Un Van per Natale.


Happy Christmas cari amici lettori.

Mentre scrivo mi lascio cullare da una musica brasiliana. Non avrei mai pensato di festeggiare il Natale nell’altro emisfero, lontano dalla mia famiglia e dalle persone che ogni anno sento vicine. Pensa un pò la vita quanto è strana.

Malinconia?

No lo sto vivendo molto bene. Ieri sera abbiamo fatto una grande festa a ritmo latino. Ci siamo trovati tutti a casa di Paolo e i suoi coinquilini brasiliani. Franci e Mattia erano dei ballerini e il calore BRASILEIRO riscaldava e riempiva di gioia l’atmosfera.

Abbiamo anche festeggiato il nostro regalo di Natale! Finalmente abbiamo un mezzo che ci porterà a sognare! È stato davvero emozionante ritirarlo…

…eravamo agitati.

Alla guida Mattia era super gasato, tre italiani a bordo di un Van. Mai circolati in Australia, tutto al contrario, io continuavo a ridere, loro anche.

Sentivo la carica di gioia provenire dal sedile posteriore, Franci era troppo contenta! Matti contrastava la sua euforia mantenendo una concentrazione da Ingegnere.

Doveva essere assoluta!

In strada non si scherza.

Siamo partiti subito alla volta dell’Ikea dove, dopo un parcheggio degno di nota, abbiamo preso le misure di tutti gli spazi da riempire. Contenitori di plastica, stendino  da campeggio, tavolino pieghevole, bicchieri di plastica e sacche da appendere con ganci, materasso, ciotoline colorate.

Il tema dell’arredamento sarà A COLORI! Tutto ciò che è colorato, va bene per il nostro Van.

Ho voluto immortalare con un video la nostra partenza. Vi volevamo rendere partecipi della nostra prima vera soddisfazione. Si percepisce il clima divertente tra noi, equilibrato e variegato.

Eccolo!

Nella foto lo vedete. Se questa foto potesse parlare, direbbe che il Mitico Mitsubishi, stava lì. Tra un mondo bianco e nero e una fantasia colorata. Tra la città e paesaggi infiniti. Tra quello che era fino a ieri e quella che finalmente tra pochi giorni sarà.

TUTTO SI COLORERÀ.

Da oggi tutto cambierà.

Di nuovo Buon Natale, vi abbraccio.

Erica, anzi Atmosferica.


“Avanzate fiduciosi in direzione dei vostri sogni, sforzatevi di vivere la vita come l’avete immaginata! Dentro di voi c’è una grande sete di avventura!”

Persona molto speciale per Mattia.

Tramonti nuovi.

 

Stavo da qualche giorno aspettando un segnale, una sorta di chiamata. Lo dice sempre la mia mamma, se sai portare pazienza, la risposta arriva. Basta saperla cogliere ed ascoltare.

Da quando sono qui, vi ho sempre parlato di questa città attraverso articoli seri e quasi malinconici. Non pensate che questa specie di tristezza sia data dalla mancanza di casa. Quella inevitabilmente c’è e spesso bussa alla porta anche senza invito. È data dalle sensazioni che vivo qui, solo ed esclusivamente da quelle.

Dal tono con cui vi parlo e vi descrivo Perth, avrete ben potuto capire che non la sento una città che mi potrebbe appartenere. L’ho sempre sentita troppo vuota, calma e lenta. Quando guardo i grattacieli mi chiedo sempre come pensava di riempirli chi li ha progettati. Non ci sono abbastanza persone, non percepisco spazio mancante tanto da innalzare la città verso il cielo. Le trovo solamente costruzioni di facciata, da fotografia, da sogno.

Perth, grattacieli, città moderna, nuova e illuminata la notte.

E poi?

Null’altro.

Appena fuori solo spazi deserti.

Francesca e Mattia mi hanno fatto tornare l’energia che stavo perdendo. Mi stavo adagiando alla troppa tranquillità e chiudendo in pensieri poco stimolanti.

