerca di un lavoro nelle farm (aziende agricole).

Ri-partiamo in due. Francesca ha preso la decisione di fermarsi in città, dove vuole iniziare la “Sua esperienza australiana” senza nessun tipo di vincolo o legame. Inizierà da oggi a crearsi un suo percorso coraggioso e degno di stima, vuole mettersi alla prova e con grande determinazione ha avuto la prontezza di dire:

“Io mi fermo!”

Non è detto che il viaggio debba essere sinonimo di movimento. Io per prima, una volta arrivata in città, ho iniziato un lungo viaggio soprattutto dentro me stessa, che mi ha portato a navigare nella la mia anima sin dal primo giorno.

Ovviamente rispettiamo la sua grande scelta, augurandole fortuna e positivi traguardi.

Ri-partiamo, dicevo, in due.

Io e Mattia, ci troviamo ad oggi complici e compatibili nel guardare al nostro imminente futuro. Vogliamo affidarci alla forza di questo filo invisibile che ci tira verso sud e possiamo farlo grazie alla grande opportunità che abbiamo di scegliere liberamente.

Inizierà da domani una nuova esperienza, la voglia di volercela fare ci rende ottimisti lasciando poco spazio a piccole preoccupazioni o forze negative. L’ingegnere è molto preciso come vi avevo già detto e quando si tratta di perseguire obiettivi, lo vedo più motivato che mai.

Ci spalleggiamo, ci sosteniamo, ci divertiamo e partiamo. Lo facciamo con l’idea di non precluderci niente, cercando sempre di comunicare e ad ogni step di valutare. Non posso sapere ora che succederà.

Dopo due tappe di cui vi parlerò nei prossimi giorni, inizieremo la ricerca del lavoro. Abbiamo recuperato i nomi dei paesi più densi di farm, utilizzando il grande mezzo del web. È la stagione perfetta per la raccolta di mele, pere ed avocado e partendo da Donnybrook, i paesi papabili rimarranno Manjimup e Busselton dove a partire da fine Gennaio, la raccolta si intensifica.

Appena arrivata in Australia, l’idea delle farm non mi sfiorava minimamente. Per richiedere il prolungamento del visto per un secondo anno, è necessario lavorare nelle aree regionali per 88 giorni. Attenzione, non bisogna per forza andare a zappare la terra. Ci sono altre mansioni che rientrano tra le attività compatibili per richiedere il secondo visto.

Noi non andremo a lavorare con l’intenzione di pensare al secondo anno in Australia. È abbastanza spiccata e decisa la voglia di tornare in Italia.

Vogliamo, però, sfruttare questa opportunità per guadagnare bene e a contatto con la natura. Abbiamo voglia di metterci in gioco e continuare a correre insieme a Vando. Ci sporcheremo le mani, sarà faticoso e il caldo insopportabile.

Giorno per giorno vi saprò dire e raccontare le sensazioni da contadina, oppure chissà magari lavorerò in un’azienda che produce formaggio.

Mai dire mai.

Concluderei con una grande citazione, suggerita da Mattia:


Va e vinci Uomo!

La vita è tensione infinita.

È volere implacabile e tremendo.

La vita è inseguire un traguardo che si sposta sempre più avanti.

Chi sono questi vitalisti?

Questi randagi eterni?

Sono ricercatori, intemperanti,

concentrati sui misteri del mondo.

Non si accontentano, vogliono vedere cosa c’è al di là dell’Orizzonte.

Oltrepassano confini ma non sono turisti,

Sono scopritori di anime.

L’infinito come limite?

No, vogliamo di più.

Aldo Rock


No, vogliamo di più.

Erica, anzi Atmosferica.

25.

VENTICINQUE.

VENTI
PIÙ
CINQUE

Credo proprio che da questo momento, non ci sia più nulla su cui scherzare! Sono donna, oggi più che mai mi sento grande.

L’augurio che mi faccio è quello di coltivare sempre la mia parte più genuina e vera. Non servono troppe parole, potete intuire quanto sia strano ma pieno di significato questo compleanno.

Ricorderò sempre che al compimento dei 25, mi trovavo in Australia. Ricorderò che ero felice e sulla strada giusta, un pelo malinconica ma piena di vita.

