Victoria Park.

Buongiorno e buon risveglio!

Secondo giorno di riposo dopo tre giorni di lavoro. Finalmente! Tre belle giornate piene di lavoro!

Ieri mi sono svegliata con la voglia di stare all’aria aperta, respirare, camminare, ridere. Quale miglior posto se non Victoria Park? Quale miglior compagnia se non Paolo, Gabriele e la mia collega Giulia?

Con loro la risata è assicurata, potete starne certi.

Ci siamo trovati per il pranzo e, dopo divertenti scenette al giapponese, abbiamo optato per il parco. Sinceramente ho messo del mio nella decisione perché rischiavamo di girare a zonzo senza una meta e poi, Victoria Park non l’avevo mai visto.

Abbiamo preso il bus, uno a pagamento. Tre dollari una corsa ma puoi usare lo stesso biglietto per il viaggio di ritorno, se è entro due ore.

Funziona così anche con i treni 🙂

ECCO QUESTA LA RITENGO UN’IDEA INTELLIGENTE. PER ESEMPIO.

Bene, ci vedete tutti belli spaparanzati sul prato. Le mosche e le formiche ci infastidivano ma le risate all’aria aperta sono impagabili. Paolo si arrampicava sugli alberi come uno scoiattolo, Gabriele a momenti si isolava sulla riva del fiume e in altri ci immortalava puntando un timer di 10 secondi sulla sua piccola macchina fotografica. CLICK! AUTOSCATTO! Io e Giulia ripassavamo le particolarità del menù di Fast Eddy’s, il locale in cui lavoriamo entrambe. C’è la regola ferrea di studiare il menù. Solo conoscendo pietanze e ingredienti, puoi offrire un buon servizio ai clienti.

Dall’altra parte del fiume le punte dei grattacieli più alti superavano l’altezza degli alberi.

PACE!

Si stava bene! un paio di ore di relax e poi abbiamo ripreso il bus per tornare, prima che il biglietto non fosse più valido.

FURBI EH?

Il sole finalmente è tornato caldo dopo due giorni di freddo.


LAVORO:

Lo so, siete curiosi, volete news…

Ci siamo.

Sono entrata a tutti gli effetti nello staff di Fast Eddy’s. Il mio nome è comparso nei turni e questa settimana lavoro quattro giorni. Il turno è di circa sette ore con una mezz’ora di break. Siamo tutti ragazzi giovani, a parte i grandi manager che sono sulla cinquantina. Siamo tanti, il posto è grande e su due piani. Le ore di lavoro intenso in cui il locale si riempie, sono facilmente prevedibili perché sono in corrispondenza dell’inizio e della fine degli eventi alla Perth Arena, situata a pochi metri da noi.

Per rendere l’idea, è architettonicamente più affascinante del Forum di Assago ma la grandezza è quella.

Giusto per intenderci, eh 🙂

Ho socializzato con le mie colleghe francesi, brasiliane e australiane. Sai, mentre asciughi posate e bicchieri, scambi due chiacchiere, è normale e piacevole! Siamo tutti giovani, tra la ventina e la trentina. Mi ha colpito il fatto che tutte le mie colleghe siano partite con il fidanzato, tutte! Anche i colleghi!

Nessuno partito da solo, nessuno con un’amica o un amico.

L’amore, l’amore….

In cucina gli chef sono più grandi e tutti australiani. Si vede che lavorano lì da anni.

Mi piace l’idea di essere in tanti! Ricordo che l’altra sera, mentre stavo lavorando e correndo da un tavolo all’altro, mi sono fermata un attimo e ho proprio pensato: “Ma quanti siamo?”

Ho fatto la conta. Stavamo lavorando in 22.

Sono entrata come runner (colei che corre, portando piatti) ma dopo un giorno sono stata eletta cameriera. Hanno giudicato il mio inglese all’altezza.

EVVAI!

Vi avevo parlato del fatto che è un posto aperto 24 ore ma al momento non mi hanno ancora chiesto di fare orari bizzarri. Solo sabato lavorerò fino alle 2 di notte.

Capirai…

Che problema c’è!!


Oggi vorrei correre al mare, che ne dite?

Erica, anzi Atmosferica.

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…e di volare!

Visto che in questa città le scosse di assestamento sembrano non avere fine, ho altre novità per voi.

La manager del “The Cutting Board” al momento non si è fatta viva. Pensi di avere un lavoro PIÙ o MENO stabile e invece il giorno dopo tutto si capovolge, tutto va a zero e si evolvono altre situazioni.

Ieri ho fatto la prova (TRIAL – pronunciato “TRAIAL”) da Fast Eddy’s. Durante queste due piacevolissime ore, sono stata seguita dalla manager Cynthia (CINZIA), una deliziosa ragazza francese. Mi ha spiegato per filo e per segno l’impossibile ma con molta calma approfittando del fatto che il locale non fosse pieno. Abbiamo guardato insieme il menù, la disposizione dei tavoli, le voci che compaiono sulla cassa per inserire gli ordini, l’accoglienza dei clienti e molto altro.

Spiegandomi che il mio ruolo lì sarebbe quello della “runner” (colei che porta i piatti), mi ha indicato le tre campanelle che suonano quando questi sono pronti da servire. Avrebbe testato la mia reattività e la mia prontezza nel sentire il segnale e servire, facendo aspettare ai clienti il minor tempo possibile.

Mi ha rassicurata dicendomi che inizialmente è normale sbagliare, che non serve portare 3 piatti rischiando di non farne arrivare mezzo a destinazione. Mi ha detto che in ogni caso il sorriso vince su tutto e che il posizionamento dei tavoli lo imparerò presto, è solo questione di tempo.

C’era molta intesa tra me e lei e mi sentivo davvero a mio agio.

A un certo punto mi ha chiesto quale fosse secondo me il mio livello di inglese. Le ho risposto che mi considero di medio livello. Capisco tutto, so esprimere qualsiasi concetto ma a volte magari ho bisogno del mio tempo per trovare le parole giuste.

Con grande stupore mi ha ingaggiata per prendere l’ordinazione al tavolo dei clienti appena accomodati rassicurandomi che tutto sarebbe andato bene e che potrei quindi lavorare come cameriera invece che come runner.