Loro, i ragazzi di cui vi ho parlato pochi giorni fa, arrivati a Perth la settimana scorsa, mi hanno davvero ricaricato le pile! Stavo andando a fare un po’ di spesa, quando li ho incontrati per caso.

Ho espresso a loro la mia voglia di evadere, la voglia di scoprire e spaziare nell’infinità delle bellezze australiane. È bastata la seguente domanda di Francesca per riaccendere i miei occhi:

“Ma se tipo ti dicessimo: ‘tra due settimane partiamo’, tu cosa risponderesti?”

Ho sentito il cuore battere, un brividino scorrere lungo la colonna vertebrale, il sorriso comparire sulla mia faccia e ho lasciato parlare la mia bocca:

“RISPONDEREI DI SÌ!! RISPONDEREI CHE VORREI PARTIRE! SÌ!!”

Francesca e Mattia hanno percepito la mia convinzione, la potenza che si è scatenata in mezzo secondo. tutto era tornato a girare! La mia testa!

Il cuore in gola!

Mi sono sentita viva!

Grazie Francesca!

Abbiamo deciso quindi di organizzare il nostro viaggio, il nostro itinerario. Da oggi ci troveremo per parlare, discutere e pianificare. Servirà una macchina, un piccolo van. Servirà procurarsi il necessario per dormire, una tenda, un sacco a pelo. Nelle prossime due settimane ci impegneremo a trovare uno/due/tre compagni di viaggio stranieri in modo da poter parlare inglese anche strada facendo.

Sarà una figata.

Lavorerò ancora un paio di settimane, dopodiché sarò ben felice di accompagnarmi alla scoperta del mondo. Non voglio fossilizzarmi qui solo perché ho trovato un’occupazione. Ci sono altre mille possibilità per lavorare in Australia. Abbiamo pensato anche che potremo fare delle tappe e raccimolare un po’ di soldini raccogliendo la frutta. Se becchi le zone e le stagioni giuste, sei a cavallo.

Il mio spirito chiede contatto con la natura.

No città.

Sì natura.

Animali!

Canguri.

Delfini!

Oceano.

Tramonti nuovi.

Lunghe strade infinite!

Voglio questo.

I miei compagni di viaggio sembrano volere lo stesso, anzi… sono stati loro ad aprirmi gli occhi.

Saranno due settimane decisive. Io sono carica.

E voi?

Vi terrò super aggiornati ovviamente! Intanto sapete che da oggi inizieremo a pianificare un buon itinerario.

Nessun posto magnifico deve sfuggirci di mano.

Erica, anzi Atmosferica, Francesca e Mattia.


E leggete un po’ qui…
QUANDO SARAI TRISTE…
Quando sarai triste siediti sul ciglio della strada e attendi che il vento ti porti la voce dell’ignoto. Ascolta in silenzio quello che la voce ti dice e poi alla luce del sole, chiediti se tutto ciò è possibile.
Rimani così nella calma sino a quando dal cielo scenderà la sera perché anch’essa avrà un messaggio per te.
Rimani seduto sul ciglio della strada sino a quando si accenderanno le stelle perché anche loro avranno qualcosa da dirti.
Poi verrà la notte con la sua lunga pausa di riflessione e ti verrà in mente la vita.
Allora pensa di essere sempre te stesso a qualsiasi costo e non fingere mai con gli affetti. Accetta con serenità il passare degli anni perché anche la vecchiaia fa parte della vita. Non avere paura della vita.
L’uomo dimostra di essere piccolo o grande a seconda dell’importanza che dà alle grandi e piccole cose.
Ricorda che se sei venuto al mondo hai pieno diritto di esistere ed essere felice. Cerca un dio anche se non sai dove abita e abbi sempre comprensione per tutti.
Rimani seduto sul ciglio della strada fino all’alba. Passerà qualcuno e ti chiederà se ti sei perduto, e tu allora risponderai che ti stai cercando.

Romano Battaglia

Le stesse luci.

Scattata a Perth, precisamente a Northbridge.

È una foto buia ma luminosa che racchiude una specie di mistero, come quello che si percepiva attraversando quella via con un paio di locali nascosti e i muri pitturati, disegnati, pasticciati.

