MOM.

Oggi ti vorrei ringraziare perché hai scelto di fare il lavoro più difficile ma più ricco, quello meno retribuito in termini di denaro ma pieno di amore e valore.
Hai scelto di essere mamma non di una, non di due, non di tre, ma ben di quattro figlie.
Bambine.
Donne.
Grazie a te.

Ogni volta che dico di avere tre sorelle la gente sgrana gli occhi e puntualmente dice la stessa frase:

“Quattro femmine? Povero il tuo Papà con cinque Donne in casa!”

..non è più così comune incontrare famiglie numerose che contano così tante Donne ma non è nemmeno così scontato avere una mamma come te.
Perché nessuno lo dice questo?
Non ci pensa nessuno?
Per questo sei speciale e sono sicura che Papà è felice di avere una Donna come te al suo fianco. Un Uomo speciale che ha scelto te, la perla più preziosa.
Quando parlo di te, esprimo tutta la gratitudine che provo nel cuore perché se oggi è pieno di semplicità e voglia di volare, è Grazie a te. Dico a tutti che mi somigli, mostro una tua foto di quando avevi la mia età per sentirmi dire…
“Ma siete identiche!”

Quanto sono orgogliosa di somigliarti…
…Quanto?
Il tempo passa lo so, forse da questo sei un po’ spaventata ma vorrei rassicurarti, Mamma. Il tempo scorre ma tu sei sempre un fiore.

Grazie perché mi hai regalato tre sorelle fantastiche ma prima di questo, hai scelto un uomo meraviglioso per sprigionare e creare tutta questa vita.
Forse non ci pensi mai ma solo ventisette anni fa, tutto questo non esisteva. Tutte noi eravamo ad aspettare la tua chiamata, Elisa era nella sacca della cicogna, volava tra le stelle e si lasciava dondolare fidandosi ciecamente del suo destino. Della cicogna.
Beh… Ha fatto bene.
Grazie vita, Grazie Cicogna, Grazie Mamma!

Grazie Mamma perché mi hai fatto crescere piena della tua stessa energia, mi hai donato la tua creatività e il tuo sorriso, mi hai regalato occhi chiari come i tuoi e insieme a loro i tuoi colori.
Grazie Mamma per aver posato le tue mani calde sul mio petto quando sentivo di stare male, grazie per avermi portato la colazione a letto anche quando stavo bene.
Grazie mamma per avermi regalato quel paio di scarpe che tanto desideravo e per aver assecondato qualche mio capriccio anche se non lo meritavo.
Grazie mamma per la tua solarità, la tua forza e la tua energia, grazie per tutte quelle volte che hai saputo capire quando ti ho mandata via.
Grazie Mamma perché sei Madre Natura, mi hai donato tre sorelle magiche piene di talento e tu le incoraggi ad esprimerlo senza paura.
Ogni giorno.
Lo vedo. Lo sento.
Vi sento.
Grazie mamma per quando mi stiri il vestito che mi serve, per quando trattieni i tuoi nervi senza lasciar trasparire il tuo buio. Io ho sempre visto luce.
Grazie anche per quando me ne parli, quando ti confidi ricercando quel che ho di te in me, perché si Mamma, non dimenticare mai che noi siamo quattro specchi per te.
Le tue quattro figlie.
Ognuna di noi, riflette qualcosa di tuo e della tua splendida bellezza.
Una bellezza sempre giovane.

Cara mamma, chiederò a qualcuno di raccogliere un fiore per te.
Vedrai…
Vorrei che mi sentissi vicina, sopratutto oggi che è la tua festa.
Mamma mia!!!
Cara mamma, annusa il mio fiore e senti il mio calore.
Ok?

Intanto io riguardo questo video che avevo fatto pensando a te.
Era una distesa di sabbia bianca, ero sola con il mare e lo ascoltavo mentre mi parlava di te.

Il Tuo Granellino. Per sempre.

Un pezzo unico.