Ero emozionata, le avevo fatto sicuramente una buona impressione e se mi ha detto così, amici, vuol dire che il mio inglese non è niente male 🙂 .

E ANDIAAAMOO

Mi sono attrezzata di blocchetto e penna e via, sono andata al tavolo dei clienti con un bel sorriso. Lei mi guardava da lontano, cercando di leggere il mio labiale e assicurandosi che capissi tutte le esigenze dei clienti.

Tornata al banco, mi ha fatto inserire le comande nel computer, facendomi portare a termine l’ordine.

Una volta schiacciato il pulsante “SEND TABLE” (invia tavolo), si è complimentata con me. Tutto era andato bene.

Alla fine delle due ore, mi ha fatto compilare un foglio dove ho dovuto scrivere i miei dati, Tax File Number, IBAN e la mia disponibilità. È un posto aperto 24h/24 e tutti i giorni della settimana. Per dare una buona impressione ho dato una disponibilità piena con la consapevolezza che gli orari lavorativi non saranno il massimo, almeno per i primi tempi.

Bene quindi..

Oggi sono stata convocata per un “drink bar training session” alle ore 15 e venerdì invece, lavorerò dalle ore 17.

Che gioia!!

Questo susseguirsi di eventi non mi da tregua!


Ricordatevi di osare, sempre.

Se non avrete il coraggio di bussare a una porta, non potrete mai sapere chi c’è dietro. Se non andrete correndo per la strada, non potrete mai conoscere la potenza del vento. Se non vi lascerete travolgere dall’oceano, non sentirete mai la sua forza.

Se non avrete il coraggio di volare, non scoprirete mai la vostra grandezza.

Erica, anzi Atmosferica.

Ps: ti voglio bene PAPÀ.

Velocemente.

Oggi mi sono svegliata con questa parola in testa. Ho pensato che potesse essere il titolo perfetto dell’articolo. No, non ci potrebbe essere titolo più azzeccato. Non è stato piacevole svegliarsi con questo fiume di parole che mi parlavano, mi interrogavano e volevano a tutti i costi essere ascoltate e avere delle risposte. La testa che andava veloce, correva non so dove. Non mi accade spesso di non riuscire a scandire immagini e sensazioni. C’era un sovraffollamento.

I Pensieri. Li lasciavo andare senza perderli mai di vista come i bimbi piccoli quando iniziano a muovere i primi passi. Corrono di qua e di là, balbettando paroline a caso, ma per loro il senso c’è. Allora è giusto lasciarli gironzolare senza meta e senza capire una mezza frase tra quelle che urlano con così tanta fermezza e decisione.

Ieri è stato il primo giorno di lavoro da “The Cutting Board”, è andato bene ma sempre tutto molto veloce. Come avrete capito oggi sarà una parola ricorrente. Ho lavorato poche ore, tre. Mi sono sembrate tre minuti. Ho capito che il mio ruolo lì, serve a coprire il momento circoscritto al pranzo. Essendo il locale all’interno di un palazzo di uffici, apre alle 6:00 la mattina e chiude alle 16:00 quindi la fascia oraria in cui ho lavorato io, 10:30/13:30, è il momento clou della giornata.

Il tempo andava veloce, la gente correva, le mie colleghe sembravano dei robot. Non so come mai, ma ho percepito una velocità estrema che l’altra volta non avevo captato.

Mi sono presentata puntualissima, anzi, in anticipo. Sono entrata dal retro e la prima cosa che ho visto sono state le 10 montagne di piatti, pentole, teglie e scodelle accatastate senza un criterio nel lavandino. Dentro di me ho pensato: “Se qualcuno tocca con mezza piuma un solo piatto di questi, crolla tutto. Devo fare qualcosa. ADESSO LI LAVO IO.”

Salutate la manager, le colleghe e i ragazzi in cucina, MI SONO MESSA A SGRASSARE I PIATTI. Dopo un’ora di lavaggi e autolavaggi, mi sentivo un eroe. Il getto del lavandino era fortissimo e avevo acqua ovunque, persino nelle scarpe. Ogni 5 minuti, arrivava un cuoco a sciacquare coltelli o padelle e anche lì, OLEEÈ..

Sembrava di stare ad Acqualand 🙂

(Potete immaginare la mia risata)

Era tutto grandissimo! Le pentole, il lavandino, il getto d’acqua e il contenitore del detersivo. Una tanica!

Dopo la prima ora così, sono stata chiamata al banco. Schierate una di fianco all’altra, eravamo pronte all’attacco.

Halo, how are youu?!

Hey, ladies…Can I help youuu?!

Hi guuuys..

Le porte degli uffici si sono aperte, velocemente bisognava servire, velocemente far pagare i clienti e velocemente tornare in posizione!

Ho tenuto botta amici, sono stata al passo.

A un certo punto, per magia, più nessuno.

Vuoto.

Il nulla.

Un po’ come a scuola quando suona la campanella che segna la fine della ricreazione. In 30 secondi tutti in classe, i corridoi deserti e nell’atrio la desolazione!

Non mi sono fermata. Ho controllato le bibite nei frigoriferi, ho asciugato piatti e posate e li ho posizionati al loro posto. In cucina iniziavano a calmarsi e non si sentivano più spadellate e olio che friggeva. Un attimo di calma.

La fame mi ha assalita!

Senad (SCINEID) è venuta da me dicendomi che potevo andare e che oggi (martedì) non sarei dovuta andare. Mi farà sapere per il turno di domani (mercoledì).

Non mi è piaciuta molto questa mossa.

Perché avvisarmi dall’oggi al domani per tre ore di lavoro?

Per questa volta non ho detto niente. La prossima volta vediamo che succede e poi valuterò..

Velocemente ho raccattato borsa e maglia, mi sono tolta il grembiule e ho iniziato a correre verso casa. CHE FFFAAAME!

Guardo il telefono.

→ Messaggio

La manager di un locale, Fast Eddys, mi aveva appena scritto chiedendomi se fossi stata disponibile per una prova oggi (martedì) dalle 19 alle 21. OH YES. Cadeva a fagiolo.

Ho velocemente risposto che per me era OK!

🙂


Oggi è una giornata fantastica! Il cielo è blu, il vento non è fastidioso e la temperatura è perfetta per un’oretta di relax al sole.