Era comunque arte.

Le luci sospese a mezz’aria, regalavano il giusto tocco di colore e la giusta chiarezza. Quando arrivavano piccole folate di vento, le lampadine appese ai fili ballavano, molleggiavano, creando fusione di colori. Un ragazzo metteva dischi, la musica non era del tutto chiara, lo erano di più le luci.

Per me.

Ero affascinata, mi sono seduta ed ero rilassata. Era come se avessi già visto quelle luci, avessi già avuto quelle sensazioni e quindi ho iniziato a sfogliare il mio album delle fotografie.

Quando mi hanno detto che era ora di andare via, non volevo alzarmi da quella panca di legno. Volevo guardarmi intorno ancora per un pò.

Non avevo finito!

Le luci, avevo visto le stesse luci.

Luci bianche.

Luci rosse.

Luci verdi.

Luci Blu.

All’improvviso l’illuminazione!

A Milano, un mese prima di partire avevo scattato una foto alla Colonne di San Lorenzo in Porta Ticinese. Ero rimasta colpita dalle luci che regalavano al buio  colori caldi. Faceva freddino ricordo, ma quel rosso era un fuoco.

Bene, ora che abbiamo ricollegato tutto, ho recuperato nel mio album la foto che avevo scattato quella sera di autunno, il pensiero che avevo scritto pensando a Milano e al fatto che sarei partita. Avevo parlato anche della calma che aveva suscitato in me quello scorcio colorato.

Ve lo faccio leggere volentieri 🙂


Milano mancherÀ

Milano

Sicuramente Milano mancherà.

Con le sue luci e le sue atmosfere è diventata per me importante, è una città a cui inevitabilmente sento di appartenere.
Inizialmente ti sembra immensa, la circonvallazione (che nome strano), il Duomo (immenso), Corso Sempione (che figata), Porta Genova-Porta Venezia-Porta Romana-Porta Vittoria-Porta Ticinese-Porta Nuova-Porta Volta (ma dove sono tutte ste porte?), Arco della Pace (Ma dov’è la pace?), Castello Sforzesco (quanto è bello!), La Darsena (un altro nome strano), gli artisti di strada e l’arte che svolazza nell’aria.

Gli anni universitari, le serate organizzate all’ultimo, amici nuovi e amici rivisti dopo mesi o dopo anni, primi amori e innamoramenti fugaci in metropolitana ed infine il primo lavoro.
Incontri casuali che ti fanno chiedere quanto sia piccolo il mondo.. Oppure.. Quanto sia sssimpatica Milano!

Ti fà gli scherzi, ti propone immagini inaspettate e scene imbarazzanti, ti fà perdere la strada e puntualmente arriva la multa.

Ti fa sentire agli estremi..senti il freddo e ti viene voglia di scappare, senti il caldo e pensi sia infernale.
Il traffico, lo smog ma poi, quando vuoi tu, quando la cerchi..

La pace.

Le persone sono solo abituate ad andare veloci..ma in realtà, ogni cosa è calma. Al momento è la mia città.

Milano può essere calma, nella calma degli occhi di chi la guarda.

Calma piatta. Mancherà.

21 Ottobre 2015 – Porta Ticinese, Milano

Erica, anzi Atmosferica.


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“Avere o essere?”

Si può avere amore? Se così fosse, l’amore dovrebbe necessariamente essere una cosa, una sostanza che si può avere, custodire, possedere. La verità è che non esiste affatto l’amore come cosa: si tratta di un’astrazione.

In realtà, esiste soltanto l’atto di amare; e amare è un’attività produttiva, che implica l’occuparsi dell’altro, conoscere, rispondere, accettare, godere, si tratti di un persona, di un albero, di un dipinto, di un’idea.

Significa portare alla vita, significa aumentare la vitalità dell’altro, persona od oggetto che sia.

Erich Fromm – Avere o essere?

Oggi lascio a voi ogni commento.

L’amore è “Avere o Essere?”


Erica, anzi Atmosferica.