Vi do il benvenuto ad Esperance. Siamo arrivati ieri dopo un viaggio di circa sei ore, la temperatura era perfetta per macinare chilometri a differenza di altre volte in cui il caldo ci toglieva le forze. Due soste per sgranchire le gambe di cui una anche per rifornimento carburante e per il resto tutto liscio e regolare. Il vento era lunatico, si scatenava nelle zone in cui la strada scorreva in immense distese secche e senza confine. In quei momenti Mattia diminuiva la velocità e teneva saldamente il volante, governando il mezzo ballerino.

Un viaggio di sei ore che si è concluso con l’arrivo al campeggio nel tardo pomeriggio dove, per la prima volta, mi sono dovuta rapportare con una signora australiana davvero antipatica. In quelle occasioni il mio sorriso vince sempre e il mio inglese dà il meglio, non lasciandosi intimorire da niente e nessuno.

Abbiamo pagato per due notti qui, al Pink Lake Tourist Park, scelto con l’intento di risparmiare, perché posizionato nell’entroterra, e in un punto strategico rispetto al Pink Lake.

Oggi al nostro risveglio il cielo era grigio e fitto, ma anche dopo tre gocce di pioggia, non ci siamo lasciati contagiare dalla sua tristezza. Pochi chilometri ci separavano dal Lago Rosa, il terzo incontrato lungo i nostri tragitti. Ricordo il primo sull’isola di Rottnest e il secondo a nord di Perth nella zona di Port Gregory.

Seguite le indicazioni, ci siamo trovati davanti ad una distesa di sabbia bianca.

Ma come…

Sorpresa deludente ma meravigliosa.

Provo a spiegarvi la sensazione che ho provato nel vedere il lago totalmente prosciugato e nemmeno minimamente rosa. Da un lato la grande aspettativa era crollata all’istante. Quando da dietro i cespugli ho visto quella superficie candida mi sono sentita come una bimba che rimane a bocca asciutta dopo aver scartato un regalo che pensava contenesse il gioco che desiderava da tempo e invece si trova a fare i conti con uno totalmente diverso.

Diverso sì, ma non per questo meno divertente.

Dall’altro lato una meravigliosa sensazione matura, mi faceva vedere quello spettacolo attraverso occhi adulti. Ho capito nel giro di pochi secondi che, se anche non era il gioco che mi aspettavo, quello era il più bel regalo che potessi ricevere.

Egoisticamente volevo scoprire l’ennesimo lago rosa, ma nulla di tutto ciò la natura mi riservava.

Vedevamo in lontananza acqua, ma non colorata. Abbiamo camminato fino a raggiungerla notando sotto ai nostri passi, il cambiamento della sabbiolina compatta e grigia, che piano piano si trasformava in sale grosso.

Una distesa di sale da cucina.

Se mettevo il piede su un punto molto salato, non succedeva niente. Se invece mi appoggiavo in un punto poco salato, il mio piede sprofondava andando a toccare poltiglia argillosa.

Arrivati in riva al lago prosciugato, il sale era sempre di più e una schiuma bianca rifletteva una luce rosata. Sono convinta che se ci fosse stata più acqua, il colore sarebbe stato più vivo. Ho chiesto a Mattia di farmi un video per immortalare e condividere. Credo che una foto non avrebbe reso l’idea. C’era da toccare, da sentire la consistenza e la sostanza. Bisognava parlare e spiegare inquadrando a 360 gradi. Dovevo portarvi lì.
Mi scuso in anticipo per l’audio poco chiaro a causa del vento… Ma quello che dico nel video non è nulla di nuovo rispetto a quel che vi sto dicendo qui.

Abbiamo anche fatto divertire Vando e lui, a sua volta, ha giocato con noi. Una foto sul suo tetto, è stata d’obbligo. Quella distesa di sabbia compatta era invitante e perfetta per un autoscatto pazzo da veri viaggiatori. Questa è la classica foto che stamperò in formato gigante per appenderla nel soggiorno di casa.

Sarà un’emozione pazzesca il ricordo di questo Pink Lake, diventato White senza nemmeno avvisare e un sorriso spontaneo comparirà sul mio viso come quando quella bambina, capì di avere tra le mani un regalo invidiabile, un pezzo unico.

Erica, anzi Atmosferica.

Vivere la vita.