Non scorderò le persone che hanno fatto i calcoli per il fuso e mi hanno mandato gli auguri appena dopo la mezzanotte.

Non ci speravo molto!

E invece…

HAPPY BIRTHDAY FROM ITALY!

Gli auguri sono arrivati inaspettati anche dai miei compagni di avventura. Il messaggio puntuale di Mattia, i baci e gli abbracci di Francesca e Alessia. Non sono mancati gli auguri dai cinque compagni di stanza e Gianpietro, invece, mi ha offerto i suoi Tim Tam al caramello, chiamandomi a rapporto nella cucina comune dell’ostello dove abbiamo dormito stanotte.

Gianpietro ore 00.24:
“Auguri!!! Vieni in cucina!”

Erica ore 00.25:
“Grazie!!! No dai sono a letto!”

Gianpietro ore 00.25:
“Non so se hai capito… Ho detto vieni in cucina!”

Erica ore 00.25:
“Ahahaha! Ok arrivo!”

…..

Sono scesa dal letto a castello, sono uscita dalla stanza e nel giro di due passi ero in cucina. Mi aspettava con un pacchetto di biscotti che custodiva golosamente nel suo ripiano del frigorifero.

“Dobbiamo festeggiare!” Mi ha detto…

Finalmente mi sono gustata questi famosi biscotti. Tim Tam di ogni gusto hanno sempre attirato la mia attenzione nel reparto dolci del supermercato.

Non ho mai voluto cedere.

Quando non conosci il sapore, non puoi diventarne dipendente. Ho sempre resistito.

Mi ricorderò per sempre di Gianpietro e dei suoi Tim Tam.

Erano nove, quattro e mezzo a testa.

Mi ha offerto anche dell’acqua naturale.

Uno tirava l’altro.

Erica ore 00.46:
“Grazie di cuore.”

Erica, anzi LA VENTICINQUENNE.

Due mesi.

Inizia il terzo mese in Australia.

Mi piacerebbe fare il classico bilancio di fine mese, un resoconto. Vorrei tirare le somme per la seconda volta, insieme a voi.

La cosa strana è che anche oggi sto viaggiando verso Perth. Due mesi fa atterravo esattamente in queste ore e non potevo immaginarmi niente.

Un salto nel buio.

Sono curiosa di vedere l’effetto che mi farà vedere la città da lontano. Quei grattacieli che tanto non mi piacevano, dopo questo viaggio potrebbero darmi sensazioni diverse.

Forse mi farà bene trascorrere qualche giorno a Perth, forse non vedrò l’ora di ripartire di nuovo.

Due mesi di continua trasformazione e viaggio ininterrotto. Dentro e fuori. Verso nord e ora verso sud.

Una lunga corsa su questa striscia di cemento che separa distese infinite di natura, una continua scoperta di ciò che mi appartiene e che non pensavo potesse mai essere parte integrante di me.

Ho conosciuto un’Erica più simpatica del solito, più ansiosa del previsto e molto avventuriera. La taciturna Atmosferica e quella molto espansiva.

Per il resto solo grandi conferme. Confermo la mia solarità e il mio entusiasmo. Calma e sangue freddo. Sono sempre io, vitale, gioiosa, sempre sorridente e molto riflessiva.

Due mesi di lontananza da Casa. Inizialmente mi mancava, ora ancora di più. Guardando tutto da lontano, vedo tutto più nitido. Ho sempre più chiaro chi sono e chi voglio essere.

In questa vita vorrei fare grandi cose, ho dei piccoli progetti e idee sempre pronte a stupirmi.

Voglio comunicare e vivere di questo. Voglio regalare quello che ogni giorno sento abbondare nel mio cuore, nella mia anima. Voglio donare sorrisi e storie.

Non vorrei smettere mai di farlo.

Voglio vivere a pieno questa esperienza che ricorderò per il resto della vita. Un giorno, quando sarò grande, la racconterò con le farfalle nello stomaco ed emozione. Mi sto espandendo, mi sto moltiplicando e qui c’è tanto spazio.

L’Australia è grande.

Posso crescere a dismisura.