24 Aprile 2009

Tra le mie note conservate da qualche anno, ho ripescato questa. Risale al 2009. Per essere d’accordo con ciò che questo monologo dice, vuol dire che a diciotto anni ero già abbastanza sveglia! Vuol dire che quando ridevo a squarciagola come in foto, già qualcosa avevo capito. Qualcosa, mai abbastanza. È tratto da un film, “The Big Kahuna”. Forse non l’ho mai visto o forse devo solo rinfrescare la memoria ma il titolo al momento non mi dice molto. Tanti di voi già lo conoscono, altri non ne hanno mai sentito parlare.

Vi trascrivo quindi di seguito il monologo finale e se cliccate qui, potete farvi accompagnare e guidare nella lettura!

Enjoy 🙂


Goditi potere e bellezza della tua gioventù.

Non ci pensare, il potere di bellezza e gioventù lo capirai solo una volta appassite.
..ma credimi,tra vent’anni guarderai quelle tue vecchie foto e in un modo che non puoi immaginare adesso.
Quante possibilità avevi di fronte e che aspetto magnifico avevi!
Non eri per niente grasso come ti sembrava!
Non preoccuparti del futuro…oppure…preoccupati ma sapendo che questo ti aiuta quanto masticare un chewing-gum per risolvere un’equazione algebrica.


I veri problemi della vita saranno sicuramente cose che non t’erano mai passate per la mente. Di quelle che ti pigliano di sorpresa alle quattro di un pigro martedì pomeriggio.
Fa una cosa, ogni giorno che sei spaventato…

…canta!


Non essere crudele con il cuore degli altri. Non tollerare la gente che è crudele con il tuo.
Lavati i denti!
Non perdere tempo con l’invidia!
A volte sei in testa, a volte resti indietro.
La corsa è lunga e alla fine è solo con te stesso. Ricorda i complimenti che ricevi, scordati gli insulti. Se ci riesci veramente,dimmi come si fà!
Conserva tutte le lettere d’amore, butta i vecchi estratti conto.


Rilassati!


Non sentirti in colpa se non sai cosa vuoi fare nella tua vita. Le persone più interessanti che conosco, a ventidue anni non sapevano che fare della loro vita. I quarantenni più interessanti che conosco ancora non lo sanno.
Prendi molto calcio.
Sii gentile con le tue ginocchia, quando saranno partite ti mancheranno.
Forse ti sposerai, o forse no. Forse avrai figli, o forse no. Forse divorzierai a quarant’anni. Forse ballerai con lei al settantacinquesimo anniversario di matrimonio.
Comunque vada, non congratularti troppo con te stesso, ma non rimproverarti neanche.
Le tue scelte sono scommesse. Come quelle di chiunque altro.
Goditi il tuo corpo.
Usalo in tutti i modi che puoi, senza paura e senza temere quel che pensa la gente. E’ il più grande strumento che potrai mai avere!

Balla!


Anche se il solo posto che hai per farlo è il tuo soggiorno.
Leggi le istruzioni anche se poi non le seguirai.
Non leggere le riviste di bellezza, ti faranno solo sentire orrendo.


Cerca di conoscere i tuoi genitori, non puoi sapere quando se ne andranno per sempre.
Tratta bene i tuoi fratelli, sono il miglior legame con il passato e quelli che più probabilmente avranno cura di te nel futuro.
Renditi conto che gli amici vanno e vengono.
ma alcuni..i più preziosi..rimarranno.
Datti da fare per colmare le distanze geografiche e di stili di vita, perchè più diventi vecchio, più hai bisogno delle persone che conoscevi da giovane.
Vivi a New York per un pò ma lasciala prima che ti indurisca.
Vivi anche in California per un pò, ma lasciala prima che ti rammollisca.
Non fare pasticci con i capelli, se no quando avrai quarant’anni sembreranno di un ottantacinquenne.
Sii cauto nell accettare consigli, ma sii paziente con chi li dispensa. I consigli sono una forma di nostalgia. Dispensarli è un modo di ripescare il passato dal dimenticatoio, ripulirlo, passare la vernice sulle parti più brutte e riciclarlo per più di quel che valga.
Ma accetta il consiglio..
..per questa volta.

