Avocando.

Dovrò abituarmi da oggi a cambiare le mie abitudini modificando anche le vostre. Iniziando a lavorare la mattina presto, non potrò più avere il mio appuntamento fisso con voi verso le 11 del mattino (ora australiana). Generalmente mi chiudevo nel mio angolo di pace per scrivervi ma ora, dovremo cambiare i nostri rituali cari amici.

Ma è bello anche così no?

Tanti di voi mi dicono che “mi leggono” al risveglio, di prima mattina. Questo è sempre stato per me un grande onore, potervi regalare un racconto o un’emozione appena suona la sveglia, è una vera figata. Solo il pensiero mi carica come un missile.

Probabilmente potrei diventare la vostra buonanotte invece che il buongiorno. Come vi sembra l’idea?

Gli orari di lavoro saranno condizionanti ma a noi, non interessa! Ci sentiremo comunque.

Andando con ordine…

Ieri è stata una giornata che non basterebbero dieci giornate normali per raccontarla. Troppo intensa, troppo lunga, troppo, troppo di tutto.

Voi siete rimasti che stamattina dovremmo andare a fare una prova di lavoro in un vigneto (winery).

Bene.

Non è più così!

Andiamo a impacchettare avocado.

Un amico francese del gruppo, una volta tornato dal lavoro, ha subito chiesto a me e Mattia se stessimo cercando un’occupazione. Siamo gli ultimi arrivati e giustamente, sapendo che il suo responsabile stava cercando personale, ha interrogato noi appena arrivato in campeggio.

“Il mio capo sta cercando due persone che inizino già domani. Sareste interessati?”

“Cosa?”

“No aspetta.”

“Con ordine.”

“Calma e sangue freddo.”

Io e Mattia siamo balzati sull’attenti, quella domanda ha trasformato per l’ennesima volta i nostri stati d’animo. È impressionante come qui possano cambiare le carte in tavola nel giro di pochi minuti e ti puoi ritrovare a prendere una decisione che cambierà il corso delle cose. Inevitabilmente.

No uva.

Sì avocado.

No picking (raccolta).

Sì packing (imballaggio).

Fino a un minuto prima, il programma era quello di andare in vigna a fare una “prova di lavoro” non pagata.

La situazione ora si era ribaltata. Philip sarebbe venuto a prenderci alle ore 8.00 e ci avrebbe mostrato la strada per raggiungere la Farm. Il lavoro sembra già sicuro senza prove del caso e la paga buona a giudicare da quel che dice il nostro amico Damien.

Lui lavora per lo stesso farmer da due mesi, è assunto in regola, non ha mai avuto problemi e complicazioni. Si trova bene con il suo responsabile tanto da avere un rapporto tranquillo di fiducia.

“Forse è meglio accettare questo lavoro.”

Abbiamo accettato.

Stamattina alle 8.00 ci troveremo con Phil il quale ci farà strada. Sono gasata ed emozionata, tanto da essermi svegliata prima per scrivere. Vi spiegherò bene quali saranno le nostre mansioni e mi divertirò un mondo nel raccontarvi altri aneddoti.

Sono felice di iniziare a lavorare. Ho bisogno di incanalare l’energia in un’attività proficua. I ragazzi qui, lavorano tutti e li ho appena sentiti andare via in macchina.

Chi raccoglie avocado, chi lamponi e chi mele.

Sveglia alle 5, partenza alle 5.30!

Non si scherza.

Un’altra grande notizia è che tra noi ci sono anche due ragazzi inglesi. Provengono entrambi dall’Isle of Man (Isola dell’Uomo), situata tra Irlanda e Regno Unito.

È stato carino scambiare due chiacchiere con loro, ed è divertente lasciare l’inglese libero di esprimersi. Parlavo e mi lanciavo come quando un piccolo bimbo sta imparando a camminare e pretende subito di correre. Mi piace anche come loro ironizzino sulla pronuncia di noi italiani, dovendo ammettere però, che non è niente male!

Bene amici, ora devo prepararmi per ANDARE AL LAVORO!

Sono emozionata come per il primo giorno di scuola elementare.

Calma e sangue freddo.

Erica, anzi Atmosferica.


→ In foto il mare di Busselton. A 50 chilometri sopra le nostre teste. Quando l’ho visto, da quella prospettiva, quelle canoe gialle e blu che si rilassavano sulla riva creavano un quadro perfetto.

7 commenti su “Avocando.”

    1. Stasera cerco di scrivere un buon articolo di aggiornamento! Ciao tesorino! Sono in mezzo al niente e mi manchi!

  1. Ciao cara Erica,

    Proprio come te, anche io sono uno scrittore in erba che cerca di trasporre sulla carta i propri pensieri (o affidarli alla grande rete in questo caso).
    Trovo molto toccante il modo in cui tutti i giorni racconti le vicende di cui sei protagonista, con leggerezza ma lasciando sempre uno spazio di riflessione.
    Però mi sorge spontanea una domanda, le tue parole trasudano sempre felicità ed altre emozioni positive, ma é sempre così?
    Perché non descrivi mai la tua tristezza, la tua sofferenza o la malinconia?
    Penso che sia impossibile per una persona provare solo sensazioni positive, come disse Parmenide il bene esiste solo perché c’è il male, sua antitesi ma anche parte complementare.
    Insomma, se posso permettermi di fare una critica, dovresti cercare di unire assieme la luce è l’oscurità, che stanno dentro ognuno di noi, al fine di creare un’opera il più realistica possibile.
    Che la tua penna possa essere un faro che ti guida nel mare della tua coscienza. Buon divertimento!!

    1. Ciao caro Fausto,

      voglio prima di tutto ringraziarti per avermi dedicato questo pensiero profondo. Prima di rispondere alle tue domande, vorrei chiederti se hai seguito il mio cammino sin dall’inizio o se comunque hai letto tutti gli articoli e non solo alcuni.

      Sono pienamente d’accordo con te, ma penso di aver palesato la mia malinconia più volte, insieme all’insofferenza che mi attanagliava un paio di mesi fa. Sono una persona molto solare, sì… Ma tutta questa luce l’ho ritrovata nell’oscurità e nella delusione.
      Parmenide la sapeva lunga e trovo pieno riscontro nelle sue tesi, anche se, per verificarle occorre tempo e non per forza una frazione ristretta ad un paio di mesi.

      Ti ringrazio ancora per il tuo pensiero e se non lo farai già, ti invito a leggere l’articolo che pubblicherò a breve.

      Un concentrato di insofferenza e malinconia.

      Che le tue scritture, ti guidino sempre verso la verità. Buona scrittura.

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