La passeggiata con Matteo mi ha cambiato la giornata. Mi ha invitata alla scoperta di un piccolo lago che si nasconde dietro a una collina boscosa alle porte del nostro campeggio. Mi aveva già parlato di quell’angolo di pace dove cercare un po’ di tranquillità e liberare i pensieri.

Una camminata tra arbusti secchi ed erbacce pungenti, ci ha portati in pochi minuti alla meta nascosta. Mi ha raccontato di lui e della sua singolare ed incredibile storia, ho ascoltato i suoi pensieri e gli ho parlato un po’ di me, in maniera naturale, come veniva.

Mi sono confidata ed è stato anche terapeutico, mi sono aperta come quel cielo che si rifletteva nell’acqua scura. Non si vedeva il fondo ma i tronchi degli alberi, creavano un’illusione ottica come se fosse assai profondo. Finalmente è tornato il sole e ci siamo goduti per bene il suo calore e la sua luce. Ci siamo specchiati nell’acqua pulita ma nera. Ci siamo visti entrambi diversi, cambiati.

Matteo mi ha fatto ascoltare una canzone.

Non voglio scrivervi delle emozioni che ho provato nel sentire quel bambino che esprimeva concetti così forti e concreti. Vi chiedo semplicemente di chiudere gli occhi e di lasciarvi cullare, accompagnare.

Vi confido che il mio cuore batteva forte, ero viva e stavo vivendo.

Posso dirvi, inoltre, che la melodia e il testo racchiudono i discorsi di un pomeriggio. Uno splendido pomeriggio.

Racchiudono il senso della vita.

Racchiudono quel che per Matteo è felicità ovvero, la condivisione di amore.

Puoi cambiare camicia se ne hai voglia

E se hai fiducia puoi cambiare scarpe…

Se hai scarpe nuove puoi cambiare strada

E cambiando strada puoi cambiare idee

E con le idee puoi cambiare il mondo…

Ma il mondo non cambia spesso

Allora la tua vera Rivoluzione sarà cambiare tè stesso.

Vivere la vita – Mannarino

Queste sono solo alcune parole, poche di tutte quelle che ora stanno nuotando verso il basso, alla ricerca di un fondale nascosto.

Erica, anzi Atmosferica.

http://www.dailymotion.com/video/xnlx3r_vivere-la-vita-i-bambini-insegnano-mannarino_music

Ciao Perth.

Cara Perth, questo è un Ciao e non un addio. Tra un paio di settimane saremo di nuovo da te, nonostante tu non mi sia mai piaciuta fino in fondo, ti voglio ringraziare.

Non ti ho mai sentita mia e mi hai accolto con un grande silenzio. Forse hai fatto apposta, mi hai fatto uno scherzo. Mi aspettavo molto più rumore da te, molto più forte, ma quello della mia anima lo superava di netto.

Un mese e mezzo a parlarti, un lungo periodo a farti domande. Devo dire che a tuo modo mi sei stata vicina, mi hai coccolata e mi hai perlomeno ascoltata.

Nonostante tu non sia il mio prototipo di città, è stato piacevole stare in tua compagnia. Sei stata a tuo modo profonda ma non rispecchi le caratteristiche che ricerco e non hai delle qualità per me fondamentali.

Ti dico arrivederci con i miei due nuovi amici. Sì, posso ringraziarti per avermi fatto incontrare loro, quello sì.

Grazie!

Mi hai fatto anche divertire, mi hai portata a ballare. Siamo uscite a cena e mi hai offerto qualche aperitivo.

Grazie Perth, ma ora devo andare…

🙂

Penso che Vando mi potrà offrire di più, anche in mezzo al niente. Anche se non ci saranno tutti quei grattaceli per i quali tanto ti vanti, Lui mi regalerà più emozioni.

Forse non mi porterà in bei locali, non mi offrirà comodità e grandi spazi ma penso che una birretta su una spiaggia in sua compagnia, varrà più di qualsiasi offerta tu mi possa fare.

È un arrivederci Cara Perth. Spero di tornare a festeggiare con te il mio compleanno. Il 14 gennaio.

Ti farebbe piacere?