Monologo finale – The Big Kahuna – Phil Cooper


Erica, anzi Atmosferica

Una Cottesloe Introspettiva.

Dopo una notte di sonno poco tranquillo e profondo, mi sono alzata e sono uscita sul balcone. Il vento era tiepido, all’ombra faceva quasi fresco ma poi ho pensato che soprattutto qui, dove abito io, le correnti di vento sono più forti e non devo dimenticare che stiamo al tredicesimo piano. Quassù siamo allo scoperto e quasi quasi tocchiamo il cielo.

I miei pensieri mi hanno suggerito così di fare una bella colazione con thè verde e pane tostato con marmellata di fragole. Ho cercato una posizione comoda che favorisse la mia scrittura e ho dedicato l’articolo all’ Immigrata allo Sbaraglio, cosa che desideravo fare da qualche giorno mentre ricercavo l’ispirazione giusta.


QUI potete vedere il bel pensiero che mi ha dedicato!

Ha condiviso sulla sua pagina Facebook il mio articolo.

CHE GIOIA! 🙂


Soddisfatta del mio articolo, cavalcando l’onda dei miei pensieri, ho deciso di regalarmi una giornata di riflessione. Avrei preso il treno per Cottesloe e avrei deciso minuto per minuto cosa fare e dove cercare i miei momenti e angoli di pace.

Sono qui da qualche giorno ormai e non vi nascondo che la mia testa e il mio cuore sono un’altalena di emozioni. Alti e bassi si susseguono senza lasciare spazio ad un momento di spensieratezza. Ho la fortuna di conoscermi bene e riesco a gestire ogni stato d’animo, il trucco è non ostacolarlo. Ho imparato con il tempo che bisogna saper vivere a pieno ogni bella e brutta sensazione per conoscersi, per riuscire a capirsi.

Bene.

Treno per Cottesloe.

Direzione Freemantle – Blu line – Biglietto 4.50 AUD

Let’s go.

Durante il viaggio, durato circa 15 minuti, ho cercato di capire dove la mia testolina volesse portarmi. Senza farmi troppe domande, ho aspettato di scendere dal treno.

C’era un cartello che diceva:

←←  CITY CENTRE

COTTESLOE BEACH →→

Ok, Erica. Dove vuoi andare?

Vuoi vedere il mare?

Sì.

Ok, allora vai a destra. Semplice.

Per arrivare alla spiaggia ho camminato una decina di minuti. È stata davvero la scelta giusta. Qui di seguito vi faccio rivivere con qualche foto, in ordine cronologico, la mia passeggiata verso il mare.

Davanti a me una lunga strada dritta, leggermente in salita.

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Un tipico quartiere da film. No?

Continuo… nel cammino…

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Alla mia destra le case, alla mia sinistra questo immenso campo da golf.

(Il mio papà si starà leccando i baffi)

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Eccolo! Lo VEDO! L’oceano!

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Trovato.

Il mio angolo di pace sui gradoni in erba che erano proprio lì, a ridosso della spiaggia di sabbia fina. Mi sono sdraiata e ho cercato di ascoltare i pensieri. Tante le domande ma anche tante risposte.

La risposta è sempre dentro noi, bisogna solo saperla ascoltare.

Devo prendermi del tempo per capire se davvero è qui che voglio stare. Come vi avevo già detto la città è calma e pacata e potrebbe rischiare di diventare troppo malinconica per me.

Sono una persona dall’energia scoppiettante, sempre attiva e sorridente nei confronti della vita. Forse Perth non mi sta dando quello che cerco perché non sono abbastanza in connessione con lei. Sto cercando di capire se voglio stare sul mare o se preferisco la città. Se andare altrove o se puntare tutte le mie forze qui. Se fare un’esperienza più a contatto con la natura piuttosto che stare in una città che non sento, ad oggi, mia.

Sono in Australia. Mi sento in Australia non a Perth.