Momenti di silenzio mi stimolano. Penso a cose che potrei fare che mai, e dico mai, avrei sognato di pensare.

Ricordo, una settimana fa, mi sono vista che parlavo a ragazzi giovani. Uno degli impegni che potrei prendermi, potrebbe essere quello di andare a trasmettere motivazione ai più piccoli, vorrei che tutti abbiano il coraggio di sperimentare, di uscire dagli schemi imposti dalla società o magari da un’educazione ferrea. I giovani devono viaggiare prima di avviarsi pretendendo di conoscersi.

Non serve essere ricchi per potersi permettere una ricchezza interiore.

Chiunque può perseguire i propri obiettivi, come meglio crede. È giusto considerare più strade.

Questo lo devo comunicare. La sento un pò come una vocazione.

Un’altra idea è quella di mettere insieme, un giorno, alcuni dei miei articoli, forse tutti o forse quelli per me più importanti.
Potrei scrivere un libro.

Perchè no.

Vorrei anche fare tesoro delle magnifiche fotografie che ritraggono spettacoli colorati. Sì, potrei chiedere a chi ha il talento della pittura, di realizzare dei quadri. Poi vorrei raggrupparli in una grande sala, e vederli tutti esposti in una mostra.

Che ne pensate?

Queste idee sbocciate nella mia testa, si svilupperanno. So che se me ne prenderò cura, potrò farle crescere e annusarne il profumo una volta fiorite.

La cosa certa è che quello che sto scrivendo rimarrà. È scritto e rimane qui per chiunque voglia leggere. Mi sono presa questo impegno senza fatica, sto liberando la mia passione.

Finalmente.

L’idea di lavorare nel grande mondo della comunicazione, organizzare eventi e continuare una strada coerente con le mie precedenti esperienze lavorative. Quella è sempre viva dentro me.

Quando riesci ad uscire dai confini di ciò che consideri normalità, puoi riscoprirti o ancora di più, puoi conoscerti davvero. Puoi anche convincerti che davvero sei quel che credevi oppure puoi trovarti costretto a ripartire da zero.

Due mesi. Qualche settimana di ambientazione, un mese di lavoro come cameriera, l’inglese è migliorato, venti giorni di viaggio e ora, per la seconda volta ritorno a Perth.

E ora?

Scopriamolo insieme.

Erica, anzi Atmosferica.


Quel gabbiano bianco stava lì. Le folate di vento non lo spostavano di un millimetro. Lui voleva stare su quelle pietre ad osservare l’infinito.

L’insofferente attesa.

Sì, lo so, vi ho sempre detto che bisogna saper dare tempo al tempo, aspettare e non essere frettolosi nell’attendere che qualcosa accada.

Ieri non ce la facevo.

Ci siamo svegliati verso le 8, anche se la sveglia naturale non sarebbe stata molto più tardi. Dovevamo aspettare il meccanico che venisse a recuperare Vando per portarlo in officina. L’appuntamento era alle 8.30.
Siamo stati costretti a campeggiare tre giorni a Exmouth senza la possibilità di muoverci per un problema alla pompa della benzina.

Il mezzo non ne voleva sapere. Non si accendeva più.

Ci siamo affidati alle parole di quell’uomo dalla divisa blu e rossa. Sarebbe arrivato il lunedì mattina.

Va bene.

Mi sembrava il classico australiano che se la prende comoda, per nulla stressato e senza problemi.

Alle 8.40 lo abbiamo chiamato per sapere se stesse arrivando.

Si è presentato alle 10.30.

Il programma di ripartire in giornata, si stava già sgretolando. Una forte insofferenza mi ha assalito e non riuscivo a trovare un modo per impegnare la mente, sfogarmi, rilassarmi.

Il lavoro non sarebbe stato lungo, ce lo avrebbe consegnato per l’ora di pranzo.

Sì, sicuramente.

Ancora una volta non ci speravo per niente e facevo bene.

Abbiamo temporeggiato in campeggio. Il personale gentilissimo ci ha detto che non c’era nessun problema. Il check out lo avevamo fatto entro le 10 come da regola quindi nessuna preoccupazione.