Alle 14 andrò ad accogliere Paolino che ora sta volando sopra all’oceano. Inizia oggi per lui un’avventura mozzafiato, una nuova vita e un’esperienza che lo cambierà profondamente. Ancora non può sapere cosa lo aspetta ma è questo il bello, no?

Come se la data di oggi, 1 Dicembre 2015, segni una nuova nascita per lui. Con grande motivazione ha lasciato tutto quello che aveva scegliendo per se stesso un cambio radicale e quella che era per lui l’idea di felicità.

Bene Paoliiino, in bocca al lupo e fai vedere chi sei!

Ti aspetto! 🙂

Mi fa strano pensare che arriva dall’Italia, e forse solo ora mi sto rendendo conto di quanto la mia casa sia lontana.

Brrr.. che brivido, è una sensazione indescrivibile, ve lo assicuro.

ITALIA

Selezionate la parola e magicamente apparirà ITALIA 🙂

Che bel nome!

Erica, anzi Atmosferica.


Ps: Ho creato su Facebook la pagina di Atmosferica. Potete accedere direttamente da QUI e cliccando sul “MI PIACE” rimarrete sempre aggiornati sulle storie che adoro scrivere per voi! CIAO! 🙂

Trova le differenze.

Buongiorno e buon inizio settimana a tutti quanti!

Oggi voglio portarvi un po’ qui con me per farvi scoprire e conoscere ciò che c’è di diverso qui, in Australia.

Premetto che la città in cui sono è davvero una minuscola parte della grande isola oceanica, quindi, forse è meglio intenderle come differenze tra Milano/Lecco e Perth.

Facciamo così?

Siete d’accordo?

Tenete presente che Perth si estende su una superficie di 6000 km² e conta una popolazione di circa due milioni di abitanti. Per capire la differenza tra la densità di una città australiana e una europea, potrei prendere l’esempio di Roma la quale ha una popolazione di due milioni e mezzo di abitanti ma una superficie di 1250 km².

Pazzesco vero? Roma ha 500 mila abitanti in più di Perth ma una superficie sei volte inferiore.

Densità della popolazione a Perth: 314 abitanti per km²

Densità della popolazione a Roma: 2200 abitanti per km²

Ecco perché il traffico non esiste! C’è spazio per tutti!

Per quanto riguarda la lingua parlata in loco, posso dirvi che l’australiano è molto più comprensibile di quanto mi aspettassi. Sarà che sono abbastanza sveglia e veloce nell’apprendimento ( 🙂 ), ma se mi concentro e cerco di estrapolare le parole fondamentali alla comprensione, ci arrivo. Qui non ho ancora avuto il piacere di fare amicizia con australiani ma come ben sapete ho incontrato sulla mia via inglesi, irlandesi e cinesi.

YESS.

Quindi mi trovo a dover dialogare con australiani solo nei negozi, in banca, nei supermercati e AL LAVORO! Sicuramente ora sperimenterò ogni giorno l’english australiano e poi saprò dirvi meglio.

Posso dirvi già ora che come lingua è molto contratta, abbreviata e molti vocaboli vengono storpiati ma…pensavo peggio onestamente.

Vogliamo parlare ora delle strade? Ok, è tutto al contrario.

Ricordo il giorno in cui sono arrivata qui. Jason è venuto a prendermi all’aeroporto e tra il jet-lag e i sensi di marcia ribaltati, avevo la nausea. Una delle mie prime frasi è stata proprio: “Oh santo cielo, io, qui, non guiderò mai!”

La cosa a cui bisogna fare attenzione è l’attraversamento pedonale. Io per togliermi ogni dubbio guardo a destra e a sinistra perché amici, guardi dalla parte sbagliata e sei stirato.

Basta un errore. Solo uno.

Ora, dopo più di due settimane, quando giro in macchina sono meno stranita. Ogni tanto cerco di immedesimarmi alla guida e provo a pensare cosa farei se fossi al posto dell’autista. Beh certo, anche il posto del guidatore è dall’altra parte.

Tutto è speculare!

Passiamo ai pagamenti. Qui tutti pagano con la carta che il più delle volte è un PayPass. Basta appoggiare la carta sul Pos e in 10 secondi il pagamento è andato a buon fine. Ovunque puoi pagare in questo modo, in qualsiasi negozio e per qualsiasi cifra.

Una cosa buffa è che, dopo aver pagato, il negoziante ti chiede:

“Do you want a copy?”

Tradotto:

“Ne vuoi una copia (dello scontrino)?”

Esatto, ti chiedono se vuoi la ricevuta. La cosa assurda, però, è che qui nessuno la vuole la copia. Il 90% delle volte la risposta è “No, thanks.”

Al contrario dell’Italia dove molto spesso devi chiederla tu.

DELLA SERIE:

Com’è strana la vita, com’è strano il mondo.

Ho visto pochissimi anziani e altrettanti bambini. Le stagioni sono al contrario, i dollari australiani sono plastificati e sembrano soldi finti del monopoli. Un euro vale un dollaro e 47 centesimi, le monete hanno grandezze strane e mi ci devo ancora abituare. La moneta da due dollari è più piccola di quella da un dollaro e la moneta da cinquanta centesimi è più grande di queste due messe assieme.

MA VERAMENTE?

Sì, veramente.

Per pagare i parcheggi ci sono le macchinette identiche a quelle che ci sono in Italia e i taxi sono bianchi. Qui ci sono tre linee di bus gratuite le quali fanno dei giri molto circoscritti alle zone centrali della città, ma… dici poco!

In Italia un servizio di trasporti così ce lo possiamo scordare.

Yellow Cat Line

Blue Cat Line

Red Cat Line

GRATIS!

Il costo della vita è abbastanza caro ma l’importante è non strafare. Se sei un fumatore incallito qui sei fregato perché un pacchetto di sigarette costa 23 dollari circa quindi prima di venire fatti due conti perché, o smetti di fumare, o un giorno ti troverai a dover decidere se comprare le sigarette o se pagare l’affitto.

🙂

Al supermarket frutta e verdura di ogni genere, pane bianco, nero e marrone! Cetrioli enormi e molte tipologie di insalata. Una bottiglia di acqua da un litro costa anche più di tre dollari (più di due euro) però la cosa buona è che quando vai a mangiare in molti locali puoi portarti la tua acqua altrimenti, molto spesso, l’acqua servita con brocche è gratuita. Soprattutto per colazione, brunch e lunch.

