La vera importanza del “Vivere il Presente” spesso sfugge divagando in pensieri appartenenti al passato o a situazioni mai vissute proiettate nel futuro e per questo idealizzate.
Un argomento difficile che richiede molta attenzione a chi, seguendo lo scorrere dei pensieri passivamente, non si sia mai chiesto dove sia giusto direzionarli per ottenere un umore più stabile e il benessere fisico.
Sapete, amici, è uno di quei giorni in cui seguo la testa viaggiare, ricordi poco piacevoli riaffiorano e l’immaginazione va a creare scene di un ipotetico futuro in cui mi vedo crescere e diventare Donna. Un senso di inevitabile impotenza mi fa sentire piccola trascinandomi in luoghi mai visti, spazi troppo grandi e in cima a grattacieli altissimi.
Un giorno di riposo e subito, appena mi sdraio, sento la mente rilassarsi e poi agitarsi, distendersi e poi accartocciarsi, cercando molti appigli con cui meglio potrebbe camminare, inventare, rielaborare e desiderare, proiettare e fuggire, sognare. Vorrei fermarla e chiederle una pausa, vorrei dirle di non correre troppo lontano perché ora non posso seguirla e devo stare qui, nel mio piccolo Presente Attimo.
Mi trovo in Australia, lontana da quello che, secondo la mia opinione, è il mondo reale fatto di sofferenza, fatica emotiva, delusione, gioia, obiettivi e motivazione, determinazione, tenacia, battaglia, guerra. Sono qui anche per cercare dentro di me quell’importante frazione di secondo, che si chiama Presente, dove è possibile trovare la pace e una chiara idea di chi sono e chi voglio essere, senza farmi travolgere dal senso di sofferenza legato a momenti vissuti nel passato e dal senso di ansia che proietta immagini nel mio futuro.
Sono queste le due sensazioni e stati emotivi che, a mio parere, ognuno dovrebbe combattere esercitandosi nel vivere a pieno il Presente, unico e irripetibile. Ci perdiamo facilmente, non è vero? Dando per scontato quel cielo che sta sopra la nostra testa, lo immaginiamo di un colore quando invece è di un altro. Guardando una foresta, la interpretiamo come un ammasso di alberi ma mai come un’altruista creazione che unisce e tiene insieme.
Scivolando tra le acque di un fiume, ci sentiamo freschi e bagnati senza pensare alla lunga strada percorsa sognando un giorno, di tuffarsi nel mare.
Ascoltando una canzone, cerchiamo di imparare suoni e parole, non pensando all’arte di quel musicista o compositore.
Non andiamo mai oltre in ciò che viviamo. Non vediamo null’altro se non quel che guardiamo. Non sentiamo null’altro se non quel che ascoltiamo. Non riflettiamo su ciò che si nasconde sotto un inaspettato Ti Amo.
Siamo paralizzati nei pensieri passati, nelle finte proiezioni future senza provare nemmeno per un attimo a scavare nella terra sotto ai nostri piedi,
ora,
adesso.
Mi viene in mente quindi un esercizio che mi ha sempre consigliato il mio Papà. Concentrarsi nel respiro e nelle sensazioni che questo provoca al nostro corpo, ascoltarlo e seguirlo, è la tecnica migliore per concentrarsi sul Presente. Solo quando riuscite a liberare del tutto la mente, vi sentirete più leggeri vedendo con occhi nuovi la realtà che vi circonda. Inspirate con il naso come se i vostri polmoni siano una brocca d’acqua. Riempitela partendo dal fondo e arrivate fino all’orlo. Proprio quando sta per strabordare, è il momento di farla uscire, piano piano, fino a svuotare.
Vi assicuro che funziona, io lo faccio sempre anche solo per un minuto al giorno e la sensazione che dona è appagante, garantita.
Non sono una professionista, non sono qui per insegnare ma per condividere con voi ciò che mi rende meno pesante quando la testa condiziona il benessere. Non sono una maestra ma una studentessa, sono chiamata alla lavagna perché interrogata dalla Vita.
Non aspiro a grandi voti, voglio risolvere solo questa difficile equazione che deve dare un risultato di uguaglianza e nulla di più, lo faccio con voi perché l’unione fa la forza.
Con emozione, vi trascrivo di seguito le parole scritte da Elisabeth Gilbert, nel libro che come sapete mi accompagna nel mio Presente.
Erica, anzi Atmosferica.
“Quando chiedo alla mia mente di restare immobile, è incredibile come diventi subito 1) annoiata, 2) irritata, 3) depressa, 4) ansiosa o 5) tutte e quattro le cose insieme. Come la maggior parte degli umanoidi, sono oppressa da quella che i buddhisti chiamano <<scimmia mentale>> – i pensieri che dondolano da un ramo all’altro, fermandosi solo per grattarsi, sputare e ululare. Dal lontano passato al futuro imperscrutabile, la mia mente oscilla senza sosta, soffermandosi su decine e decine di idee al minuto, indisciplinata e fuori controllo. Di per sé non sarebbe grave, il problema è la tensione emotiva che si accompagna al pensare. I pensieri felici mi rendono felice, ma – oplà! – ecco che con un salto vado a finire in un pensiero angosciante, che mi rovina il buon umore; oppure è il ricordo di un momento di rabbia che mi irrita, così mi scaldo e mi saltano i nervi, o ancora la mia mente decide che è il momento giusto per commiserarsi, ed ecco puntualissimo il senso di solitudine. Dopotutto, tu sei quello che pensi. Le tue emozioni sono schiave dei tuoi pensieri, e tu sei schiavo delle tue emozioni. L’altro problema di questo continuo dondolarsi sulle liane della mente è che tu non sei mai dove sei. Stai sempre scavando nel passato, o indagando nel futuro, ma raramente sei fermo nell’attimo presente.”
“Mangia, prega, ama” – Elisabeth Gilbert
Mi sono ritrovata moltissimo nelle tue riflessioni di oggi e mi sento meno sola.
Poi sono fiera di te.
Zia Angi Presente!
Grazie zia! Grazie davvero ❤️