Potresti organizzarmi una festa e riunire tutti i miei nuovi amici. Inglesi, brasiliani, francesi, australiani e italiani.

Eddddaaai, che ti costa?

Fammelo un regalo!

Ora devo salutarti. Grazie di tutto e miraccomando fai la brava!

Erica, anzi Atmosferica.

Un Van per Natale.


Happy Christmas cari amici lettori.

Mentre scrivo mi lascio cullare da una musica brasiliana. Non avrei mai pensato di festeggiare il Natale nell’altro emisfero, lontano dalla mia famiglia e dalle persone che ogni anno sento vicine. Pensa un pò la vita quanto è strana.

Malinconia?

No lo sto vivendo molto bene. Ieri sera abbiamo fatto una grande festa a ritmo latino. Ci siamo trovati tutti a casa di Paolo e i suoi coinquilini brasiliani. Franci e Mattia erano dei ballerini e il calore BRASILEIRO riscaldava e riempiva di gioia l’atmosfera.

Abbiamo anche festeggiato il nostro regalo di Natale! Finalmente abbiamo un mezzo che ci porterà a sognare! È stato davvero emozionante ritirarlo…

…eravamo agitati.

Alla guida Mattia era super gasato, tre italiani a bordo di un Van. Mai circolati in Australia, tutto al contrario, io continuavo a ridere, loro anche.

Sentivo la carica di gioia provenire dal sedile posteriore, Franci era troppo contenta! Matti contrastava la sua euforia mantenendo una concentrazione da Ingegnere.

Doveva essere assoluta!

In strada non si scherza.

Siamo partiti subito alla volta dell’Ikea dove, dopo un parcheggio degno di nota, abbiamo preso le misure di tutti gli spazi da riempire. Contenitori di plastica, stendino  da campeggio, tavolino pieghevole, bicchieri di plastica e sacche da appendere con ganci, materasso, ciotoline colorate.

Il tema dell’arredamento sarà A COLORI! Tutto ciò che è colorato, va bene per il nostro Van.

Ho voluto immortalare con un video la nostra partenza. Vi volevamo rendere partecipi della nostra prima vera soddisfazione. Si percepisce il clima divertente tra noi, equilibrato e variegato.

Eccolo!

Nella foto lo vedete. Se questa foto potesse parlare, direbbe che il Mitico Mitsubishi, stava lì. Tra un mondo bianco e nero e una fantasia colorata. Tra la città e paesaggi infiniti. Tra quello che era fino a ieri e quella che finalmente tra pochi giorni sarà.

TUTTO SI COLORERÀ.

Da oggi tutto cambierà.

Di nuovo Buon Natale, vi abbraccio.

Erica, anzi Atmosferica.


“Avanzate fiduciosi in direzione dei vostri sogni, sforzatevi di vivere la vita come l’avete immaginata! Dentro di voi c’è una grande sete di avventura!”

Persona molto speciale per Mattia.

Rottnest Island.

Ed eccoci che oggi mi presento con un articolo bello sostanzioso. Devo assolutamente parlarvi della giornata trascorsa sulla piccola isola della quale, con il sedere in sella di una bicicletta, ho potuto godere ogni spettacolo.

La giornata è partita abbastanza presto. Treno per Freemantle (ricordate?) e dopo una ricca colazione, traghetto fino a destinazione. Circa 25 minuti di tragitto in mare, giornata splendida, Mattia aveva paura di soffrire le onde tanto che lui ha pensato bene di non ingerire niente prima di arrivare a “Rotto” e Francesca era curiosa e in trepidazione.

Quelle immagini che scorrevano sullo schermo davanti a noi, facevano venire la voglia di prendere un Jet privato e arrivare sull’Isola prima di tutti e tutto. Altro che traghetto.

Non vedevamo l’ora!

Un posto da sogno.

Noleggiate le biciclette e i caschi (obbligatori) al costo di 30 dollari (più 50 di cauzione), siamo partiti per le stradine deserte ma ben battute che ci avrebbero fatto fare il giro. La partenza non è stata affatto entusiasmante. Eravamo perennemente assediati da manciate di mosche che ci infastidivano, si appiccicavano ovunque ma soprattutto in faccia, vicino alla bocca.