NO WORRIES

Per combattere quel senso di impotenza davanti all’imprevisto, mi sono seduta al tavolo della cucina comune. Mattia mi faceva compagnia ma non trovavo un modo per avere pace.

Le ore passavano e la chiamata del meccanico non arrivava. Nella mia testa avevo accettato con relax la villeggiatura forzata per tutto il fine settimana ma, l’idea di buttare via la giornata di ieri mi rendeva impaziente, mi mandava fuori di testa.

Francesca è riuscita a trovare la sua dimensione andando a rilassarsi in piscina. Era tranquilla, si è fatta un tuffo, ha letto qualche pagina del suo libro.

Io del sole non ne volevo sapere, mettere piede fuori dalla cucina voleva dire morire di caldo. L’idea di fare una nuotata, una corsa o prendere a cazzotti qualcosa erano automaticamente eliminate. Ho bevuto una Coca-Cola che mi tirasse un po’ su. Sì esatto, continuavo a muovermi ma in realtà sentivo le energie a terra.

Non riuscivo a stare seduta, non riuscivo a stare ferma.

Mattia mi guardava cercando di trovare un modo per capirmi, seguirmi, assecondarmi.

“Forse devo scrivere, sì, no… Non ce la faccio.”

Camminavo cercando un punto di appiglio, mi stiracchiavo, respiravo.

Pensavo al mio papà quando mi dice di inspirare ed espirare in quattro tempi. Riempi i polmoni, gonfia il petto, sgonfia il petto, svuota i polmoni. Ho fatto l’esercizio sdraiandomi su una panca di legno, chiudevo gli occhi e cercavo di concentrarmi.

La calma e il sangue freddo di Mattia, mi hanno stupita per l’ennesima volta. Mi sono sempre reputata una persona in grado di affrontare imprevisti, di mantenere un forte autocontrollo.

Sì, generalmente sono così.

Sotto pressione do il meglio di me.

Generalmente.

Erano le 12, poi le 12.30, poi le 13.

Sono riuscita a farmi qualche risata. Mi sono riguardata ogni video che tengo con amore nel mio computer. Le mie amiche, quanti ricordi, minuti e minuti di risate, le mie sorelle, la mia mamma. Mi sono trovata a ripensare e a rivivere momenti indimenticabili.

La Costa Azzurra, la Costa Smeralda, i concerti con Alice, Ligabue a Campovolo con Marta, le mie sorelle che mi mancano un sacco. Il mio essere sempre scoppiettante, super euforica e a volte anche troppo. Mi sono riguardata, mi sono vista cambiata. La mia testa era finalmente impegnata e stupita! Spesso non mi riconoscevo, mi coprivo gli occhi, facevo fatica a guardarmi.

Mi stavo calmando, forse avevo trovato una giusta valvola di sfogo.

Erano le 15. Va bene, rimaniamo un’altra notte qui.

Ho richiamato il meccanico. Iniziavo a pensare che se la stesse prendendo davvero comoda. Volevo la mia casa, volevo sdraiarmi e dovevo accettare di passare un’altra notte lì.

Erica, arrenditi.

Mi ha risposto dicendomi che aveva quasi finito. Il classico australiano.

“No ma fai con comodo!”

Pensavo…

“Ci manca solo che alle 16 mi dici che non hai fatto in tempo a finire e mi tocca dormire senza la mia casa.”

Ovviamente in quel caso avremmo dormito in un letto, il campeggio era super fornito anche di stanze. Ci sarebbe stata una soluzione a tutto.

Finalmente arriva la chiamata. Vando era pronto e di nuovo super energico.

Ho tirato un forte respiro. Mi sono bagnata le gambe e la faccia alla fontanella nel prato. Bevevo acqua e il sole stava per andarsene, finalmente.

Verso sera, ripensando alla giornata, ho dovuto ammettere che avevo conosciuto un’altra parte di me.

Un leggero mal di testa, mi diceva che finalmente avevo smollato la tensione. Avevo accumulato stress e non avevo saputo gestirlo.

È proprio vero che non si finisce mai di conoscersi. Ogni giorno è una scoperta e ogni imprevisto una prova.