Non preoccupatevi però. Saprò cavarmela! Saprò capirmi e non appena avrò la soluzione a tutte le mie incognite, sarete i primi a saperla.

Siete tantissimi a seguirmi e a leggermi, mi lasciate a bocca aperta! Ogni giorno mi date una piccola spinta per rendere la mia giornata unica e per gustare ogni piccolezza della quotidianità.

Sento di essere in un momento di profondo cambiamento o forse sto solo cercando di acquisire consapevolezza di quello che sono. Ma è tutto sotto controllo amici, il sole splende, la temperatura è gradevole e i miei compagni di casa sono molto simpatici.

Lewis soprattutto mi fa morire dalle risate! Come si muove combina dei pasticci! Ieri sera ha vuotato mezzo barattolo di yogurt da un litro nel frigorifero!

Lewiiiiisssss!! AHAHAHAHAH! Sei un disastro!

Le risate con lui sono davvero SUPER!


Vi saluto con le parole di Deepak Chopra, e mando un grande bacio a Francesca.

Per mantenere oggi in movimento l’onda fluida della felicità, trova il tempo di apprezzare la bellezza nell’esperienza della realtà ordinaria. Una brezza tiepida, il gusto del tè, il suono dei bambini che giocano. Ogni cosa può diventare un’occasione per prendere nota che la felicità è uno stato interiore di consapevolezza.

Più metterai in contatto il dentro con il fuori, semplicemente notandolo, più starai rinforzando e amplificando il sapere che piacere e felicità sono sempre con te. Con il passare del tempo ti accorgerai che facendo slittare l’attenzione dal mondo là fuori al mondo qui dentro, concedi a te stesso l’abilità di entrare nello stato della contentezza e della felicità ogni volta che vuoi.
Namastè
Deepak Chopra
Buona giornata di riflessione e felicità!
Erica, anzi Atmosferica.

“La Storia di un’Immigrata allo Sbaraglio”

Voglio scrivere di lei e del suo libro.

Francesca Cabaletti, una blogger, scrittrice e web editor, con la sua scrittura è stata in grado di far emergere i sogni e le fantasie più nascoste dentro me. Quelli che volevo sopprimere, nascondere o evitare cercando di imporre alla mia esistenza una vita ordinaria fatta di sicurezze, vicino alle persone vicine e senza molti rischi.

È stato proprio quando ho iniziato a inserire nei motori di ricerca le parole come Australia – Perth – Working Holiday Visa …Che ho iniziato a capire dove la mia anima mi stesse portando. Da dove il mondo mi stesse chiamando e ascoltavo, ascoltavo, ascoltavo i messaggi che ogni giorno percepivo.

Ci sono delle volte in cui, ogni cosa riporta a un pensiero ricorrente. Oppure, tanti segnali fanno ripensare a qualcosa che si vuole a tutti i costi ignorare. Pensavo all’Australia e incontravo persone appena tornate da questa terra, alcune che stavano per partire, vedevo alla televisione pubblicità che ne parlavano e nei miei viaggi sul web, ho incontrato lei.. l’Immigrata allo Sbaraglio.

Durante una delle prime ricerche, spinta dalla voglia di saziare la mia fame di informazioni, sono incappata nel blog di questa semplice ragazza acqua e sapone. Successivamente, dopo essermi addentrata nei suoi articoli più o meno recenti, ho letto due dei suoi libri “La Storia di un’Immigrata allo Sbaraglio” e “Working Holiday Visa Australia – Manuale di Sopravvivenza”.

Entrambi mi hanno aiutata e sfamata. Con il primo ho lavorato sul lato emotivo della decisione che stavo per prendere mentre, il secondo, è stato utilissimo per il lato pratico e materiale della partenza.