Qui il cielo è più grande tanto che viene chiamato BIG SKY. È raro vedere nuvole nel cielo e se anche ci dovessero essere, sono leggere e non fitte (vedi foto) poi sono talmente alte che non le noti nemmeno. Il cielo in Italia è basso e piccolo, c’è meno ossigeno ed è meno azzurro. Qui non potrai mai avere quella sensazione di soffocamento che viene in Lombardia quando la nebbia è fitta o i nuvoloni bassi bassi quasi pronti a schiacciarti.

Da questa parte ovest dell’Australia abbiamo il tramonto, sull’altra costa est possono vedere il sole che nasce dal mare noi possiamo assistere alla sua caduta. In Italia si può vedere tutto, nessuno ha l’esclusiva di niente. Ovunque sei, vedi il sole che nasce e che va a dormire (quasi ovunque).

In tutta questa grandezza però bisogna saperci stare, bisogna saperla accettare ed apprezzare. Non tutti siamo fatti per vivere in un grande mondo al contrario ma nemmeno in un piccolo paese dove a volte senti il cielo cadere.

Tutti siamo qui per vivere, per vivere bene. Siamo qui per sognare, per sognare in grande.

Ma prima di tutto per valorizzare e proteggere quello che di più piccolo e prezioso abbiamo.

Erica, anzi Atmosferica.


Ps: quello in foto è il palazzo in cui abito.

🙂

Domenica densa di novità!

Una domenica scoppiettante!

Ammetto di essere un pelo di fretta perché oggi pomeriggio andrò all’Ikea con il mitico Jason! Ne approfitto per comprare qualcosa per la mia stanza, una tovaglietta per la colazione, una pentola e magari una bella tazza per le mie mille tisane, thè e infusi, un cuscino, le lenzuola e infine uno scopettone per il gabinetto NUOVO! NE VOGLIO UNO NUOVO!

(Non bevo più caffè! Questo posto mi sta depurando! Solo uno/due cappuccini la settimana!)

Bene, dicevo… Sono le 12:56 e credo che tra una decina di minuti dovrò essere pronta. Jason è un orologio svizzero! Non si può sgarrare di mezzo minuto!

Volevo solo condividere con voi un’altra novità!! Sono andata con lui a fare colazione da Brika, il ristorante greco di Northbridge, dove sono andata a cena la settimana scorsa.

Ricordate?

È stato più che altro un brunch (un pranzo/colazione). Lui ha bevuto thè inglese e come primo piatto ha mangiato uova, salsiccia, pomodoro e feta! Io ho gustato un cappuccino e uno yogurt greco con miele, frutta e cereali (vedi foto). Davvero delizioso, gustoso… Mmmm… Dovreste assaggiare! Ingredienti molto freschi e selezionati, distinguono questo posto da tanti altri.

La novità è che….

…mi chiameranno nei prossimi giorni per una prova. Stanno cercando personale perché da pochi giorni sono aperti anche per colazione e pranzo, insomma… devono ampliare lo staff. Farò la cameriera, più precisamente la runner ovvero colei che porta i piatti.

Un secondo lavoretto per arrotondare non fa mai male! Vediamo come andrà!

Non vedo l’ora! È davvero un locale particolare e raffinato. Anche la location è curata nei dettagli come la veranda esterna ricoperta da fiori!

Il manager è stato molto gentile, un ragazzo giovane e solare. Danny! Gli ho detto che ho già un altro lavoro e mi ha detto che appena saprò gli orari che farò, faremo in modo di incastrare i turni.

Le porte della vita si stanno aprendo a me. Sento energia positiva che trasuda dalla mia pelle e vi sento tutti quanti vicini amici miei e lettori sconosciuti.

Siete ogni giorno tantissimi a leggere, sono felice di poter essere un vostro appuntamento quotidiano e di farvi vivere un pò di vita australiana!

Continuate a scrivermi anche privatamente come state facendo, è un piacere parlare con voi e avere un riscontro.

Have a nice day!

Erica, anzi Atmosferica!

Buone Nuove!

Avete ragione amici, dobbiamo assolutamente riprendere le fila del discorso LAVORO.

(Vi piacciono le statue dei businessmen che camminano spediti con tanto di cravatte e cappotti svolazzanti?)

Due giorni fa, mi sveglio di soprassalto alle ore 10:00, non avevo sentito la sveglia, ero confusa, guardo il telefono.

Jason – Chiamata persa

Messaggio di Jason: “Chiamami!”

Oh santo cielo, Erica ripigliati, alzati, lavati, svegliati! Sono le 10, non puoi perdere le ore mattutine in questo modo! Sono le più produttive, le più fresche, le più lucide!

OK.

Chiamo Jason.

Con modo agitato e veloce, mi dice che Senad (pronunciato SCINEID 🙂 ), la manager del “The Cutting Board” presso l’edificio in cui lavora in Pier St, sta cercando una ragazza per la sede di St Georges Terrace.

Mi dice di presentarmi quindi al secondo indirizzo e di chiedere della manager del posto.

Volete ridere? Anche lei si chiama Senad.

Due “The Cutting Board”

Due manager

Due Senad, pronunciato SCINEID.

Jason, è uno scherzo? Stai mettendo alla prova il mio self-control?

Mi sono lavata, mi sono vestita e sono andata.

Su Google maps, il “The Cutting Board” di St Georges Terrace, risultava essere ubicato al numero 200. Otto minuti a piedi. Perfetto!

Arrivata al posto, chiedo di Senad a una cameriera molto disponibile che mi chiede con quale delle due Senad volessi parlare. Le dico che sto cercando la manager del “The Cutting Board” di St Georges Terrace e che so che l’altra omonima sta nel locale di Northbridge in Pier St.

Questa dolce ragazza, fa un sorriso e mi dice: non lavora qui. Devi andare all’altro “The Cutting Board” a pochi metri da qui.

Quando ha detto A POCHI METRI, ho tirato un sospiro di sollievo.

Per farmi capire bene dove fosse QUESTO TERZO “THE CUTTING BOARD, NELLA STESSA VIA, mi ha pure disegnato una piccola mappa su un foglietto. Davvero gentilissima.