Con una mano tenevo il manubrio e con l’altra sventagliavo via le mosche. Non era semplice nei punti di leggera salita e non riuscivo a godere del panorama paradisiaco.

Mentre prendevo fiato, ho ingerito una mosca.

Tutte proteine?

Ok, ma che schifo!

Quelle stavano rovinando tutto.

Ci siamo fermati dove un paio di fotografie erano d’obbligo e poi con calma abbiamo ripreso la via. Dopo un’oretta e mezza di pedalata nervosa, abbiamo deciso di fermarci in una caletta da sogno. Il mare era calmo, cristallino. In lontananza le onde sbattevano contro la barriera corallina e senza violenza proseguivano fino a riva. L’acqua era gelida ma un toccasana, il sole picchiava sopra le nostre teste e la sabbia era bianca, fina.

Lo abbiamo realizzato all’improvviso.

Le mosche non c’erano più.

Francesca le mosche non ci sono più.

Mattia le mosche non ci sono più!

Ci siamo rilassati nella pace delle onde leggere e ci siamo lasciati coccolare dalla morbida sabbia. Ora sì, tutto era perfetto. Ciò che vedevo trovava piena corrispondenza nella sensazione del mio corpo.

Meraviglia.

Dopo un paio di ore abbiamo ripreso a pedalare. Avevamo decisamente ricaricato le pile e le mosche erano solo un lontano ricordo. Probabilmente erano attirate dall’odore della crema solare, forse da qualche particolare colore dei nostri vestiti, oppure le ore più calde della giornata le rendono così, appiccicose.

17 chilometri di fantasia, no… di fantastica realtà.

I colori prevalenti del blu, verde e marrone erano splittati in migliaia di tonalità ciascuno. Ogni poco la voglia di scattare era forte, le piccole salite abbastanza lunghe e in pendenza erano seguite da piacevoli discese in cui tirare il fiato e respirare a pieni polmoni.

Tra una pedalata e l’altra, potevi notare tra gli alberi e i cespugli sul ciglio della strada piccoli gruppi di Quokka. Sono marsupiali della grandezza di un grosso gatto domestico, non sono per niente intimoriti dall’uomo e spesso sono loro ad avvicinarsi. Il fatto che sia una specie protetta in via di estinzione, rende Rottnest Island una delle mete più adatte per incontrare questi piccoli animali erbivori e per questo motivo molto turistica.

Dopo i chilometri di meraviglia, eravamo pianamente soddisfatti della pedalata. Me la sono goduta. Ci siamo anche lasciati scaldare dal ritmo di un po’ di musica, e negli ultimi chilometri penso sia stata indispensabile per affrontare le ultime salite.

Quando le mie gambe volevano cedere, le facevo ballare. Quando la mia testa si voleva fermare, la facevo cantare.

🙂

Ero stanca.

Grazie mamma per avermi comprato le casse bluetooth JBL.

Riconsegnate le biciclette, ci siamo rilassati sul prato, all’ombra di un grande albero. Un piccolo Quokka è anche venuto a salutarmi anche se poi non si è rivelato molto amichevole. Vi ripropongo volentieri il video.

Fatevi una risata.

Al ritorno la barca ballava, eccome se ballava!!

Mattia manteneva la concentrazione sul rap di Fedez e provava ad immaginarsi in un altro posto, magari su un aereo. Non lo so dove stava provando ad andare nella sua testa.

Ogni tanto lo guardavo e gli facevo “Pollice in su” per capire se stesse bene.

Lui rispondeva con “Pollice in su” quindi stava bene.

So solo che il traghetto ballava tanto. Molto.

Volete sapere quando ho capito che stava cercando di teletrasportarsi in un’altra dimensione?

Quando ha esclamato:

“Ma quanto balla? Sembra di stare in barca!”

Tra me e Francesca un’occhiata d’intesa ci ha fatto scoppiare in una FRAGOROSA risata.

È stata una bellissima giornata.

Erica, anzi Atmosferica.


PS: le foto le trovate sulla pagina Facebook 🙂 .