È stata per me una musa ispiratrice, colei che ha risposto alle mie prime domande più banali e superficiali e poi anche a quelle più sostanziose, profonde e tecniche. Mi ha fatto vedere l’alba australiana in 16 secondi e mi ha permesso di farle compagnia in alcune delle sue riflessioni notturne. Mi ha regalato tanta energia positiva, ha fatto crescere in me motivazione e voglia di crederci. Attraverso i suoi canali puoi reperire e trovare informazioni di qualsiasi genere tanto che appena sorgeva una domanda, non esitavo a consultare il suo blog o il suo sito vivereinaustralia.com

Come scrive nella sezione ‘ABOUT’ del suo blog… “Per una serie di strane macchinazioni cosmiche, il 15 Novembre 2010 è salita su un aereo con un biglietto di sola andata per Sydney, Australia. Non era sola, accanto a lei c’era il suo neo marito e folle compagno di avventura, Mr Big. Entrambi con un Working Holiday Visa, entrambi assolutamente non preparati né informati, entrambi con una grande voglia di ricominciare da zero e costruire una nuova vita.”

Nel suo libro autobiografico e digitale, Francesca si racconta in maniera profonda. Arriva a toccare tasti delicati dandoti la possibilità di sentirti sempre più vicina a lei nella sua sfera privata e regalando a te, lettore, il ruolo di psicoanalista.

🙂

Io mi ci sono sempre sentita un po’ psicoanalista e le mie amiche lo possono confermare.

Scrive in modo scorrevole rendendo le sue storie coinvolgenti e invogliandoti a leggere e leggere ancora. In alcune sue esperienze emozionali mi ci sono rispecchiata e ritrovata e ho avuto modo di avere interpretazioni diverse di realtà vissute sia da me in prima persona che da lei e dal suo compagno Mr Big. Il suo modo di ragionare pazzerello ma molto preciso mi piace e la semplicità con cui parla di sé la rende genuina, spiritosa al momento giusto ma sempre in grado di spiegare con parole semplici qualcosa di così complesso come sono le emozioni e gli stati d’animo.

Quando si decide di partire, ognuno ha le proprie motivazioni insite dentro sé e sicuramente, non troverà motivazioni analoghe che derivino dallo stesso vissuto…in qualcun altro. Ognuno deve essere in grado di capire cosa la propria anima stia chiedendo e…

seguirla.

Andare dove vuole portarti non è difficile…basta solo volerlo con tante forze e seguire il flusso delle cose. La cosa più complessa, invece, è scavare dentro se stessi senza lasciarsi intimorire dalla paura di fronteggiare qualche mostriciattolo pronto all’agguato.

Attraverso il suo vissuto, raccontato con estrema semplicità, ho piano piano scavato dentro al mio cuore e analizzato le mie esperienze.

Sono arrivata così ad una decisione.

Sì.

Non ho condiviso tutto con un compagno e non mi sento un Immigrata allo Sbaraglio come lei e Mr Big, al momento. Mi sento, però, alla ricerca di novità, sono curiosa di scoprire il mondo e il mio io più profondo. Il 13 Novembre 2015 sarà sempre la data del giorno in cui ho spiccato il volo perché non dimentichiamoci che, come dice Francesca Cabaletti:

“Vola solo chi osa farlo.”

Ora…Sono abbagliata dalla vita e da quanto vedono di straordinario i miei occhi, e non posso fare altro che seguire i suoi segnali. Il sole di Perth è molto caldo e, mentre lascio che riscaldi il mio cuore, cerco ogni giorno i suoi raggi.

Quindi, grazie Immigrata allo Sbaraglio per i tuoi racconti e per i tuoi stimoli. Mi sono stati di grande aiuto.

Mi permetto di concludere con una piccola citazione del libro:

È strano come ci si sente, scatta qualcosa dentro te, non solo la paura perché quella è normale, ma anche questo forte desiderio di volercela fare, anche se non sai niente. Perché hai preso una decisione e la vuoi portare avanti costi quel che costi. Il modo in cui eravamo arrivati a prenderla, tutto il male che c’era alle spalle non poteva essere stato invano. Doveva avere un senso e il senso sarebbe stato che ce l’avremmo fatta. Punto.

“La Storia di un’Immigrata allo Sbaraglio” di Francesca Cabaletti

Erica, anzi Atmosferica.


immagine e testo coperti da copyright. © Immigrata allo Sbaraglio – tutti i diritti riservati

Oggi vorrei…

…parlarvi di un libro che mi ha fatto riflettere, crescere, credere e pensare.