Sì Erica, sembra uno scherzo ma non ti curar di loro, ma guarda e passa.

🙂

Sono uscita, ho attraversato la strada, ho camminato fino all’incrocio e ho svoltato a destra. Sono entrata nel megagigante palazzo, ed ECCOLO….

Mi sono presentata a Senad, la quale con un grande sorriso mi ha detto semplicemente: “Oh ciao! Molto piacere! Sì, Senad (l’altra) mi ha parlato di te! Ti va di venire domani mattina alle 10.30?”

Mi sentivo gongolare. La mia testa è partita per un viaggio senza fine. Davvero era stato così facile? Davvero la fortuna era di nuovo dalla mia? Avevo il mio Curriculum super colorato in mano, pronta a presentarmi più energica che mai, ma non mi ha chiesto nulla.

Lei è stata molto più scoppiettante di me! Una bomba!

L’indomani, cioè ieri, mi sono presentata per le 10:15 (Ovviamente), dopo avermi detto velocemente di posare la borsa e prendere un grembiule, Senad mi ha spiegato un miliardo di cose in mezz’ora. La mia testa era una macchina da scrivere, non dovevo perdermi una parola e se anche non capivo esattamente ogni vocabolo che usciva dalla sua bocca, riuscivo a stare al passo guardando i suoi gesti e leggendo qualsiasi parola vedessi, ovunque!

I miei occhi rubavano, catturavano.

Fortuna che avevo fatto una bella colazione. Energie sotto controllo!

Il lavoro che dovevo fare era: accogliere il cliente che si sarebbe avvicinato al di là della vetrina, servirlo mettendo il suo pasto in un piatto o in un contenitore per il take-away, chiedergli se volesse qualcosa da bere, farlo pagare e salutarlo augurandogli una buona giornata.

Dopo un monologo esplicativo sembrato infinito, mi ha chiesto:

“Hai domande?”

La mia testa era un frullatore, ma la mia risposta è stata:

“No, tutto chiaro. Devo solo fare pratica e tutto andrà bene!”

(Il trucco è sempre quello di farsi vedere svegli e veloci. Sempre!)

Dietro al banco con me c’erano altre 6 ragazze, alle 12 in punto i lavoratori sono usciti dagli uffici, i giochi hanno avuto inizio! Ero carica e mi sentivo all’altezza. Il fatto che ci fosse una vetrina, mi permetteva di avere anche una comunicazione visiva con il cliente. Se non captavo ogni sua singola richiesta, riuscivo comunque a farmi capire.

Ho imparato in 10 minuti una cinquantina di nomi e vocaboli. Verdure, salse di ogni genere, pollo, insalata, patate, pesce, purè, prosciutto, riso, condimenti, take-away, piatti, forchette, pagamenti con carta o con contanti, coltelli, tovaglioli, Pepsi Cola, Pepsi Cola Max, PayPass, chicken, fish, chips, rise, greek salad, mayo, spicy mayo, knives, tomato, bye-bye, have a good day!!!

AIUTO!

È stato divertente quando, in un momento di calma, le mie colleghe cercavano di invitare i passanti a consumare il pasto da noi.

Lo facevano salutando tutti con un grande sorriso.

“Haloooo, how are youu!?”

“Hi, can I help you??!”

Le guardavo inizialmente stranita ma poi mi sono buttata. Avevo la fortuna di essere la più alta, quindi riuscivo a cercare il contatto con le persone al di sopra della vetrina.

Mi sono lanciata! Il mio inglese era ottimo ragazzi!

Non vi ho detto che il locale si trova al piano terra di un grattacielo di uffici. Nella stessa area ci sono almeno altri 15/20 posti dove i lavoratori possono decidere di pranzare. Tutto avviene molto velocemente e quindi l’obiettivo è essere molto convincenti quando le persone passano perché, da lì a due metri, trovano ristoranti e fast-food di ogni genere..cinesi, giapponesi, vietnamiti e di tutto e di più.

Mi veniva bene!

Mi immaginate all’opera?

HALOOO, HOW ARE YOUUU?!?

🙂

Fantastico.

Bene, alle ore 13.30 è terminata la mia prova.

Senad mi ha chiesto:

“Come ti sei trovata? Com’è andata?”

Con un bel sorrisone le ho risposto:

“Molto bene! È andata molto bene!”

AHAHAHAHA

“Ok! Ritorni lunedì mattina alle 10.30?”

“Certo!”

“La paga è di 17 dollari all’ora e generalmente paghiamo di mercoledì o di venerdì, Ok?”

(E me lo chiedi pure se va bene?)

“OK!!”

Sorriso.

Sorriso.

“Ci vediamo lunedì allora!”

“Ok, ciao!”


Sono uscita da quel posto che volevo urlare, saltare e cantare. Era ancora troppo presto per poter chiamare qualcuno in Italia.

HO UN LAVORO!

I HAVE A JOB.

LAVORO!

MONEY!

Sono venuta a casa, non c’era nessuno. Volevo abbracciare qualcuno con cui condividere e trasmettere la mia gioia. Raccontare! Parlare!

Ce l’ho fatta!

Ho fatto due salti sul letto, ho cacciato un mezzo urlo e mi sono finalmente affacciata al balcone guardando la città con occhi nuovi.

Erica, anzi Atmosferica.

Tramonti niente male…

Ecco a voi un tipico tramonto australiano from the top.

Ebbene sì, questa è la vista di cui possiamo godere noi 3 amici. Ogni sera, ad una certa ora, inizia il film. L’unica cosa che puoi fare è prendere una sedia, posizionarla sul terrazzo e accomodarti.

I colori scorrono veloci, si inseguono e si confondono rendendo ogni attimo diverso, incantevole.

Serve giusto una canzone Atmosferica di sottofondo, nient’altro.

Lewis in questo è bravo.  Fortunatamente e stranamente abbiamo gli stessi gusti musicali e questo incanto di cielo si sposava bene con la canzone da lui scelta, Hello di Adele.

Se volete chiudere gli occhi immaginandovi un tramonto, il più bello che abbiate mai visto..cliccate pure QUI e lasciatevi andare. È un modo anche per sentirvi vicini a me e per immedesimarvi un po’ in quel che vivo.