Ora siamo in viaggio amici. Finalmente siamo ripartiti. Stamattina alle 7 abbiamo acceso i motori.

Prevediamo il rientro a Perth tra circa 48 ore.

Erica, anzi Atmosferica.

Itinerario di viaggio.

Oggi voglio parlarvi in maniera dettagliata del nostro itinerario di viaggio portato a termine due giorni fa con l’arrivo a Exmouth. Vi ho descritto paesaggi e sensazioni, emozioni e colori, ma forse ad oggi non vi sono chiare le tappe e le località scelte per sostare.

Non mi sono mai soffermata su alcuni punti degni di nota.

Come vi ho già detto nell’articolo “La vita da campeggio”, ci siamo trovati particolarmente bene nelle aree camping incontrate sulla strada, in alcune delle quali abbiamo anche trascorso più di una notte.

Una volta lasciata Perth, abbiamo deciso di salire lungo la costa, percorrendo la Indian Ocean Drive (60). L’unica strada che scorre lungo la west coast. Ad un certo punto del percorso, però, questa si immette nella Highway 1.

Impossibile sbagliare.

Procedo ora con un elenco in modo che possiate geo-localizzare, passo per passo, ogni punto sulla vostra mappa:

Tappa 1: Perth – Lancelin 

129 km – Indian Ocean Drive

Campeggio: Lancelin North End Caravan Park

Telefono: (08) 9655-1115

Cosa vedere: Lancelin Sand Dunes

Commento:  Le dune di sabbia bianca tolgono il fiato. Una distesa di pace e meraviglia.

Tappa 2: Lancelin – Green Head 

139 km – Indian Ocean Drive

Campeggio: Green Head Caravan Park

Telefono: (08) 9953-1131

Cosa vedere: The Pinnacles Desert

Commento: Un quadro da incorniciare.

Tappa 3: Green Head – Geraldton 

170 km – Indian Ocean Drive + Highway 1

Ostello: Foreshore Backpackers

Telefono: (08) 9921-3275

Cosa vedere: Dongara, Port Denison e Geraldton

Commento: Abbiamo optato per l’ostello perché era la sera di capodanno. Camere spaziose, bagni puliti e personale molto accogliente.

Tappa 4: Geraldton – Kalbarri 

156 km – Highway 1

Campeggio: Murchison Caravan Park

Telefono: (08) 9937-1005

Cosa vedere: The Pink Lake (Port Gregory), Kalbarri National Park

Commento: Madre Natura si è davvero superata.

Tappa 5: Kalbarri – Denham

375 km – Highway 1

Campeggio: Denam Seaside Tourist Village

Telefono: (08) 9948-1242

Cosa vedere: Hamelin Pool, Shell Beach, The Ocean Park Aquarium, Monkey Mia

Commento: Abbiamo sostato per tre notti, avevamo bisogno di rallentare la corsa. Suggerisco di trascorrere una notte nel resort di Monkey Mia dove la mattina presto simpatici delfini si avvicinano alla riva.

Tappa 6: Denham – Carnarvon 

326 km – Highway 1

Campeggio: Coral Coast Tourist Park

Telefono: (08) 9941-1438

Cosa vedere: NIENTE

Commento: È stata una tappa obbligata e intermedia. Il consiglio è quello di approfittare del centro commerciale nel paese, i prezzi sono molto più bassi rispetto a quelli dei piccoli supermarket sempre presenti lungo il tragitto.

Tappa 7: Carnarvon – Coral Bay

238 km – Highway 1

Campeggio: Peoples Park Caravan Village

Telefono: (08) 9942-5933

Cosa vedere: Coral Bay

Commento: Una volta arrivati a destinazione, abbiamo deciso di sostare due giorni. Il campeggio era a due passi dalla spiaggia, un paradiso. Procuratevi maschera e boccaglio.

Tappa 8: Coral Bay – Exmouth

152 km – Minilya Exmouth Road

Campeggio: Exmouth Cape Holiday Park

Telefono: (08) 9949-1101

Cosa vedere: Cape Range National Park

Commento: Un problema alla macchina, ci ha costretti a sostare per tutto il weekend. Relax forzato per tre giorni. Voto molto alto al campeggio, il più attrezzato e meglio gestito.


