Mi chiedo come farò a non vedere il mare quando tornerò a casa. Me lo sto chiedendo seriamente perché tornerò seriamente un giorno.
Forse mi mancherà l’aria! Andrò a trovarlo la domenica, anche in un giorno di inverno.
So che lo farò perché guarisce ogni male, solletica l’emozione e si allunga e si ritira, senza mai darsi pace.
Siamo andati a Bunbury, un paesino affacciato sul mare, un porticciolo a completare e tanti locali e localini nella via principale. Un bagno in mare valido per tutti i giorni in cui non l’ho potuto toccare e qualche passaggio a pallavolo con amici che facevano di tutto tranne che galleggiare.
Agitati e divertiti, si passavano la palla senza riuscire a farla volare. Ridevo a squarciagola davanti ad ogni scena ed ero leggera. L’acqua levigava senza troppa forza, il sale disinfettava e la sabbia era morbida. Mi ci sono distesa sopra, ero sola ma in compagnia, la musica entrava nell’anima quasi a dirmi… “Erica! Che nostalgia!”
Il gioco era quello di schiacciare al settimo palleggio, nel giro di pochi minuti, abbiamo cambiato le regole: SCHIACCIA CINQUE.
Era difficile governare la sfera senza che la dolce corrente ti portasse un po’ via. Il sole era basso, sin dall’inizio e alle diciotto, stava andando giù, verso il tramonto.
Era vicino vicino, mi sembrava di toccarlo e ho chiesto a Matteo di immortalarlo. Il sole, il tocco.
Bunbury è stata speciale, una bella sensazione via dalla quiete della nostra situazione attuale. Ciao caro paese, mi hai mostrato novità anche nella tua spiaggia senza niente, solo il mare. Sono felice di averti visto prima della partenza che sarà nuova ma già vissuta e sarà lontano da te, verso una terra che mi chiama, mi assilla, mi tira e mi AMA.
Erica, anzi Atmosferica.