(Mamma, ascoltala! 🙂 )

Abitando in alto, abbiamo la fortuna di poter godere di questo spettacolo ogni giorno. Quasi quasi aspetto con impazienza questo momento che mi da ancora più calma di quella che la città già mi trasmette. È come se fosse un regalino di fine giornata, un premio per aver amato la vita anche oggi.

E allora, Erica… lasciati cullare e coccolare da questa quiete e non viverla male. Forse hai vissuto sempre con troppa frenesia e non ti sei mai fermata a pensare realmente. Questo posto ti sta facendo bene Erica Bella, impara ad apprezzare la distensione, i tramonti e i silenzi.

Mi hanno colpito molto le parole di mia sorella Elena ieri sera e ve le riporto con piacere:

” …Comunque, a proposito del fatto che vorresti spostarti, secondo me devi vivere la tranquillità a cui non sei abituata. Se sei lì vuol dire che ti serve un po’ di calma e poi si vedrà. Per ora non prenderla come una cosa che ti sta stretta ma come un momento per meditare. Ohmmmmmmm..”

Sì, ha scritto anche Ohmmmmmmm..

Capito la sorellina di sedici anni? La donna è in gamba.


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Quanto sono belle?

Sono due fiori sempre in primavera. Sbocciano ogni minuto, ogni secondo. Ogni volta che le guardo vedo qualcosa di diverso, una gestualità nuova o un’espressione adulta.

Sono partita con la consapevolezza che perderò un periodo importante nella loro crescita, nella loro vita. Più o meno lungo, ma lo perderò.

So quanto l’adolescenza sia complessa, delicata, è una metamorfosi continua e un susseguirsi di forti emozioni difficilmente gestibili. Se penso ai miei 15-16 anni, mi passano davanti agli occhi immagini indimenticabili, i primi amori, le prime uscite, le prime delusioni e qualche bravata con le amiche.

Ci sarebbe da aprire un altro blog chiamato “Adolescenza di Erica”

oppure..

“Atmosferica Adolescenza”

Come preferite 🙂

Ma torniamo a loro! Elena e Eliana, 16 e 15 anni, un 1999 e un 2000, un’ariete e uno scorpione, un marzo e un ottobre, una danza e un canto, un’ energia inesauribile e una dolce calma.

Due talenti, due anime buone dagli occhioni luminosi, due donnine responsabili con le idee molto chiare su cosa è giusto e su cosa non lo è, su cos’è la buona educazione e il senso del dovere.

Scriverei papiri, l’amore che provo per loro è indescrivibile.

Sono cosciente del fatto che quando tornerò le troverò cresciute e cambiate..ma fa parte della vita, del flusso delle cose. Cercherò da qui di estrapolare, di farmi raccontare, di partecipare anche da lontano, di consigliare e di essere comunque un sostegno confidando nell’aiuto di mamma, papà ed Elisa, la mia sorellona più grande.

Sì, perché scrivo soprattutto per loro.

Erica, anzi Atmosferica.


Ps: Per quanto riguarda il lavoro qualcosa si sta muovendo. Mi dispiace ma per scaramanzia non dico niente. Pensatemi intensamente e trattenete ogni curiosità! Già domani potrò dirvi di più.

Ma Santa Claus arriverà fino a qui?

La domanda mi sorge spontanea.

Non solo per la storia della lontananza..perchè è risaputo che Babbo Natale riesca a fare il giro del mondo in una notte.

Ma..

Più che altro il mio cervello non riesce a metabolizzare i binomi:

NATALE – ESTATE

ESTATE – NATALE

CHRISTMAS – SUMMER

FREDDO – ITALIA

NEVE – ITALIA

CALDO – AUSTRALIA

NO NEVE – AUSTRALIA

SANTO – CIELO

MI – CAPITE ?

Nella mia testa conflitti interminabili non vogliono accettare che tra un mese sarà Natale e qui si schiatterà dal caldo. Da mente europea associo ovviamente il Christmas Day a una giornata polare, con magari fuori la neve, sugli alberi spogli luccicanti ghirlande, fuori dalle case le decorazioni e per le strade luminarie esagerate.

Qui rami spogli non se ne vedono. Di alberi addobbati sì, ma mi danno idea di tutto tranne che del Natale. Oggi guardando il gigantesco abete che vedete in foto, mi sono resa conto che il mio primo pensiero è stato:

“Wow! È altissimo! Devono aver usato una gru per metterci in cima quella stella argento!”

Pensate un po’ voi la mia testa dove va a finire a volte 🙂

Insomma, non associo gli addobbi al Natale ma alla fatica che eventualmente qualcuno potrebbe aver fatto per posizionarli correttamente. Magari si tratta di un primo periodo di transizione in cui non sono ne qui, ne lì.. Oppure non mi entrerà mai in testa l’idea e il 25 Dicembre, indosserò un cappellino rosso e bianco, costumino, shorts e canottiera, fingendo che sia un giorno tipo Carnevale in cui il dress code è obbligatorio e festeggiare in compagnia pure.

🙂

Sarà divertente!


La giornata di ieri è andata decisamente meglio. Mi sono presa la mattinata e il primo pomeriggio per me e ho ricaricato le pile.

SVEGLIA ORE 9:00

COLAZIONE

MEDITAZIONE

SCRITTURA

PALESTRA

PISCINA

DOCCIA

…..RIGENERATA…..

Sono uscita, sono andata al negozio “Print” sotto casa e al costo di ben 10 AUD ho stampato una ventina di CV. Ho rivisitato e rivisto il mio documento di presentazione. Ora, per sembrare più colorata, grintosa ed energica, ho colorato il mio nome di ARANCIONE, ogni volta che compare la parola WAITRESS o BARTENDER, compare anche una bella sottolineatura in grassetto e di nuovo il colore ARANCIONE. Ho aggiunto anche la mia foto e via!

Sono entrata in due posti. Amphoras, vicinissimo a casa, dove ho parlato con Roberta, una ragazza italiana. Nei suoi occhi ho visto buoni messaggi. L’altro locale è Wine Fox, anche quello qui dietro, molto giovanile e molto più grande.

Domani andrò al di là del fiume, dove Jason mi ha suggerito di provare. Sento che domani sarò ancora più carica di oggi. C’mon Erica. Non mollare!

Adesso che hai il Curriculum bello colorato, fatti valere!