 

Bene amici, un itinerario niente male. Chi volesse esplorare le esplosioni della natura del Western Australia, potrebbe benissimo seguire questa mini-guida che ho scritto con tanta concentrazione.

L’essenziale è qui a portata di mano.

Buon Viaggio!

Erica, anzi Erica, Mattia e Francesca.

 

 

 

Le canzoni.

Dalle canzoni puoi trarre conclusioni.

Puoi prendere citazioni, trovare soluzioni o semplicemente vivere emozioni.

Le canzoni sono ripetizioni ma mai costrizioni. Possono spingerti a fare azioni o magari riflessioni.

Sono melodie con parole, testi con intonazioni o composizioni scritte osservando costellazioni.

Una particolare condizione,

può portarti

ad intendere

una canzone

come una guida

da seguire

senza esitazione.


Il grande Lucio Dalla cantava:

“Canzone… cantala, se vuoi.”

Lucio Dalla – Canzone

Cantala, se vuoi.

Il canto può addolcire il rimpianto e subito dopo asciugare un pianto.

Se canterai,

avrai il cuore aperto nel petto.

La nota giusta per accordare ogni dispetto.

“…e quando canterai la tua canzone, la canterai con tutto il tuo volume. Che sia per tre minuti o per la vita avrà su il tuo nome.”

Luciano Ligabue – Quando canterai la tua canzone

Lui ti offre un consiglio, ti incoraggia a fare del tuo meglio. Che sia un gancio o un appiglio, lo ringrazio per tutte quelle volte in cui il mio cuore si è trovato in subbuglio.

“In un mondo che, non ci vuole più, il mio canto libero sei tu. E l’immensità, si apre intorno a noi, al di là del limite degli occhi tuoi…”

Lucio Battisti – Il mio canto libero

Per Lucio Battisti la musica era libera, un amore senza limiti. Quando la cantava, era dolce e pacato. Quasi a non svegliare un sentimento delicato, ma disperato.


Lucio, Luciano e Lucio.

Un insieme di Luci da cantare.

Erica, anzi Atmosferica.

Paesaggio in viaggio.

Prima di parlarvi del paesaggio che si attraversa seguendo la costa occidentale, ho voluto aspettare di arrivare alla meta.

Siamo qui, Exmouth è stata conquistata.

Guardando alla strada fatta, posso distinguere ora con chiarezza, tanti colori, atmosfere e animali, secchezze e strade sempre lunghe ma mai uguali.

Dopo qualche centinaio di chilometri, mi sono accorta che piano piano tutto cambiava, dopo altri chilometri, tutto si trasformava di nuovo.

Procedendo verso nord, la sabbia che costeggia la via diventa rossa, di un rosso fuoco. L’oceano inizia a calmarsi fino a dimenticarsi le onde regalando pace. Il sole è da sempre molto caldo, ma salendo non si sta peggio come ci avevano detto. Qui le temperature sono spesso più piacevoli della città. A Perth ricordo di aver avuto parecchie volte la sensazione del troppo vento o del troppo caldo. Infine, le distese sempreverdi di cespugli, diventano pianura secca.

La vegetazione è costituita da una prateria arida composta da erbe e arbusti. Qua e là mucche e pecore al pascolo, dimenticate da Dio.

Le vedi che brucano l’erba al lato della strada, oppure a centinaia di metri nell’entroterra. Hanno un pelo lucido e sano. Le mucche marroni dell’Australia. Ho visto che stanno bene ma vorrei che qualcuno si prendesse cura di loro.

Le pecore invece, mi sembravano troppo magre. Avevano bisogno di acqua e coccole. Per chilometri e chilometri nessun centro abitato, nessuno che potesse aiutarle. Qualche trattore parcheggiato nel niente, mi faceva sperare ci fosse qualcuno.

Quel qualcuno che le aveva portate lì.

Se l’avessi incontrato giuro che gliene avrei dette quattro.

Le capre, attraversano la strada molto lentamente. Sei costretto a frenare e a procedere con cautela. Una di loro era grigia, era sicuramente la mamma. Stava in coda ed era la più grande. Vigilava e con i suoi movimenti le guidava verso il lato opposto della strada.