Il titolo è: “Il monaco che vendette la sua Ferrari”

L’autore è: Robin S.Sharma, un avvocato americano.

Non voglio dilungarmi troppo su quello che questo libro è stato per me. Oltre al titolo e all’autore, mi limito a citarvi qui di seguito delle frasi annotate, delle note evidenziate, o delle citazioni di altre personalità utilizzate dall’autore per arrivare al succo dei suoi concetti. Vorrei fare in modo di lasciare libero sfogo alla vostre riflessioni che con i miei commenti sarebbero limitate o incanalate in una certa direzione.

Bene cari amici, buona lettura e, in ogni caso, ve lo consiglio!

Sono sicuro che in questo giorno noi siamo padroni del nostro destino, che il compito che ci è stato affidato non è superiore alle nostre capacità, che le sofferenze e le insidie che comporta non trascendono i nostri mezzi. Se avremo fede nella nostra causa e un’indomita volontà di vittoria, la vittoria non ci sarà negata.

Winston Churchill

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“Non vorrei sembrarti un po’ svitato John… ma è stato come se dentro qualcosa me lo ordinasse, qualcosa che mi diceva che dovevo intraprendere un viaggio spirituale per riaccendere la scintilla che avevo perduto”, continuò. “È stato un periodo meravigliosamente liberatorio, per me.”

“Il monaco che vendette la sua Ferrari” – Robin S.Sharma

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“La vera generosità verso il futuro consiste nel dar tutto al presente”.

Albert Camus

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Forse per la prima volta nella sua vita Julian si era liberato dai freni della ragione accordando fiducia all’intuito.

“Il monaco che vendette la sua Ferrari” – Robin S.Sharma

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“Ricordo ancora le parole che risuonavano nella mia mente in quei luoghi”, prosegui. “Pensavo che, alla fine, la vita è fatta di scelte. A seconda delle scelte che si compiono si rivela il destino di ognuno di noi, e io ero sicuro che la mia scelta fosse quella giusta. Sapevo che la mia vita non sarebbe più stata la stessa, che stava per succedermi qualcosa di eccezionale, forse addirittura miracoloso. Fu un risveglio incredibile”.

“Il monaco che vendette la sua Ferrari” – Robin S.Sharma

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Aveva incominciato a notare la bellezza nelle cose più comuni: si trattasse delle meraviglie di una notte stellata o del fragile incanto di una ragnatela dopo la pioggia.

“Il monaco che vendette la sua Ferrari” – Robin S.Sharma

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“Cercherò di spiegartelo. Dunque… tu sai che la mente è come un fertile giardino: se vuoi che fiorisca, devi nutrirla ogni giorno e non permettere che le erbacce dei pensieri e delle azioni impure vi attecchiscano. Fai la guardia alla sua porta. Conservala forte e sana. farà miracoli, se soltanto glielo permetterai.

….”

“Il monaco che vendette la sua Ferrari” – Robin S.Sharma


Insomma…

Un libro profondo e motivante. Uno spunto per riflettere sulla vita e sull’esistenza. È stata dura fare una piccola selezione tra tutti i pensieri annotati.. ma spero di avervi invogliato.

Buona lettura, buona riflessione e buona giornata.

Nel caso decidiate di leggerlo, fatemi sapere che ne pensate!

Erica, anzi Atmosferica.

Ps: La foto ritrae il tramonto a cui ho assistito dalla City Beach il giorno del mio arrivo (spiaggia più vicina alla città, circa 10 km). I tramonti a Perth penso siano indescrivibili. Il sole cade nell’oceano in pochi minuti lasciando un cielo colorato di mille sfumature. Era una palla infuocata immensa, quasi da sembrare fin troppo vicina e calda. Gli spettatori erano tanti. Guardavano insieme a me dalla spiaggia o dallo spiazzo di erbetta verde.

Una birretta fresca, un pareo, una giusta compagnia e.. ENJOY!