Oggi mi sentivo talmente ‘Nuova’ che mi sono ritrovata in viuzze mai viste! Ad esempio London Court è da ricordare. Vi faccio pure vedere gli addobbi natalizi giusto per rimanere in tema 🙂

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Mi sono sentita per un attimo a Londra. Anche dalla foto penso si possa percepire l’Atmosferica londinese 🙂 . L’unico dettaglio è che siamo dall’altra parte del pianeta.

Ci sono 35 gradi.

AHAHAHA!

È proprio vero che quando si è ben disposti, arrivano le sorprese! Ci tornerò a fare un giretto, magari proprio il giorno di Natale.

♥ Christmas in London ♥

Ciao e grazie a tutti. L’audience sta sfiorando le stelle!

Erica, anzi Atmosferica.

“La Storia di un’Immigrata allo Sbaraglio”

Voglio scrivere di lei e del suo libro.

Francesca Cabaletti, una blogger, scrittrice e web editor, con la sua scrittura è stata in grado di far emergere i sogni e le fantasie più nascoste dentro me. Quelli che volevo sopprimere, nascondere o evitare cercando di imporre alla mia esistenza una vita ordinaria fatta di sicurezze, vicino alle persone vicine e senza molti rischi.

È stato proprio quando ho iniziato a inserire nei motori di ricerca le parole come Australia – Perth – Working Holiday Visa …Che ho iniziato a capire dove la mia anima mi stesse portando. Da dove il mondo mi stesse chiamando e ascoltavo, ascoltavo, ascoltavo i messaggi che ogni giorno percepivo.

Ci sono delle volte in cui, ogni cosa riporta a un pensiero ricorrente. Oppure, tanti segnali fanno ripensare a qualcosa che si vuole a tutti i costi ignorare. Pensavo all’Australia e incontravo persone appena tornate da questa terra, alcune che stavano per partire, vedevo alla televisione pubblicità che ne parlavano e nei miei viaggi sul web, ho incontrato lei.. l’Immigrata allo Sbaraglio.

Durante una delle prime ricerche, spinta dalla voglia di saziare la mia fame di informazioni, sono incappata nel blog di questa semplice ragazza acqua e sapone. Successivamente, dopo essermi addentrata nei suoi articoli più o meno recenti, ho letto due dei suoi libri “La Storia di un’Immigrata allo Sbaraglio” e “Working Holiday Visa Australia – Manuale di Sopravvivenza”.

Entrambi mi hanno aiutata e sfamata. Con il primo ho lavorato sul lato emotivo della decisione che stavo per prendere mentre, il secondo, è stato utilissimo per il lato pratico e materiale della partenza.

È stata per me una musa ispiratrice, colei che ha risposto alle mie prime domande più banali e superficiali e poi anche a quelle più sostanziose, profonde e tecniche. Mi ha fatto vedere l’alba australiana in 16 secondi e mi ha permesso di farle compagnia in alcune delle sue riflessioni notturne. Mi ha regalato tanta energia positiva, ha fatto crescere in me motivazione e voglia di crederci. Attraverso i suoi canali puoi reperire e trovare informazioni di qualsiasi genere tanto che appena sorgeva una domanda, non esitavo a consultare il suo blog o il suo sito vivereinaustralia.com

Come scrive nella sezione ‘ABOUT’ del suo blog… “Per una serie di strane macchinazioni cosmiche, il 15 Novembre 2010 è salita su un aereo con un biglietto di sola andata per Sydney, Australia. Non era sola, accanto a lei c’era il suo neo marito e folle compagno di avventura, Mr Big. Entrambi con un Working Holiday Visa, entrambi assolutamente non preparati né informati, entrambi con una grande voglia di ricominciare da zero e costruire una nuova vita.”

Nel suo libro autobiografico e digitale, Francesca si racconta in maniera profonda. Arriva a toccare tasti delicati dandoti la possibilità di sentirti sempre più vicina a lei nella sua sfera privata e regalando a te, lettore, il ruolo di psicoanalista.

🙂

Io mi ci sono sempre sentita un po’ psicoanalista e le mie amiche lo possono confermare.

Scrive in modo scorrevole rendendo le sue storie coinvolgenti e invogliandoti a leggere e leggere ancora. In alcune sue esperienze emozionali mi ci sono rispecchiata e ritrovata e ho avuto modo di avere interpretazioni diverse di realtà vissute sia da me in prima persona che da lei e dal suo compagno Mr Big. Il suo modo di ragionare pazzerello ma molto preciso mi piace e la semplicità con cui parla di sé la rende genuina, spiritosa al momento giusto ma sempre in grado di spiegare con parole semplici qualcosa di così complesso come sono le emozioni e gli stati d’animo.

Quando si decide di partire, ognuno ha le proprie motivazioni insite dentro sé e sicuramente, non troverà motivazioni analoghe che derivino dallo stesso vissuto…in qualcun altro. Ognuno deve essere in grado di capire cosa la propria anima stia chiedendo e…

seguirla.

Andare dove vuole portarti non è difficile…basta solo volerlo con tante forze e seguire il flusso delle cose. La cosa più complessa, invece, è scavare dentro se stessi senza lasciarsi intimorire dalla paura di fronteggiare qualche mostriciattolo pronto all’agguato.

Attraverso il suo vissuto, raccontato con estrema semplicità, ho piano piano scavato dentro al mio cuore e analizzato le mie esperienze.

Sono arrivata così ad una decisione.

Sì.

Non ho condiviso tutto con un compagno e non mi sento un Immigrata allo Sbaraglio come lei e Mr Big, al momento. Mi sento, però, alla ricerca di novità, sono curiosa di scoprire il mondo e il mio io più profondo. Il 13 Novembre 2015 sarà sempre la data del giorno in cui ho spiccato il volo perché non dimentichiamoci che, come dice Francesca Cabaletti:

“Vola solo chi osa farlo.”

Ora…Sono abbagliata dalla vita e da quanto vedono di straordinario i miei occhi, e non posso fare altro che seguire i suoi segnali. Il sole di Perth è molto caldo e, mentre lascio che riscaldi il mio cuore, cerco ogni giorno i suoi raggi.

Quindi, grazie Immigrata allo Sbaraglio per i tuoi racconti e per i tuoi stimoli. Mi sono stati di grande aiuto.

