Viaggiavo e sorridevo.
Ai capelli qualche boccolo, la pelle dorata e secca di salsedine.
Del mare.
Poggiavo i piedi sul sedile, tenevo le gambe piegate in uno stretto abbraccio.
Era il mio.
Più stringevo, più liberavo.
L’asfalto bollente correva veloce.
Ero felice.
La strada era al contrario e il cielo infinito.
Come fosse ieri ricordo che, ogni volta che guardavo su, faticavo con il respiro.
Erano giorni strani, pieni di tutto e di niente.
Ricordo come fosse ieri.
Ero talmente bella da farmi mancare il fiato.
Ehi cos’hai capito…
Ero bella dentro, ero un fiume in piena, forte e potente.
Nessuna barriera, nessun limite.
C’era solo quella strada e, su di lei, ho imparato a respirare.
Diritta e infinita.
Migliaia di secchi chilometri, il deserto, l’oceano e ancora il deserto.
Era verde.
Secco ma verde.
Avrei chiesto la velocità al suono, avrei voluto vedere la fine
ma non è mai arrivata.
Nemmeno quando mi sono fermata.
Quella strada continua, cambiano i colori e i paesaggi.
Migliaia di secchi chilometri, il deserto, l’oceano e poi ancora il deserto.
È verde.
Secco ma verde.
Il deserto della mia anima
che rinasce.
Erica, anzi Atmosferica.