La cura silenziosa di Minorca.

Oggi è l’ultimo giorno e anche il cielo è un po’ triste. Ne approfitto per scrivere due pensieri che rimarranno, che rileggerò, quando sarò troppo presa dalla frenesia e avrò bisogno di tornare nella calma.

C’è una magia che si respira nell’aria di Minorca. Qualcosa di sottile, quasi impercettibile, che ti avvolge lentamente, rispettando, però, il tuo tempo.

Le vibrazioni di questa terra ti invitano ad ascoltare, a rallentare, a sentire…e proprio questo è il suo dono più grande: la calma.

È un incontro con se stessi, un momento in cui la frenesia del mondo si dissolve, lasciando spazio alla contemplazione.

Silenzio e quiete.

Non ti nascondo che ci sono voluti un paio di giorni per trovare la giusta frequenza. Mi viene in mente una vecchia radio: per captare il canale giusto, deve essere sintonizzata con precisione, e la rotellina va girata con cura millimetrica per trovare il segnale.

Minorca vibra a modo suo e per sentirla devi stare al suo ritmo, lento e silenzioso.

Quando ho deciso di stringerle la mano e di iniziare a conoscerla mi sono sentita bene.

Ogni giorno, sono guarita

un po’ di più.


Sono rimasta profondamente colpita dalla cura con cui quest’isola viene trattata, si percepisce subito quanto sia amata.

È come se un giardiniere invisibile fosse costantemente al lavoro, ovunque, a prendersi cura di ogni angolo.


S’Albufera des Grau è il parco naturale più importante di Minorca. Ha oltre 5.000 ettari ed è uno dei punti chiave della Riserva della Biosfera di Minorca.

Ogni angolo di Minorca sembra essere custodito con la stessa attenzione e dedizione che si riserva a un giardino privato.

Le strade sono impeccabili, i sentieri sembrano tracciati con mano esperta. Le spiagge, curate e pulite, sono un piccolo gioiello, dove ogni dettaglio riflette un rispetto profondo per l’ambiente. La gestione dei rifiuti è efficiente, segno di una comunità che ha a cuore la sua terra e i turisti, a loro volta, mantengono l’impegno.

C’è un rispetto tangibile per la natura e per il patrimonio locale. Questa attenzione rende l’esperienza ancora più speciale, facendoti sentire come un ospite privilegiato.

Questa pulizia valorizza ancor di più i colori e i contrasti. Tutta l’attenzione si concentra sulla bellezza del luogo, non una sbavatura, e anche i pensieri si ripuliscono del tutto.

Ogni scorcio sembra una cartolina, un dipinto impressionista che cambia con la luce del giorno.

Davvero stupefacente.

Sentiero che conduce a platja de Cavalleria
Platja de Cavalleria, assolutamente la mia preferita.

Tornerò a Minorca con il corpo molto presto, ma con la mente molto più spesso.

In ogni momento di frenesia, sarà qui che tornerò.

Il contatto con questa terra mi ha riportato a qualcosa di primordiale, a quella connessione profonda che spesso dimentichiamo nel caos quotidiano.

Questa vacanza, apparentemente semplice, è stata per me una cura preziosa.

Un richiamo costante alla quiete, un invito a rallentare e a riscoprire quella pace che,

anche lontana, rimarrà con me.

Erica, anzi Atmosferica

Ricominciare a Scrivere: un Viaggio tra Paure e Desideri

C’è un momento, nella vita di chi scrive, in cui la penna sembra pesare più di un macigno. Le parole, una volta fluide e naturali come un respiro, si fermano.

Si crea un vuoto, un silenzio assordante, in cui l’ispirazione si nasconde timorosa. È da qui che scrivo oggi, da un angolo di esitazione e incertezza, da un luogo che forse molti chiamano “blocco dello scrittore”, ma che io vedo come una pausa necessaria, una pausa che parla di paura e di giudizio.

Quando ho iniziato a scrivere, l’ho fatto con l’urgenza di dare voce ai miei pensieri, di catturare l’effimero e renderlo eterno.

Ho iniziato senza domandarmi se fossi o meno in grado di raccontarmi.

Scrivere per me è stato sempre più di un semplice mettere nero su bianco; è stato un modo per guardare il mondo con occhi diversi, per fermare il tempo e raccogliere i miei sogni, le mie esperienze, e, in qualche modo, per conoscerci meglio.

Ma col tempo, e con il crescere di chi mi legge, è cresciuta anche la consapevolezza del “come sarà recepito”. La paura del giudizio, delle aspettative, di non essere abbastanza, ha iniziato a mettere radici, sottili e silenziose, fino a soffocare quel flusso naturale di parole.

Eppure, la scrittura mi manca. È una nostalgia che pulsa dentro, un richiamo che non posso più ignorare. Mi sono resa conto che scrivere non è solo un atto creativo, ma una necessità dell’anima, una parte di me che ha bisogno di esprimersi per sentirsi viva. È un dialogo intimo tra me e il mondo, un modo per raccontare, ma anche per comprendere.

Ho deciso di tornare a scrivere. Nonostante le Paure. Perché, in fondo, scrivere non è per gli altri, ma per me stessa.

È il mio spazio sicuro, il mio luogo di rifugio, dove posso essere autentica, vulnerabile, vera.

Oggi torno qui, su queste pagine, per riprendere il filo dei miei racconti, delle mie emozioni. Non so dove mi porterà questo viaggio, né cosa ne penseranno gli altri.

So solo che devo farlo, che è ora di rimettere in moto quella macchina che si era fermata.

Ricomincio da qui, con la voglia di raccontare, di condividere e, soprattutto, di ritrovare quella parte di me che si era un po’ persa per strada.

Torno a scrivere, e in questo tornare c’è tutta la mia voglia di vivere, di esplorare e di amare, ancora una volta, il mondo con le mie parole.

Un abbraccio da Minorca, l’isola della calma che ringrazierò infinitamente per avermi regalato questo momento di liberazione.

Erica, anzi Atmosferica.