Mi permetto di concludere con una piccola citazione del libro:

È strano come ci si sente, scatta qualcosa dentro te, non solo la paura perché quella è normale, ma anche questo forte desiderio di volercela fare, anche se non sai niente. Perché hai preso una decisione e la vuoi portare avanti costi quel che costi. Il modo in cui eravamo arrivati a prenderla, tutto il male che c’era alle spalle non poteva essere stato invano. Doveva avere un senso e il senso sarebbe stato che ce l’avremmo fatta. Punto.

“La Storia di un’Immigrata allo Sbaraglio” di Francesca Cabaletti

Erica, anzi Atmosferica.


immagine e testo coperti da copyright. © Immigrata allo Sbaraglio – tutti i diritti riservati

Leederville.

Nella continua ricerca del lavoro, ieri mi è venuta l’idea di andare a tastare il terreno anche a Leederville. Una frazione della città nella parte nord-ovest tanto citata nei discorsi tra concittadini.

Mi sono diretta verso la Underground Station in Murray St, e via. Una fermata di metro-treno chiamatelo come volete, 5 minuti di attesa, 5 minuti di percorrenza, ed eccoci qui. Appena uscita dalla stazione mi si presenta davanti una lunga lunga strada, l’unica principale: Oxford St. Durante il piccolo spostamento per arrivare lì, avevo già guardato su Google quali fossero le vie principali.

UNA.

Oxford St.

(Ma quando scrivo “St” lo sapete che dovete leggerlo come.. “STREET”?)

🙂

L’ho percorsa tutta, all’andata mi sono concentrata sulla parte destra e al ritorno ho analizzato con attenzione la parte sinistra (o la parte destra se pensiamo che stavo tornando indietro). Ho consegnato CV, mi sono proposta e devo dire che ora lo faccio con scioltezza. Inizialmente prima di parlare con qualcuno dovevo armarmi di coraggio e racimolare tutta la determinazione in corpo. Ora no. Mi viene abbastanza naturale. Ho capito cosa rispondere alle domande più frequenti e sono già abbastanza preparata.

Volete sapere le domande che fanno i manager quando consegni il CV?

Dai, ok. Vi faccio un botta-risposta:

  • Che tipo di visto hai? – Working holiday Visa
  • Hai esperienza? – Sì (Mostrando le sezioni in cui è scritto sul mio CV)
  • Hai RSA? – Sì. (Certificato che devi avere per vendere alcolici)
  • La tua disponibilità? – Sempre disponibile
  • Da quando? – Da adesso

Sorriso.

  • Sei disponibile anche nel WE? Full time? – Sì anche nel week end e pure full time.
  • Quando scade il tuo visto? – Tra un anno

Sorriso.

Ok, Erica! grazie per essere passata! Ti chiamiamo appena potremo farti fare una prova.

Thank you!! Have a good day!

Sorriso.

🙂

Cerco sempre di non propormi proprio ovunque ma di accontentarmi. Dopo essermi fatta conoscere al -The Garden-, scovato in una traversa della grande via, ho deciso di ritornare verso la città, ma….dopo essere passata da Northbridge (un’altra frazione a nord).

Volevo capire bene la distanza da Perth CBD (centro) e le zone più limitrofe ma comunque carine, così ho digitato su Google Maps “Northbridge”.

2.4 km a piedi.

Ok! Volevo arrivarci a piedi, non volevo riprendere il treno senza capire dove fossi geo-localizzata e a quale distanza a piedi. Volevo vedere cosa ci fosse nel mezzo.

2.4 km suggestivi. Come potete vedere nella foto, ho immortalato tipiche immagini che solo nella parte più periferica puoi scattare. Tipiche casette, spazi infiniti e desolati dove l’unica cosa che si vede è il sole e l’unica cosa che si sente è il caldo.

Davvero un bel vedere. Quando riguardo le foto mi rendo conto di quanto il cielo e i colori siano spettacolari.

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Dopo mezz’ora di camminata, sono arrivata a Northbridge. Vi avevo già parlato di questa parte della città. Vi avevo detto che mi era sembrata interessante e Atmosferica. Ho anche pensato di cercare una stanza lì, ma ieri non ho avuto la stessa impressione. È assurdo come lo stesso posto, visto di notte e poi con la luce, ti possa trasmettere due sensazioni opposte.

Sono tornata poi anche ieri sera, dopo cena, con Jason. E di nuovo, ho pensato che preferisco di netto la via di casa mia. Più tranquilla e più centrale.

Jasooooon! Domani lo dovrò salutare per spostarmi al piano 13. Il mio primo amico, guida turistica e angelo custode! Ma sono tranquilla, saremo comunque vicini e in contatto. Eh già. Inizia una nuova avventura. Nuova casa, nuovo letto, nuove persone e nuove amicizie. Sono dispiaciuta ma contenta. Sono stranita al solo pensiero di dover rimettere in gioco i miei equilibri ma curiosa..di vedere cosa succederà.

Lewis, il ragazzo che mi affitterà la stanza, mi ha detto che la mia compagna sarà una ragazza asiatica. WOW! Forse Taiwanese! WOW! Stiamo a vedere 🙂

Ok.Veniamo a noi.

Oggi, dopo una bella doccia e un gustoso frutto, andrò all’ “East Village” a fare un colloquio. Appuntamento ore 14.00 circa con Patrick, il manager. Un delizioso ristorante in William St, traversa di Hay St vicino a casa. Incrociate le dita per me! Per i più curiosi ecco il link del locale.

L’inglese comunque cresce bene. Ieri sera Jason si è complimentato con me dicendomi che è passata solo una settimana ma il miglioramento è netto ed evidente. A cena, mi ha fatto un video chiedendomi di raccontare la mia giornata di ieri.

Sì, lo so che lo volete vedere!

Lo vorrei vedere anche io!!

Ma ha deciso di conservarlo e di farmelo vedere tra sei mesi. Dovevate vedere come rideva!! Io ero pazza di curiosità!

Niente! Non c’è stato verso..ma..ha avuto un’idea geniale! 🙂

Lo vedremo tutti insieme tra sei mesi! E ci sarà da ridere.

AHAHA. Frenate ogni curiosità!!!

Good luck a me e buona giornata a voi!

Erica, anzi Atmosferica.