Mi chiedo come ci possa essere arrivato un cavallo, marrone anch’esso. Era lì da solo, sotto al sole cocente e senza nessuno che gli spazzolasse coda e criniera. Che ingiustizia. Si mimetizzava e non mi andava giù il fatto che fosse da solo.


Quanta solitudine.


Poi ho pensato che quegli animali, forse, stanno bene così. Hanno sempre vissuto in natura. Nella steppa australiana. Sanno come vivere e come sopravvivere. Avranno le loro fonti da cui attingere cibo e acqua e chissà che bei posti vedono.

Magari verso sera fanno lunghe passeggiate.

Dopo questa parentesi, ritorno al paesaggio. È davvero affascinante e coinvolgente. Appunto perché ogni due/tre ore di viaggio cambia drasticamente, nella sua monotonia è molto vario. Ti viene voglia di non smettere mai di guardare fuori dal vetro. Una sorpresa può arrivare all’improvviso.

Colori sorprendenti sempre in corsa, il cielo che cambia, le nuvole che non coprono mai il sole e leggere colline che creano dune sulla strada. Pochi cartelli indicano quale sia la prossima città o la successiva area di sosta. Tanti chilometri tra una e l’altra. Ad una curva può aprirsi il mare, dopo una salita o durate una discesa. Generalmente lo vedi a sinistra ma poi, te lo trovi a destra.

Che strano.

Come vi dicevo nelle prime righe, cantando canzoni e macinando distanze, la meta di Exmouth è stata conquistata. Vando è talmente felice e soddisfatto di averci portato fino a qui che ha deciso di prendersi un paio di giorni di riposo.

Abbiamo un problema alla pompa della benzina che sistemeremo lunedì mattina. Fino a quel momento ci godiamo il relax di un fantastico campeggio, forse il migliore tra quelli conosciuti. Abbiamo la piscina, una grande cucina e mille specie di pappagalli e gabbiani che ci deliziano con i loro versi più assurdi.

Ciao amici.

Erica, anzi Atmosferica.

La parte sinistra di Coral Bay.

La parte sinistra era profonda. Dalla fascia trasparente si passava direttamente a quella di un blu intenso, come se ci fosse un gradino. Da quel lato c’era più vento e nessuno faceva il bagno.

Se buttavo l’occhio a pochi metri dalla riva, potevo vedere due razze che nuotavano in coppia e un grande pesce colorato di un azzurro brillante.

I gabbiani stavano a pucciare le minuscole zampine, fragili. Mi veniva da pensare che una piccola onda avrebbe potuto spezzarle.

In quel caso volavano via. Planavano per una decina di metri e poi di nuovo, si piazzavano con le zampe al fresco.

I gabbiani bianchi li potevo osservare da vicino. Erano proprio bianchi come li immaginavo, quelli erano i classici gabbiani che già volavano nella mia mente.

Ad un certo punto, una grande scogliera rossa ha interrotto la mia camminata. Avrei potuto fare qualche metro con l’acqua fino alle ginocchia e arrivare dall’altra parte. Vedevo delle persone…

Non me la sono sentita!

🙂

Sono così tornata indietro e ad ogni passo pensavo alle sensazioni e ai colori assorbiti all’andata.

Mi sono trovata davanti una grandissima tartaruga di sabbia che prima non avevo notato. Ero troppo concentrata su altro.

Ho capito che fosse una tartaruga solo quando ho deciso di salire sul grande morbido guscio. I miei piedi sprofondavano. Da quella prospettiva potevo identificare la grande testa tonda e le quattro zampe.

È stato bello, siete mai saliti con due piedi sul guscio di una tartaruga?

Posso ammettere di aver rovinato la fantastica costruzione ma mi rincuora il fatto che un’onda aveva appena sciolto un pezzo della sua testa.

Ho fatto giusto in tempo.


Partiamo oggi per l’ultima tappa. 150 chilometri ci separano da Exmouth.
La meta.
Ci aspettano una bella spiaggia e un grande parco nazionale.

Ah, comunque, Coral Bay è un paradiso vero. Una vera baia rigeneratrice.

Erica, anzi Atmosferica.